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Songs (Re)Evolution. Le 10 canzoni che ispirano al ritorno della Controcultura.

Esistono canzoni che oltre ad emozionare, hanno la capacità di ispirare e trasformare la vita delle persone. Ecco la Top List di OutsiderPost, da "ascoltare" soprattutto in momenti di Emergenza individuale e globale.


Murales con volto di John Lennon

Esistono le canzoni d'amore; poi le canzoni nostalgiche e quelle leggere, che hanno il semplice intento di distrarci dalla quotidianità pressante.

Similmente, esiste anche un filone diverso e del tutto"speciale", costituito da pezzi musicali senza tempo, che oltre ad emozionare, conducono le persone a una profonda riflessione degli accadimenti globali.

Da Bob Dylan passando per John Lennon, The Beatles, The Rolling Stones, Jim Morrison e Bob Marley, arrivando ai giorni nostri con gli U2, Green Day e forse pochi altri, la musica è sempre stata la voce nascosta del popolo che agogna per un rifugio sicuro da cui sottrarsi dalle meschinità globali. Che allo stesso tempo sia un luogo magico da cui prendere ispirazione per ritrovare la speranza e la forza d'azione nel superamento dei tempi difficili odierni. La musica, quindi, come strumento efficace in grado di fornire una maggiore consapevolezza del posto che desideriamo occupare nel mondo


Mentre la musica in generale può pertanto considerarsi terapia dell'anima e risanatrice del cuore spezzato, ecco che quella di protesta, si riserva un compito extra e cioè di chiarificare eventuali disorientamenti dello spirito e della mente causati da una società sommariamente edonistica, nella direzione di verità e discussione interiore e della conseguente trasformazione delle persone.

In tempi così incerti e pericolosi, rivolgiamo allora una piena attenzione a quei testi cosiddetti "Rivoluzionari" e della "Contro-cultura" della musica mondiale che fin dagli anni 60' hanno ispirato intere generazioni, al fine di:

  • capire dove stiamo andando ora;

  • chi siamo;

  • e cosa serve per poter cambiare in meglio le nostre singole vite in un momento così importante.


I tempi stanno cambiando

"Questa terra è la tua terra, questa terra è la mia terra, certo, ma tanto il mondo è gestito da coloro che non ascoltano mai Musica."
- Bob Dylan -

Gli artisti che si sono spesi attivamente a favore di temi sociali, politici e di pura protesta al sistema, sono in realtà moltissimi. Ma il fine di questo approfondimento non è fare un semplice elenco di nomi (pur se tutti di riguardevole nota) ma è soprattutto di inquadrare alcuni punti in comune su almeno tre artisti che in particolare hanno indirizzato le folle a contemplare alternativamente il mondo in cui essi stessi vivevano.

Le tre icone più rappresentative (secondo OutsiderPost) sono:

  • Bob Dylan, John Lennon e Bob Marley.


Bob Dylan, considerato probabilmente il più grande poeta vivente e voce indiscussa della sua generazione, è stato il primo musicista in assoluto ad aver ricevuto il premio Nobel per la letteratura nel 2016. Divulgatore eccelso della poesia musicata, è riuscito ad ispirare milioni di giovani verso una musica di maggiore consapevolezza politica e di riflessione.


Nell'accettare in ritardo di tre mesi l'ambito premio, è lui stesso a voler rispondere con una nota di chiarimento sul suo ruolo di "narratore e cantastorie": "le nostre canzoni sono vive nella terra dei vivi. Ma le canzoni sono diverse dalla letteratura. Sono fatte per essere cantate, non lette. Le parole delle opere di Shakespeare erano destinate ad essere recitate sul palco. Così come i testi delle canzoni sono fatti per essere cantati, non letti su una pagina. E spero che alcuni di voi abbiano la possibilità di ascoltare questi testi nel modo in cui erano destinati ad essere ascoltati: in concerto o su disco o in qualunque modo la gente ascolti le canzoni al giorno d'oggi. Ritorno ancora una volta a Omero, che dice: "Canta in me, oh Musa, e attraverso di me racconta la storia".


(Re) Evoluzionario: chiunque abbia ascoltato almeno una volta un pezzo del menestrello di Duluth, è catapultato di fatto nelle emozioni dell'intero ventennio '60 e '70, ancora vive e vegete nel mondo odierno. Carismatico, sfuggente e a volte molto poco simpatico, egli è soprattutto un Anticipatore dei suoi tempi, che come ha dichiarato il musicologo Alessandro Carrera, "l’intensità con la quale ha fatto cozzare linguaggi diversissimi tra loro è unica e irripetibile"; l'uso del melting pot linguistico di così rara bellezza, si ritrova in tutte le ballate attraverso racconti allusivi, tra metafore e storie evocative, al cui interno si nascondono ulteriori suggestioni e suggerimenti che invitano sempre ad un secondo ascolto.

Inoltre, Bob Dylan è stata la voce del dissenso e della cultura alternativa, che proviamo a riassumere qui con i suoi tre brani più celebri:

"Quante strade deve percorrere un uomo prima di essere chiamato uomo?"...
  • "Like a Rolling Stone": il racconto del perenne stato emotivo di "una pietra che rotola", quale manifesto dell'inquieta beat generation in cerca della felicità attraverso un crudo percorso esistenziale costellato da continui fallimenti e redenzioni.

"Come ci si sente nello stare da soli senza una via che ti conduca a casa come una completa sconosciuta, come una vagabonda?"...
  • "The Times they are changing": nel 1964, scrive questa canzone con il preciso scopo di raccontare il disincantato totale dei giovani dal sistema, e della nascita del movimento dei diritti civili negli Stati Uniti.

"C'è una battaglia fuori che infuria e presto scuoterà le vostre finestre e farà tremare i vostri muri perché i tempi stanno cambiando"...


Parlando di Rivoluzione e diritti sociali

"Se tutti chiedessero la pace invece di un’altra televisione, allora ci sarebbe la pace."
- John Lennon -

La notizia è di appena tre giorni fa. Riguarda il ritrovamento di una rara registrazione su cassetta di John Lennon e Yoko Ono di 33 minuti che è stata venduta per 58.300 dollari (43.000 sterline) in un'asta nella capitale danese Copenhagen.

E' chiaro che ogni riferimento a John Lennon diventa immediatamente iconico e di immenso valore, visto l'eco immenso dietro un tale mito musicale. E' stato nominato da molti come il paladino della "rivoluzione pacifica" e "dell'anti-sistema" per eccellenza e riconosciuto dalla BBC tra le 100 celebrità britanniche più influenti di tutti i tempi.

(Re) Evoluzionario: La definizione più interessante che lo riguarda, la ritroviamo attraverso le parole del giornalista americano Rob Sheffield: "Era lo spirito più caustico, sarcastico e pungente del mondo della musica. Quindi lo si sminuisce se lo si dipinge come un ottimista dalla mente semplice." E' ovviamente impossible inserire tutte le sue canzoni anche se va sottolineato che ognuna di esse è un vero capolavoro senza tempo, da ascoltare e riascoltare, per contemplarne il potente significato, suono e parola. John Lennon è soprattutto un libero pensatore dei tempi moderni, la cui potenza della sua musica risulta immortale e trascendentalmente artistica, sotto ogni punto di vista.

  • Imagine: dichiarata nel 2017 come canzone del secolo, "Imagine" è l'inno di pace per eccellenza, scritta da un uomo che oggi avrebbe avuto 81 anni e che sarebbe stato stato sicuramente il musicista più influente del mondo. (O forse per noi, lo è comunque)

"Immaginate che non ci siano patrie, non è difficile farlo, nulla per cui uccidere o morire ed anche alcuna religione. Immaginate tutta la gente, che vive la vita in pace."
  • Isolation: nell'essere sempre avanti rispetto al suo tempo, John Lennon parla già di isolamento e clima senza aver mai vissuto ne il lockdown ne la Pandemia, in un vero testo profetico, realizzato come video amatoriale da lui stesso, in cui mostra la sua dimora abitativa, ma senza presenza umana, se non quella accennata da un immagine riflessa mentre lui gira il video.

"Abbiamo paura di rimanere da soli...isolamento...Abbiamo paura di tutti, abbiamo paura del sole"...Il sole non scomparirà mai, ma il mondo potrebbe non avere molti anni".
  • Revolution: è una canzone scritta in India da John mentre le proteste a Parigi stavano arrivando sull'orlo di una guerra civile, e che racconta lo stato d'animo sofferto dell'artista, in bilico tra azione diretta e disobbedienza civile non violenta. Esistono due versioni: una commerciale e una long version controversa, con Revolution #9, che lo stesso John Lennon vede come: "Era un'immagine che ho dipinto nel suono della rivoluzione, che era un completo omicidio e uccisione e persone che urlavano e bambini che piangevano e tutto il resto, che è quello che pensavo davvero sarebbe stato."

"Dici che vuoi una rivoluzione, Beh, sai, tutti vogliamo cambiare il mondo. Mi dici che è l'evoluzione, Beh, lo sai, tutti vogliamo cambiare il mondo. Ma quando parli di distruzione. Non sai che puoi non contare su di me."

Tra Redenzioni, cadute e "vibrazioni" positive


Negli anni 60-70, sono molti i movimenti Contro-Culturali che si sono sviluppati in dissenso alle guerre (tra tutte quella del Vietnam) ma anche alle crisi economiche devastanti e dei diritti civili non ascoltati dei giovani delusi dal sistema, delle donne e di tutti coloro che sono risultati emarginati dal capitalismo galoppante.

Tali gruppi di dissenso, come gli Hippies Statunitensi che discendevano dai Beat Generation e che alla fine degli anni '60 inneggiavano l'amore utopico libero come unica via di redenzione in opposizione a tutti i principi costitutivi della società moderna tradizionale, sono in realtà l'esempio perfetto della famosa "caduta e redenzione" delle ballate di Bob Dylan, in cui si delineano due limiti sostanziali cha hanno portato alla fine degli Hippies:

  • l'Eccesso d'uso nelle nuove droghe quali LSD, con il conseguente aumento del crimine locale-nazionale sul territorio americano;

  • la commercializzazione eccessiva della cultura spontanea degli hippies.

Pertanto, le migliori intenzioni della "generazione dell'amore" perirono nei decenni successivi, ripresentandosi recentemente in una forma artefatta e traducibile agli ultimi nati, cioè agli "Instagram generation" (vedi anche gli Spirit Weavers) che come sottolinea la giornalista del "The Guardian" Rhiannon Lucy Cosslett, hanno solo "applicato filtri retrò alle proprie foto con l'I-Phone", per ricreare quell'atmosfera neo hippy tanto di tendenza negli ultimi anni.

Nel viaggio di redenzione e "positive vibration" trasmesso dagli Hippies, si ritrova a distanza di qualche anno, una terza figura emblematica nel panorama musicale mondiale di enorme influenza; un vero pioniere del nuovo genere musicale denominato "Reggae" e che diviene da subito il simbolo globale della musica, della cultura e dell'identità giamaicana.

Si tratta ovviamente di Bob Marley, il quale è riuscito ad operare attivamente per le riforme sociali democratiche del suo paese, unendo una forte coscienza spirituale nella sua carriera musicale.

(Re) Evoluzionario: guida spirituale del "rastafarianesimo" (che considera Dio come un uomo e non una divinità), Bob Marley è stato un Rivoluzionario romantico che Jim Cliff musicista Giamaicano lo sintetizza così: "Un poeta più che un musicista".

  • Redemption song: la sofferenza psicologica e fisica (per la scoperta di un cancro che lo sconfiggerà nel 1980) è percepibile in questa canzone eterna ed inno alla libertà che l'umanità deve aspirare per la liberazione finale.

"Emancipatevi dalla schiavitù mentale. Solo noi stessi possiamo liberare la nostra mente. Non aver paura dell’energia atomica, perché nessuno di loro può fermare il tempo."
  • Positive vibration: all'interno dell'album "Rastaman Vibration", in cui si trovano molte canzoni sociali come "War"e "Rat Race", il testo evidenzia la lotta tra luce e tenebre, tra positività e negatività in senso quasi biblico e di ispirazione per tutti gli oppressi del mondo.

"Se ti abbatti e litighi ogni giorno, stai dicendo preghiere al Diavolo, dico io. Fate largo al giorno positivo perché è un nuovo giorno, nuovo tempo, nuovo sentimento, Yeah!"
  • Get up, stand up: il linguaggio universale di azione pacifica e coraggio nelle parole di questo testo, riassume esattamente gli animi dei milioni di persone oppresse e sacrificate anche nel 2021, mentre l'autenticità e l'insieme tra suono e parola, apre il cuore e l'emozione profonda di ognuno che ascolta tale gemma musicale magica.

"Si possono ingannare alcune persone a volte, ma non si può ingannare tutto il popolo tutto il tempo. Così ora noi vediamo la luce. Ci alzeremo in piedi per i nostri diritti."

Se l'evoluzione è figlia della Rivoluzione

“Un'evoluzione è un destino.”
- Thomas Mann -

Le tre anime musicali e rivoluzionarie di Bob Dylan, John Lennon e Bob Marley, altro non sono che facce della stesso cubo (tridimensionale), che opera sul piano evolutivo in maniera trasversale, in cui ognuno di loro, ci ha mostrato una personale finestra sul mondo su cui riflettere per evolvere come "umani".

In particolare, rivedendo il loro percorso oggi e quello che ci hanno lasciato, ne apprezziamo alcuni tratti in comune, quali:

  • il loro ruolo attivo nel sociale con la musica di "nuova visione" sui diritti dell'uomo, che emerge come strumento efficace d'azione civile agli accadimenti nel mondo;

  • che tali figure carismatiche ed ispiranti non hanno seguito i falsi idealismi dell'epoca bensì loro stessi, mantenendo sempre vivo uno straordinario coraggio ed anticonformismo, anche nel parlare fuori dal coro;

  • con la loro determinazione e sana impudenza trasmessa in Musica, hanno dimostrato l'importanza del valore naturale di libertà come irrinunciabile diritto per tutti gli esseri umani, nessuno escluso. A tale principio, che ad oggi fatica ad essere ancora compreso, si affacciano le loro vite, tra eccessi e redenzioni, come dimostrazioni viventi di esistenze alternative possibili al cosiddetto pensiero unico dominante.

Al contrario, oggi, parlare di Rivoluzione, Libertà e Diritti, diventa argomento Off-limit. L'apparente Socialità diffusa digitalmente con le nuove tecnologie, limita altresì argomentazioni possibili su temi scomodi come "resistere", "disappunto" e "visione alternativa", considerati di per sé pericolosi a priori. Ma se da un lato il nuovo paradigma politicamente corretto sostiene l'indifferenza generalizzata degli eventi con "tacito" consenso generale, dall'altro iniziano ad alzarsi forti i venti del cambiamento o "wind of changes", di alcuni musicisti non allineati che dissentono palesemente "in musica" sulla questione Covid19. Tra tutti:

  • Eric Clapton: già protagonista del "Summer of Love" degli anni 60/70, l'artista è la dimostrazione che la musica può ancora dire la sua verità su argomenti sgraditi, come quello della Pandemia in corso. Nel far sentire la propria voce e la sua straordinaria chitarra, il pezzo è tipico dello "slow hand". Egli riesce ad usare egregiamente le parole con un potente senso morale e diretto al sistema globale. Un impegno musicale importante il suo, che lo fa divenire un vero portavoce dei tempi attuali; esso è un testo appassionato e un vero appello al "risveglio spirituale" e di "resistenza attiva" di massa.

Ecco in breve il cuore del brano:

"Questo deve finire, quando è troppo, è troppo. Non posso più sopportare queste stro****e. E' andata avanti abbastanza e se volete prendere la mia anima, dovete venire e sfondare questa porta. Sapevo che c'era qualcosa che non andava quando avete iniziato a dettare legge. Non posso muovere le mie mani, mi viene da sudare; voglio piangere. Non ce la faccio più. Questo deve finire....Ho girato il mondo per tanto tanto tempo, e ho visto tutto. Sono abituato ad essere libero. So chi sono...pensando ai miei figli, cosa resta loro. Se volete venire a prendere la mia anima, dovete venire e sfondare questa porta."

Insieme ad Eric Clapton, va ricordato anche il batterista dei Queen Roger Taylor, che ha appena pubblicato il suo sesto album solista e che si intitola OUTSIDER. (scusate il doveroso richiamo!)

Scritto durante il Lockdown, la sua voce elegante in linea con la stagione autunnale appena iniziata, è un viaggio introspettivo negli stati d'animo vissuti durante l'isolamento pandemico e che lo stesso Roger Taylor narra così: "E' un progetto riflessivo, da cui emerge un palpabile senso di isolamento, dedicato a tutti gli outsider, quelli che si sentono lasciati in disparte, ma anche di rivalsa. E aggiungiamo, anche per tutti coloro che si sentono fuori posto, ma che seguono alla fine la propria strada scegliendo il sentiero anziché la via principale, come invece fanno tutti gli altri.


Non smettere mai di parlarne



Oltre a Bob Dylan, John Lennon, Bob Marley ed Eric Clapton, è da menzionare un altra artista "impegnata" il cui nome è Tracy Chapman. Con la sua canzone capolavoro, intitolata "Talking about a Revolution", uscita nel lontano 1988, risulta anch'essa essere di incredibile attualità nei tempi in cui viviamo oggi. Per chi non conosce questa talentosa artista degli anni 80', nel suo profondo impegno sociale e spirito rivoluzionario, si racchiudono racconti individuali di gente comune, che alzano la voce pacatamente per l'ottenimento dei diritti e per l'uguaglianza, come un unica voce di un popolo, che si chiama Umanità.

La canzone invia innanzitutto un messaggio importante e cioè che l'importante è parlarne, per sbloccare il tabù in cui è racchiuso il termine di "Rivoluzione". Inoltre, la discussione sul tema, può svilupparsi in una maniera civile ma appassionata, senza per forza essere catalogati come strambi o complottisti, da esprimere con:

  • amici: in genere è più facile affrontare argomenti sensibili con chi si conosce, in cui sincerità e lealtà sono le forme più alte dell'amicizia, ma anche la tolleranza ed ascolto. Vanno però sempre presi in considerazione alcuni fattori all'interno del dialogo e cioè: i valori, le ideologie individuali proprie e dell'altro; che il dialogo e la condivisione sono la risposta concreta ai concetti tipici di lotta armata e violenza.

  • sconosciuti: si può usare l'ironia e l'umorismo con chi non si conosce affatto, alleggerendo al conversazione riguardo i diversi temi scottanti d'attualità, anche per sondare il terreno con l'altro laddove il problema sembra insormontabile.


Immaginare di svegliarsi al di là dell'arcobaleno

“Per me l'uomo colto è colui che sa dove andare a cercare l'informazione nell'unico momento della sua vita in cui gli serve.”
- Umberto Eco -

E' interessante notare come un certo desiderio di contro-cultura stia ritornando con forza alla fine del 2021.

Iniziata come una tendenza moda propagata negli anni 60/70, la contro-cultura diventa nuovamente il manifesto di resistenza e dissenso contro l'establishment, sia per le vecchie che nuove generazioni. Ne sono dimostrazione tangibile le miriadi di proteste ovunque nel mondo contro il Green pass, che fanno parlare di un neo risveglio collettivo delle coscienze, come nel 1968. E mentre il conformismo della musica attuale non racconta granché, (vedi Eric Clapton e Roger Taylor per esempio) risuonano forti le musiche dell'era dell'acquario, che tra guerre e proteste pacifiste, profetizzano di un futuro incerto, ma pieno di emozione ed evoluzione dell'uomo, proprio grazie al termine di Rivoluzione.


L'idea fondamentale che una canzone rivoluzionaria porti all'evoluzione, è pertanto possibile. Inoltre è plausibile pensare che il potere della Musica "contemplativa a sfondo sociale" sia contagiosa e che, come sottolinea il grande Umberto Eco, arriva a tutte le persone, "che sanno dove andare a cercare l'informazione nell'unico momento della vita in cui serve". Così vale per la Musica.

Nella lotta tra il Cancel culture e la Contro-cultura, tra il conformismo e la libertà di pensiero, è chiaro che non importa cosa si segue, se un certo genere o periodo musicale anziché un altro, ma è necessario cercare quella informazione nascosta, all'interno del sogno del mondo desiderato e presente "al di là dell'arcobaleno". (proprio come nella bellissima canzone di Judy Garland de"Il Mago di Oz").


Magari si possono cercare tali risposte attraverso un dipinto, un film, un libro, un tramonto o un sorriso di un bambino; osservando il mondo là fuori, per scoprire un universo dentro, che ci aiuti infine ad evolvere per capire chi siamo e per esercitare il talento che ci è stato donato come contributo al mondo attuale. Questa è certamente la più vera e grande Rivoluzione. Noi stessi.


(Re)Evolutionary SONGs - Top List -



Ecco la Top 10 delle canzoni (Re) Evoluzionarie stilata da OutsiderPost, che continuano ad ispirare milioni di persone alla controcultura, al dissenso consumistico e che inneggiano ad un mondo migliore possibile.


1)"Imagine":"You may say I'm a dreamer, but I'm not the only one..." (John Lennon)


2)"The times they are changing":"The line it is drawn, the curse it is cast, the slow one now will, later be fast..." (Bob Dylan)


3)"Revolution":"You say you want a revolution, well, you know, we all want to change the world.You tell me that it's evolution...But when you talk about destruction, don't you know that you can count me out..." (The Beatles)


4)"Get up Stand up":"Get up, stand up! (Get up, stand up!). Don't give up the fight! (Life is your right!)..." (Bob Marley)


5)"Talking about revolution":"Poor people gonna rise up, and take what's theirs..."(Tracy Chapman)


6)"Mandela Day":"It was 25 years they took that man away, and now the world come down say Nelson Mandela's free..." (Simple Minds)


7)"Gimme Shelter":"Oh, a storm is threat'ning, my very life today if I don't get some shelter..." (Rolling Stones)


8)"Respect":"All I'm askin', is for a little respect when you come home..." (Aretha Franklin)


9)"Break on Through": "I found an island in your arms, country in your eyes.." (The Doors)


10)"Sunday Bloody Sunday": And the battle's just begun, there's many lost, but tell me who has won..." (U2)


OP: Quale è la canzone che ha cambiato in qualche modo la tua vita e ti ha fatto alzare dalla sedia ed urlare "LIBERTA"?


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