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  • 2022: SARA' L'ANNO di SPARTIACQUE PER LA STORIA DELL'UMANITA'?

    Mentre molti si chiedono se il 2022 sarà decisivo per la fine della pandemia, due visioni del mondo sono messe a confronto: Trans-umanesimo e Coscienza collettiva. Con il termine di spartiacque, utilizzato generalmente in geografia fisica, si intende indicare una "linea" di displuvio che separa un bacino fluviale dai suoi contermini, creando a volte una vera cresta (come si vede nella foto sopra) di netta demarcazione in superficie e visibile soprattutto nei bacini delimitati da rilievi. Allo strabiliante spettacolo della natura, il significato di spartiacque, può altresì acquisire anche diversi significati; in particolare a quello della situazione globale attuale. In tale momento, vi è infatti un certo orientamento sempre più generalizzato, a credere che il 2022 sarà il grande divisore tra il prima e dopo pandemia, tanto da appellarsi come "l'anno spartiacque riguardo la storia dell'umanità". LA SVOLTA GREEN E' GIA QUI E una chiara volontà da parte dei governi nel convergere in tale direzione, la si può già trovare oggi nella transizione ecologica e quella digitale, espressioni della realtà che cambia, tanto che: si stanno analizzando nuove strategie per la Smart Mobility e Smart Cities; si stanno evidenziando la progettazione di aumentare nuovi Data Center e reti di telecomunicazione, in risposta alla crisi climatica e alla richiesta di una maggior sostenibilità del pianeta. Ma sia la transizione ecologica che la digitalizzazione non sono le uniche verità di cui tener conto, in questo totale cambio di rotta. Ed anche se gli orizzonti appaiono ancora cupi e caliginosi, sembra si prevedono prima o poi tempi futuri migliori, in cui emergerà una nuova umanità e pertanto una nuova era. A dirlo, non sono soltanto i molti mistici famosi e molto apprezzati nel mondo a commentare tale transizione, ma bensì una larga fetta della popolazione mondiale che si sta risvegliando dal torpore dei lockdown, per asserire le proprie legittime libertà offuscate dalle restrizioni degli ultimi due anni, e proclamare con forza e determinazione l'inizio di una nuova era, appunto. Ovviamente, in contrasto all'evolversi della cosiddetta coscienza collettiva, si ritrova invece il trans-umanesimo, (o sostenitore della Scienza) che oltre a professare la sua verità come unica soluzione per un mondo in cui macchine ed uomo possono coabitare perfettamente, esso diventa uno dei quesiti riguardo sul destino dell'umanità e cioè: Se l'uomo oltrepasserà il confine dell'umanità, per ritrovarla in nuove forme asettiche digitalizzate e virtuali con il Transumanesimo, o cambierà decisamente direzione, verso una nuova espressione di umanità spirituale e collettiva? Ecco che Scienza e Coscienza divengono le due facce della stessa medaglia, rivelando a piccoli passi il cambiamento in atto, e preludendo ad un 2022 che lascerà in ogni caso un segno importante. Ma prima di approfondire la discussione sulle due opzioni anticipate, (Scienza e Coscienza) vale la pena soffermarsi su un singolo dato che di per sé racconta molto bene e inequivocabilmente il bivio che stiamo per intraprendere tutti e cioè di comprendere se: Esiste un prima e dopo Covid a cui dobbiamo oramai tener conto? PRIMA E DOPO COVID “Crudele e disumano non poter piangere sulla bara di una persona cara: è la dura legge della pandemia.” - Giuseppe Zuccarini - Nel tentativo di cercare di spiegare l'emergenza ed il mondo che sta cambiando attraverso una chiave di lettura alternativa, rispetto alle solite tipologie predominanti (vedi la tesi medico scientifica per eccellenza), vi è un dato inconfutabile che segna un primo e rilevante Spartiacque nella storia umana. Si tratta del PRIMA (o avanti) COVID e DOPO COVID (che potremo siglare ironicamente con A.C. e D.C.) e che richiama ad una serie di differenze ciclopiche avvenute nella vita di tutte le persone, riguardo: Salute: il corpo diventa l'unico vero scopo da tenere in vita, mentre l'anima è sacrificata e perde ogni suo significato trascendentale e filosofico; Relazioni: sia le distanze fisiche, le mascherine sui volti, i gel sanificanti, e tutto il mondo virtuale dei social, oltre alle nuove tecnologie in implementazione (vedi la nanotecnologia e Robotica su tutti) prendono il posto della condivisione ed unione sociale, della solidarietà e della carità umana, così come il lutto per un familiare a cui non è possibile porgere addirittura l'ultimo saluto; Diritti e concezione di vita: oltre alla progressiva diminuzione dei diritti e libertà costituzionali in nome della sicurezza, e di una economia e del lavoro in pieno tracollo, le persone si trovano a rinunziare a tutto per la salvezza del solo corpo. Il conseguente timore per un mondo futuro diverso, forse non proprio bonariamente costruito ad hoc per tutta la popolazione mondiale, nasconde in molti un ineluttabile esigenza di ritrovare un pò di normalità nei dettagli quotidiani o perlomeno di riscoprire l'essenzialità dei valori dimenticati, come amore, compassione e spiritualità; in netto contrasto per gli altri, che invece si affidano completamente alla fede della Scienza, in modo sviscerale e senza porsi alcun dubbio o perplessità scegliendola come unica verità in questa ormai conclamata e difficile fase di transizione, tra il prima e dopo Covid. FIDUCIA nel PIL, SCIENZA e TECNOLOGIA "Il transumanesimo è un'intensificazione di una tendenza già insita nella cultura dominante, ossia nel capitalismo." (Mark O'Connell) Mentre le previsioni del Centre for Economics and Business Research riguardo l'economia globale e riportate dal Sole 24 ore, vedono l'aumento del PIL globale sopra i 100 mila miliardi già nel 2022, (grazie agli stimoli elargiti per rispondere alla Pandemia) vi è nel contempo, una esponenziale crescita dell'inflazione ed un pericolo alla conseguente recessione nei prossimi due anni, in cui l'asset economico potrebbe addirittura così cambiare: Cina prenderà il primo posto agli Stati Uniti (come riportato nel bellissimo video doc del "The Economist", in cui vengono presentate 5 possibili previsioni nel 2022) ; India supererà sia Francia che Germania prendendo il terzo posto a livello globale nei prossimi 8 anni; Italia manterrà ancora l'ottavo posto nel 2022, pur in considerazione della diffusione del caro prezzo e del nuovo Presidente della Repubblica appena eletto. Pertanto, oltre alla ripresa economica sempre più improntata sulla sostenibilità e digitalizzazione, vi è una vera accelerazione del progresso scientifico-tecnologico senza precedenti, che presenta una versione-visione del futuro, detta Transumanista, che ha lo scopo di migliorare la condizione e la capacità umana (come l'invecchiamento o la morte) attraverso la regolarizzazione di alcuni principi basati sulle tecnologie utilizzate e che come riportato dall'Associazione Italiana Transumanisti il Manifesto così riporta: "Noi transumanisti ci siamo dati un obiettivo chiaro e ambizioso: creare nel nostro paese le condizioni per una rivoluzione morale e intellettuale di orientamento prometeico. Vorremmo vedere l’Italia e l’Europa protagoniste di una nuova fase di sviluppo tecnologico, scientifico, industriale, culturale, ma anche biologico – allungamento della vita, rallentamento del processo di invecchiamento, salute dei cittadini, potenziamento fisico e psichico di disabili e normodotati, anche oltre i limiti della nostra attuale struttura biologica." AIT - Associazione Italiana Transumanisti - I presupposti a tale avvicinamento sono comunque già visibili oggi. Basti pensare agli ultimi due anni e di come la Scienza con le sue scoperte sul relativo al vaccino (o diremo siero) utilizzate per sconfiggere il virus pandemico, hanno ribaltato completamente la relazione tra uomo ed apparato tecnico-scientifico, in cui il raggiungimento della salvezza e del miglioramento umano, intendono superare l'imperfezione umana. Quindi, la tecnica a favore della vita con i suoi supporti tecnologici indirizzati nel bio umano, è sembra più una realtà; proprio come nel caso di Elon Musk, che in questi giorni ha annunciato che a breve effettuerà il primo impianto di chip in un cervello in un paziente paralizzato, con lo scopo di migliorarne le performance sulla tastiera per lui a comunicare. E' chiaro che il 2022 riserverà ancora molte sorprese in merito, mentre nel frattempo crescono gli innumerevoli estimatori riguardo la visione transumanista. IL VENTO DEL CAMBIAMENTO “Sono convinto che anche nell'ultimo istante della nostra vita abbiamo la possibilità di cambiare il nostro destino.” (Giacomo Leopardi) Gennaio è da sempre considerato il mese dei buoni propositi individuali. Si inizia infatti con le migliori intenzioni, che spesso sfumano in mere parole o rimandi continui, e senza lasciare alcunché all'orizzonte. Ma con l'inizio del 2022, succede qualcosa di completamente nuovo e Gennaio ne diviene fin da subito la prova "vivente". Succede infatti che in tutto il mondo, un crescente numero di persone si sta iniziando a ribellare alle molte restrizioni imposte dalla Pandemia. Persone di varia classe sociale, età ed etnia, decidono così di protestare in piazza per dire semplicemente no alla vaccinazione obbligatoria e alle regole imposte dal Green Pass. A causa di ciò, tutti i diritti principali ormai calpestati, sembrano dirigersi verso un'unica strada, e cioè quella della dimenticanza, derivante soprattutto dalla consuetudine comportamentale accettata ormai dalla maggior parte della popolazione. Ecco che una pericolosa deriva analoga con il passato, (pur se diversa ed orribile rispetto alla situazione attuale), riformula alcuni punti di assoluta e doverosa riflessione, quali: che le cure sanitarie dovrebbero essere sempre garantite anche a coloro che non decidono di cacchinarsi; ( vedi per esempio il Giuramento di Ippocrate); che il divieto di accesso ai non vaccinati verso i molti luoghi aperti al pubblico ed agibili adesso solo con Green Pass o addirittura Green Pass Rafforzato (solo per chi ha ricevuto tre dosi del siero) dovrebbe essere ripristinato a pieno diritto d'accesso, visto il graduale ritorno alla normalità (in considerazione degli ultimi dati) e dato che inoltre si scontra con il REGOLAMENTO (UE) 2021/953 DEL PARLAMENTO EUROPEO (Nello specifico al punto 36, riguardo la Discriminazione). Sta di fatto che il vento del cambiamento si comincia a sentire un pò ovunque, e che potremo sintetizzarlo come "un vero risveglio collettivo" o avanzata della coscienza collettiva, che ha quasi sempre silenziosamente e compostamente resistito in questi lunghi 24 mesi, operando in direzione contraria alla durezza del sistema ed alla presunzione spesso della Scienza (o Scientismo) di avere un unica risoluzione rispetto al problema Virus. Ecco due tra gli esempi più recenti e tangibili di tale "wind of change": Freedom Convoy: il convoglio di circa 4500 di camion canadesi ed americani sta intasando completamente Ottawa negli ultimi giorni di gennaio, per dire no sia all'obbligo del vaccino e di far cessare tutte le misure restrittive; Australia: paese con le restrizioni più rigide al momento, ha visto in questi mesi migliaia di persone riunite nelle varie città di tutta l'Australia per protestare contro l' obbligo vaccinale, in cui in una manifestazione è stato tenuto un MINUTO DI SILENZIO per i non vaccinati che hanno dovuto perdere il lavoro. Quindi, la coscienza collettiva umana cresce ogni giorno, rivelandosi in pieno titolo come l'altra faccia al nuovo rinascimento digitale o quarta rivoluzione, che si adopera invece attraverso il transumanesimo. Ma entrambe, pur se in modalità inverse, ci pongono una semplice e domanda diretta: Quale mondo ci aspetta, dunque? GRANDE RESET O GRANDE RISVEGLIO? "Ogni giornata è una piccola vita, ogni risveglio una piccola nascita, ogni nuova mattina è una piccola giovinezza." (Arthur Schopenhauer) Stiamo vivendo ormai da due anni una nuova normalità che sembra essere l'unica via d'uscita a questa cosiddetta Pandemia infinita (presente ancora in alcuni paesi, tra cui l'Italia). Ed in tale emergenza si stanno sviluppando "in parallelo" due correnti di pensiero nel mondo o che forse potremo dire più due visioni o due mondi diversi, molto distanti tra loro che forse non si incontreranno mai, e che racchiudono però un importante comune denominatore, nel: desiderare e cercare di creare un futuro migliore rispetto ad oggi. Inoltre, è interessante notare come sia il transumanesimo che il risveglio della coscienza collettiva, prendono forma all'interno della nostra madre terra, dove uno spinge verso l'altro e dove entrambi però non hanno ancora mai: valutato l'incontro presso un luogo neutro di discussione per cercare di unire i vantaggi di ognuno nello scopo di ricostruire insieme il domani di tutti. accettato i propri limiti e dell'altro, quali l'ottusità critica od il cieco fanatismo ad un ordine unico e non intercambiabile, invece di provare ad ampliare i propri orizzonti cognitivi. Come detto sopra, essi rappresentano pertanto i due volti di una stessa medaglia e soprattutto potrebbero rivelarsi il vero trampolino di lancio per il nuovo punto zero post covid, a cui tutti potremo già assistere nel 2022. Se da un lato, i principali protagonisti del mondo della finanza insieme all'ideatore del WEF Klaus Schwab, portano comunque avanti il progetto del Great Reset nella riorganizzazione globale, strizzando l'occhio al Transumanesimo attraverso un'agenda fitta fino al 2030, che cristallizza fin d'ora una nuova storia per l'umanità, dall'altro lato, vi è invece un inversione di rotta derivante dalle moltissime persone, che tradite ed abbandonate dalle istituzioni in questa fase, stanno scoprendo nuove verità a quelle propagandistiche del Mainstream ufficiale, e che arriva come un enorme onda d'urto, ponendo un ulteriore quesito: Siamo alla fine di un tempo e all'inizio di una nuova era? A confermare quanto detto, vi sono due notizie completamente "opposte" ma che sembrano comunicare proprio un certo messaggio riguardo l'esistenza di due mondi diversi in uno: il mondo di luce e quello di ombra, riportato egregiamente nell'ultimo libro "Lo scontro globale" di Cosimo Massaro, che evidenzia la possibilità di un inizio possibile, ma dopo la battaglia delle battaglie. I due fatti da tener conto sono appunto: il pericolo per un Terzo Conflitto Mondiale tra Russia ed Ucraina, dopo una serie di escalation e di tensioni nelle ultime settimane; Il Giubileo Mariano dei 500 anni (1522-2022) dall'arrivo della statua della Madonna da Rodi fino Santuario della Madonna della Corona in Val d'Adige, luogo famoso di pellegrinaggio da tutto il mondo. Ebbene, se ci pensiamo, il futuro è già qui. E l'anno 2022, appena iniziato si sta già in parte rivelando come un perfetto demarcatore o spartiacque per la storia dell'umanità, in quanto la lotta tra i due mondi diversi, e cioè quello transumanista e spirituale, pur se a distanza, orienta alla nascita di nuovi imprevedibili pericoli, come il rischio di una terza Guerra Mondiale sempre più vicina, ma anche di grandi sfide ed opportunità nel cambiamento epocale dell'essere umano, che attraversando le discriminazioni e la paura perenne di un emergenza, l'uomo ha acquisito una nuova forza e determinazione verso la scoperta del suo vero sé. Quindi, che la direzione verta da un lato o dall'altra, nessuno lo sa, ma verrà inevitabilmente il momento in cui ognuno dovrà effettuare una scelta in questa battaglia tra Scienza e Coscienza. E forse proprio nel 2022. E voi da che parte state? Noi di OUTSIDERPOST ci sentiamo di dare la nostra plausibile risposta in merito: Stare certamente dalla parte della verità e libertà dell'essere umano. Sempre.

  • STELLA MORIS: LA SUA EPICA BATTAGLIA D'AMORE, DI GIUSTIZIA E LIBERTA' PER SALVARE ASSANGE.

    La straordinaria storia d'amore con il suo amato Julian, sembra quella dei romanzi classici, in cui spesso il lieto fine tarda ad arrivare. Donna volitiva e rinomata professionista, Stella decide ad un certo punto della sua vita di mettersi in gioco e diventare finalmente padrona del suo destino. Per salvare Assange. In nome di quella stessa Libertà e giustizia, che riguarda anche tutti noi, oggi. Stella Moris o Morris, conosciuta inizialmente dai media come l'avvocato di difesa nel team di Julian Assange, fondatore di Wikileaks, (incriminato per aver svelato informazioni e crimini di guerra Top Secret) diventa presto celebre per essere la compagna dello stesso Julian Assange, da cui ha poi avuto due figli e che a breve potrebbe addirittura sposarlo nella stessa prigione di Belmarsch nel Regno Unito, in cui è recluso da due anni. A seguito di tale reclusione, lo scultore Italiano Davide Dormino, ha pensato bene di ricreare un opera a grandezza naturale ed itinerante in bronzo, con la raffigurazione di tre statue (tra cui quella di Julian Assange) in piedi su tre sedie, e con una quarta sedia vuota, a cui lo spettatore è invitato ad usarla, come sottolinea l'artista: "per alzarsi in piedi e parlare, mentre gli altri restano seduti." Tra i personaggi controversi e rivoluzionari, si trovano appunto Julian Assange, ma anche Edward Snowden, e Chelsea Manning. Ed è' la stessa Stella a commuoversi vedendo da vicino la statua "tridimensionale" del suo Julian durante la Convention di due giorni a Ginevra di questa estate, in cui si sono susseguiti vari interventi e dibattiti proprio sulla delicata questione della libertà di informazione. Stella, donna innamorata, e nel contempo donna caparbia che non si arrende al primo ostacolo e continua a lottare per la sua battaglia d'amore, in nome della libertà e giustizia dimenticata, è altresì la nuova donna del terzo millennio a cui dedichiamo questo approfondimento, e con una riflessione in merito: "Se è la causa ad inseguire l'amore o viceversa?". Ma capiamo meglio la storia di questa moderna combattente, il cui nome è Stella Moris. Chi è Stella Moris? “Il capolavoro dell'ingiustizia è di sembrare giusto senza esserlo.” Platone Svedese ma di origine sudafricana, Stella Moris il cui nome ufficiale è in realtà Sara Gonzalez Devant, si è Laureata in giurisprudenza e politica presso la prestigiosa School of Oriental and African Studies di Londra ed ha poi conseguito un Master in Oxford in diritto dei rifugiati e un master a Madrid in diritto internazionale pubblico. Divenendo in breve tempo un affermato e rispettato avvocato, Stella viene presto reclutata a far parte del team team legale del celebre magistrato spagnolo Baltasar Garzón in difesa internazionale di Julian Assange già residente al tempo nell’ambasciata Ecuadoriana. La conoscenza di varie lingue, tra cui lo spagnolo e la determinazione e preparazione di Stella, divengono di li a poco gli elementi chiave per la complessa difesa a favore dell'imputato. Ma il primo incontro di Stella con Assange, avviene già nel 2011, nel famoso Frontline Club di Londra, luogo di incontro per giornalisti, fotografi, intellettuali internazionali, e di tutti coloro che seguono il credo del suddetto circolo: "Sosteniamo il giornalismo indipendente e la libertà di parola, ci mobilitiamo per la protezione della libertà di stampa e lottiamo per la sicurezza dei freelance che svolgono il loro importante lavoro in tutto il mondo." Frontline Club - London - Quando Assange viene accusato nel 2010 per violenza sessuale, Stella Moris diventa così il suo avvocato nella difesa del caso. Le indagini partite dalle testimonianze delle due donne accusatrici (e cioè Miss A e Miss W) riguardo i fatti di stupro e molestie sessuali subite dall'ideatore di Wikileaks, si interrompono comunque nel 2019, "per le prove notevolmente indebolite a causa del lungo periodo di tempo trascorso dagli eventi in questione", come riporta il vicedirettore della pubblica accusa Eva-Marie Persson della questura svedese. Ma se un lungo capitolo dei problemi legali di Julian Assange in Svezia sembra risultare finito, come sottolinea Caroline Hawley, corrispondente diplomatico della BBC, un altro negli Stati Uniti, è invece appena iniziato. Infatti, il forte timore di estradizione negli Stati Uniti, ad oggi, è solo l'ultima fase di una lunga e difficile battaglia portata avanti negli ultimi anni dalla stessa Stella Moris, la quale al momento sta preparando una difesa all'interno della prigione inglese di Belmarsch contro i ben 18 capi d'accusa penali impugnati dagli USA, in cui è recluso un "uomo visibilmente molto stanco, invecchiato, malato e sempre meno cosciente." Ma si potrebbe aggiungere che una buona stella veglia sempre accanto a lui. Ed è proprio su quella donna che intendiamo soffermarci un momento, per capire i sentimenti e la missione di "libertà", non solo rispetto al caso Assange, ma anche nella lotta per la libertà di "una stampa libera e di opinione" a livello globale, oggi messa in serio pericolo. Donna coraggio e donna innamorata "Julian è diverso da chiunque abbia mai incontrato". Stella Moris Nell'intervista rilasciata al giornale britannico "The Guardian" lo scorso ottobre, per la prima volta Stella Moris decide di aprire il suo cuore, raccontando l'intensa storia d'amore con il suo Julian, conosciuto quando lui si trovava all'interno dell'ambasciata dell'Ecuador. Oltre ad essere senza dubbio l'uomo della sua vita, Julian è innanzitutto per Stella, il suo migliore amico, e non da molto tempo, anche il padre dei suoi due bellissimi figli, Max e Gabriel. (rispettivamente 2 e 4 anni) Senza porre alcun freno nella conversazione iniziata spontaneamente, il giornalista Simon Hattenstone va subito dritto alla domanda sulla loro relazione iniziata tra le telecamere di sorveglianza all'interno dell'ambasciata, chiedendo appunto:"Quanto è stato difficile condurre una relazione nell'ambasciata?" Stella ride acutamente ma è comunque felice, ("come un bollitore che fischia", il commento di Hattenstone), nel raccontare i primi tempi dell'intimità crescente tra lei e Julian, tenuta segreta al mondo intero per ben sei anni e da cui sono nati due figli. Come in un film di spionaggio, il racconto include i molti stratagemmi e sotterfugi per riuscire a vivere il più liberamente possibile la loro storia d'amore, ma sempre sotto le onnipresenti telecamere. L'idea di montare una tenda per la privacy e l'evasione o di "comunicare solo "su carta" i sentimenti e le notizie importanti della gravidanza di Stella, sono infatti alcuni degli esempi "coraggiosi" di una donna che ormai è divenuta più un'attivista che un avvocato e che è totalmente innamorata del suo uomo. E' un amore denso di coraggio, lealtà e di tenacia quello che emerge dal colloquio con Hattenstone nel "The Guardian", che andrebbe maggiormente compreso e rispettato, invece di essere spesso ridicolizzato, come accade in questi casi, in cui la personalità di Julian Assange è percepita solo in considerazione del mero e puro egocentrismo descrittivo, in bilico tra la Rock Star ed il ladro di informazioni, ben lontano invece da quel giornalismo anti-convenzionale cui egli per molto tempo ha ben rappresentato, senza dimenticare la stretta e proficua collaborazione con alcuni tra i maggiori giornali, quali: The Guardian, The New York Times, Der Spiegel, El Pais e Le Monde. Infine, è da rimarcare un ulteriore indicazione di tutta l'intervista che riguarda lo stesso Julian Assange, cioè: del delineamento di un Julian diverso e altamente premuroso e responsabile nei confronti dei suoi due figli e che la stessa Stella ama rimarcare il dato quando dice: "di sapere che sarà un buon padre per loro un buon padre e che egli è già un buon padre." La missione di Stella "L'obiettivo è la giustizia, il metodo è la trasparenza. È importante non confondere l'obiettivo con il metodo." Julian Assange Nell'immagine apparentemente fragile di chi, come Stella, si racconta al "The Guardian" tra sussurri e pause molto lunghe prima di rispondere alle domande riguardanti la sua vita privata, si percepisce invece la piena determinazione ed incisività del suo carattere, comunicando un linguaggio cristallino e di fiduciosa certezza nella giustezza della sua causa. Pertanto, oltre alla donna desiderosa di riunire presto la sua famiglia in tutti i modi possibili, vi è una vera combattente, che lotta incessantemente sia per la libertà del suo Julian che per quella libertà di stampa ed opinione, che risulta essere oggi in serio pericolo per tutta l'umanità. Nella conferenza di tre giorni avvenuta sul lago di Ginevra questa estate e trasmessa poi nel programma di servizio pubblico "Presa diretta" lo scorso 30 Agosto, si denota una Stella Moris molto emozionata e nel contempo decisa a sottolineare l'importanza della giustizia e del ruolo che la prigione rappresentano, usando parole davvero forti in merito: "Julian non vede i suoi figli da Ottobre. Da quando la prigione è stata chiusa per il Covid. Io non dico ai bambini che il loro padre si trova in prigione, perché quando gli insegnerò cosa è una prigione, dirò loro che è un posto dove finiscono i criminali; persone cattive che fanno cose cattive, non di uomini buoni che hanno fatto cose buone.... ...E' in una cella di move metri quadrati ed è li da due anni e mezzo ed ora siamo arrivati al punto che ci sono solo due strade. O Julian riacquista la libertà o muore. E se muore, non è perché si è suicidato, ma perché lo hanno ucciso." La missione di Stella è pertanto chiara: salvare il suo Julian dalla sentenza di estradizione negli Stati Uniti, che intendiamoci, va ben oltre la condizione di salvare un singolo uomo. Si tratta infatti di una visione più ampia o se si vuole, di un'epica battaglia mai affrontata prima, in cui è fondamentale NON creare alcun precedente giurisdizionale e soprattutto nessun conseguente deterrente per i successivi: lo scopo ultimo è infatti quello di mantenere viva la libertà di stampa di informare, per la difesa dell'opinione pubblica e dei cittadini liberi di sapere in una società sempre democraticamente moderna. D'altro canto, gli USA nell'utilizzo della legge del 1917, detta Espionage act, hanno incriminato Assange, con il principale proposito di credere che tali informazioni possano aver creato danni agli stessi Stati Uniti o che abbiano portato vantaggi a qualsiasi altra nazione straniera. L'acquisizione delle informazioni segrete sensibili relative alle guerre in Afghanistan e in Iraq e la loro successiva pubblicazione su Wikileaks in collaborazione ai maggiori giornali internazionali, sono il culmine d'accusa da parte dagli Stati uniti. Per una maggiore comprensione di quello che sta succedendo, suggeriamo la lettura di un libro straordinariamente coraggioso e rappresentativo sulla vicenda Assange, che ha come titolo "Il potere segreto"e scritto dall'esperta in materia, Stefania Maurizi. Tale testo, oltre che rappresentare un eccellente lavoro di giornalismo investigativo decennale sul tema, possiede almeno tre elementi di discussione davvero interessanti su cui riflettere, quali: L'analisi del percorso di ricerca sulla verità da parte dell'autrice e dell'incredibile battaglia legale riguardo la liberazione del fondatore di Wikileaks; Comprendere quali comportamenti assumono due grandi democrazie quali Usa e Regno Unito nel contesto di tutta questa delicata inchiesta; Chiedersi ed analizzare il motivo per cui nessuno prima di Assange è stato attaccato così profondamente e duramente per le informazioni che lui ha divulgato al mondo. Per chi suona la campana "Una stampa libera può essere buona o cattiva, ma senza libertà, la stampa non potrà mai essere altro che cattiva." Albert Camus Come nel grande e coinvolgente bestseller di Ernest Hemingway "per chi suona la campana", (che vi invito alla lettura, se non lo avete già fatto) ci sono alcune tappe presenti nella storia moderna di Stella e del giornalista indipendente Julian Assange che sembrano ripetersi, in modalità alquanto similmente sconcertanti. I due protagonisti moderni, nel vivere vorticosamente l'emozione di una passione vera e profonda, si trovano nel mentre di una guerra mediatica e giurisdizionale infinita ed impetuosa, a cui non possono in nessun modo sottrarsi. Le talune circostanze che inconsapevolmente il famoso romanzo (che vinse il Premio Pulitzer nel 1940) ripercorre ed enfatizza, rivivono quindi nella vicenda moderna di Stella e Julian, nei seguenti momenti: La storia d'amore dei due protagonisti. Nell'incertezza del futuro, nasce una grande storia d'amore tra Robert (l'Ingles) e Maria, analoga a quella moderna. In entrambi i casi, ci sono desideri, tenerezze e speranze di un futuro insieme, e come nel bestseller, pur se molto sofferti a causa degli innumerevoli rischi e difficoltà in cui essi vanno incontro, essi si amano come se non ci fosse un domani. La guerra e la resistenza. Mentre il Romanzo si svolge in Spagna, durante il secondo conflitto mondiale, tra i Franchisti di Franco ed i partigiani di ispirazione marxista, la guerra mediatica estenuante a cui Stella e soprattutto Julian devono subire ad oggi, non è da meno; essa è paragonabile ad una eguale battaglia incessante, in cui si può solo resistere ed altresì trovare nuovi termini d'azione per scongiurare il peggio, e senza mai arrendersi. Coraggio, il pericolo ed il sacrificio. Portare avanti la missione finale, di ricerca della verità e della libertà, si concilia esattamente con il senso di missione del Romanzo. Anche se le ambientazioni storiche sono totalmente differenti, si rivive infatti la medesima drammaticità degli eventi odierni e della perenne presenza della morte e del sacrificio dell'Ingles, così come per Assange. Ma è proprio l'amore a spingere verso la causa finale, a dare coraggio (così come per Stella), a portare avanti la sua epica battaglia d'amore, giustizia e libertà per salvare finalmente Julian Assange. Il significato del caso di Assange “Oggi non è che un giorno qualunque di tutti i giorni che verranno, ma ciò che farai in tutti i giorni che verranno dipende da quello che farai oggi. È stato così tante volte.” Ernest Hemingway E' degli ultimissimi giorni la notizia ufficiale (decisione arrivata proprio nella Giornata Internazionale dei Diritti Umani) che la corte britannica ha di fatto capovolto il verdetto iniziale: cioè mettendo nero su bianco le intenzioni fattuali per una concreta estradizione di Assange negli USA, dirigendo il caso ad un altro livello. In breve, Assange dovrà sostenere un processo sulle 18 accuse a lui rivolte, con l'eventualità di una condanna finale pari a ben 175 anni di prigionia. La grande battaglia è pertanto iniziata e si entra appunto ufficialmente nella fase più acuta di una vera odissea, che sembra non aver fine. Ma Stella è già pronta per un ricorso a quest'ultima sentenza, con parole che non lasciano dubbi sulla sua straordinaria determinazione e rimarchevole senso della giustizia, insita nel suo DNA di ottimo avvocato, oltre che di donna innamorata, che non intende certo arrendersi adesso. "Oggi è la giornata internazionale dei diritti umani. Che vergogna! Che cinismo, avere preso questa decisione in questo giorno, contro uno dei più importanti editori, e giornalista degli ultimi 50 anni...Ci appelleremo a questa decisione al più presto..." (dichiarazione rilasciata sul "The Evening Standard") E Stella non è certamente sola; infatti, oltre al team di difesa della Birnberg Peirce che l'accompagna in questa epica battaglia dei diritti e libertà violate, vi sono una miriade di associazioni umanitarie che seguono e lottano insieme a lei, affinché Assange venga liberato il prima possibile. Tra tutte, ricordiamo Amnesty International, che ha descritto la sentenza come una "parodia della giustizia" e che le assicurazioni degli Stati Uniti sono "profondamente difettose". Inoltre, non va dimenticato che l'attuale stato precario di salute di Julian Assange sta peggiorando anche a causa del recente ictus avvenuto nella prigione di Belmarsch durante il primo giorno dell'udienza d'appello all'Alta Corte in Ottobre, preoccupando sensibilmente sia i familiari che l'opinione pubblica. In contemporanea agli ultimi drammatici aggiornamenti, è già partita una corsa contro il tempo tramite la raccolta fondi di www.crowdjustice.com, che tenta di raggiungere la somma di £175,000 Pounds, al fine di intraprendere il prossimo passo nel processo legale in difesa di Assange. (al momento sono stati già raccolti oltre £177,000!) E nel frattempo, anche in Italia, sia Rifondazione comunista, Italiani per Assange, Giuristi democratici e il gruppo parlamentare L’Alternativa c’è, sono scesi in piazza per chiedere la liberazione del giornalista e nel lanciare un accorato appello al Presidente Mattarella affinché egli possa interloquire con il Presidente americano per l'ottenimento della grazia. E' pertanto chiaro che a questo punto di questa interminabile partita a scacchi, la libertà di Assange, e come spesso intende sottolineare Stella Moris, vale molto, molto di più. Riguarda infatti tutti noi. Abbiamo raccontato sinteticamente la storia di Stella, nei suoi momenti più topici, per aprire una finestra ad un caso fondamentale, che come abbiamo ribadito, non riguarda solo l'Assange incriminato, ma la stessa libertà di giornalisti, intellettuali e/o semplici cittadini, che vorrebbero non fosse mai intaccata la libertà d'opinione e stampa, oltre a: Alla Libertà di pensiero, di coscienza e di religione, che riguarda tutti i singoli individui (Il diritto garantito al paragrafo 1 corrisponde a quello garantito dall'articolo 9 della CEDU e, ai sensi dell'articolo 52, paragrafo 3 della Carta, ha significato e portata identici a detto articolo) Al Riconoscimento della dignità umana di ognuno, come valore portante di una società democratica, giusta ed inclusiva. (La dignità della persona umana non è soltanto un diritto fondamentale in sé, ma costituisce la base stessa dei diritti fondamentali, di cui presente nel preambolo della La Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo del 1948 e ai sensi dell'Art.3 della Costituzione della Repubblica Italiana. In conclusione, la volitiva ed appassionata Stella, insieme alle moltissime altre donne che hanno rappresentato meritatamente il corso dell'umanità, con il loro infinito coraggio e lotta incessante verso l'obiettivo finale di libertà e giustizia, è l'ennesimo esempio d'esortazione: a non abbassare mai la guardia davanti agli ostacoli presenti, e nel contempo nel creare uno stimolo per far emergere nelle persone diversi punti di vista, ugualmente validi rispetto all'unica verità indiscussa. Infine, nella domanda iniziale che abbiamo posto, se: è "la causa/scopo ad inseguire l'amore o viceversa", in considerazione della straordinaria storia d'amore tra Stella e Julian, scopriamo quanto l'amore sia il mezzo e nel contempo il fine più potente, capace di muovere il mondo, collegandolo tutto ad esso. Ogni sacrificio e scelta se consapevole, ed orientata all'amore più profondo, ha pertanto già raggiunto la meta predestinata e quindi la vittoria finale. Ecco che Stella del terzo millennio, comprende esattamente questo passaggio: cioè mai smettere di combattere ed inseguire la propria causa, soprattutto quando sai che a tua disposizione hai l'arma più potente e cioè l'amore, che ti appartiene. E che ci appartiene. Si, perché Stella mentre combatte la sua battaglia oggi, lo fa anche per la nostra: per la libertà di ogni singolo individuo. Grazie quindi a Stella, per il suo valore autentico, coraggio ed il suo elevato spirito LIBERO. Lei è davvero una buona stella per tutta l'umanità. #FreeAssangeNOW

  • Halloween e la voglia di tornare a divertirsi. 10 curiosità ed idee per la notte più spaventosa.

    In tutto il mondo occidentale il 31 Ottobre si festeggia la festa più spaventosa e divertente dell'anno. Ma nel 2021 il divertimento raddoppia, dopo lo stand by dovuto alla pandemia. Ecco alcune curiosità ed idee per celebrarlo al meglio. Sono gli indizi di zucca, luna piena, costumi spaventosi e tantissimi "dolcetti e scherzetti", che portano ad un solo luogo, che ogni anno si celebra nella notte del 31 ottobre e che si traduce con il nome di Halloween. In assoluto considerata come la festa più amata dagli americani, ecco che da qualche anno approda anche in Italia, come nel resto d'Europa, spopolando soprattutto tra i bambini, ma anche dagli adulti che inventano maschere sempre nuove ed esilaranti, ugualmente con feste a tema, uniche ed originali. Halloween piace a tutti, dunque. E forse perché è fuori dagli schemi classici, in cui il più brutto e strano è considerato per una volta il più apprezzato; in cui ci si diverte anche con poco e senza spendere un capitale, se si ha la giusta creatività e stile. Inoltre, nessuno è veramente escluso. Anzi, vi è una inclusione pressoché totale tra le persone che hanno come unico scopo quello di divertirsi, per lasciare lontano i veri orrori del mondo attuale e per scongiurarne nuove calamità future. Scopriamo allora quali significati nasconde il nome "Halloween" e quali sono le idee per celebrare appieno tale ricorrenza, mantenendo vivo lo spirito creativo e leggero della festa. 1# Festa celtica esportata negli USA Si tratta in origine di una festa celtico-pagana di fine estate che si chiamava Samhain (tradotta in lingua Irlandese antico) che ha influenzato la ricorrenza di Halloween e che vuol dire All Hallows Eve o meglio "Ognissanti". Dal momento in cui viene poi esportata dagli Irlandesi e Scozzesi a meta dell'800 in America, la celebrazione assume un carattere diverso ed esclusivamente consumistico. 2# Il simbolo della Zucca e di Jack O' Lantern Il personaggio chiave di Halloween è senza dubbio quello di Jack O'Lantern, il quale dai racconti di folklore Irlandesi, era un fabbro avaro e spesso ubriaco che imbrogliò ben tre volte il Diavolo, il quale a sua volta, dato che non poteva prendere la sua anima, perché morì prima dei 10 anni dal patto, lo condannò a vagare per il mondo nell'oscurità con un solo tizzone per farne luce. A suo modo, Stingy Jack, fece poi una lanterna servendosi di una rapa scavata. Poi la rapa divenne la famosa zucca che tutti conoscono, ma forse si conosce meno la storia originale sulla zucca, appunto. 3# Gatti neri, pipistrelli e gufi notturni "Ai gatti neri porta sfortuna essere attraversati da un'auto." Giordano Bruno Guerri, (Pensieri scorretti, 2007) Nella notte di Samhain, il rito propiziatorio di scacciare gli spiriti maligni comprendeva l'utilizzo di pipistrelli che erano efficaci per scacciare gli insetti dai falò che venivano costruiti per la celebrazione. E così anche per i gatti neri, che insieme ai pipistrelli, diventano dei caratteri del tutto gotici fin dal periodo medioevale, in relazione alle streghe e alla magia nera. La superstizione legata soprattutto al gatto nero, diventa un vero problema e viene lanciato negli ultimi anni un vero allarme in difesa dei felini che vengono utilizzati per riti satanici. Inoltre, al contrario degli antichi Greci che ritenevano i gufi sacri e portatori di saggezza della dea Athena, ecco che anch'essi sono associati a streghe se non addirittura a demoni trasformati in animali, sempre vigenti dal periodo medievale fino all'inquisizione spagnola del 1600 inoltrato. 4# Il Business colossale del "dolcetto o scherzetto" "Trick or treat, smell my feet, give me something good to eat." - Proverbio Inglese - E' soltanto dopo la fine del secondo conflitto mondiale, che Halloween si trasforma in un vero affare colossale, dovuto allo slogan di "Trick or treat, smell my feet, give me something good to eat", che vede i bambini finalmente protagonisti, ma purtroppo ignari del messaggio subdolo che è legato all'immensa produzione di caramelle e dolci di vario genere, per il semplice e furtivo consumo di una "sola notte". Ma quali sono i "sweets" più amati dai bambini? YouGovAmerica ha ha mostrato a 703 bambini americani dagli 8 ai 14 anni una serie di abbinamenti caramelle commercializzate specialmente per Halloween e di caramelle alternative, scoprendo che il più popolare per i bambini americani da accaparrarsi nella notte di Halloween è Reese's Peanut Butter Cups, una caramella al cioccolato che ha vinto ben il 75,9% dei suoi match-up. Ma piacciono anche i Cookies fatti in casa, mentre è da evitare assolutamente la liquirizia nera, che appare ultima nella classifica di preferenze con il solo 16%. E' quindi pur vero che infondo vedere la felicità di un bambino che raccoglie dolci nella propria zucca, non ha ovviamente prezzo. 5# Ciò che ci spaventa ci affascina "La più antica e potente emozione umana è la paura, e la paura più antica e potente è la paura dell’ignoto." - Howard Phillips Lovecraft - Quello che avviene al nostro cervello quando si ha paura, è praticamente un "altalena di emozioni", derivanti dal rilascio di ormoni quali: l'insulina, che favorisce lo stato di allerta e fa battere il cuore velocemente e dell' endorfina e della dopamina che sono capaci di tirare fuori prima la paura, poi l'eccitazione e la rassicurazione. Ma il centro della struttura celebrale legata allo spavento è quella della Amigdala, che processa le forti emozioni inviandole poi ai lobi frontali che rassicurano da un lato con un'analisi razionale e dall'altro dal rilascio di diversi ormoni, già alcuni espressi sopra, che si sintetizza con le emozioni di terrore e poi di piacere e fascinazione. 6# Scorpacciata di Film Horror e Pop Corn "Vedi, certe cose che succedono lasciano tante tracce di quello che è accaduto. Ma sono tracce che non tutti possono vedere, ma solamente quelle persone che hanno la luccicanza, solo loro." - Dal film Shining - Un idea interessante per chi osa passare la notte di Halloween in modo terrificante ma divertente, è quello di mettere alla prova tutti gli ormoni della paura e dell'eccitazione e di sfidare il buio con gli altri mascherati a tema. E di riuscire a vedere insieme fino alla fine film horror, per una serata di solo Cinema Horror e chili di Pop Corn. Ecco allora alcuni titoli di film cult e Serie Tv sul genere che consigliamo a chi "ha fegato e coraggio da vendere", da vedere rigorosamente al buio ed in totale silenzio, per non rovinare l'atmosfera angosciante e di terrore del momento. I nostri Best Horror Movies sono: Shining; L'Esorcista; Psicho; Profondo rosso; It; Lo squalo; Dracula di Bram Stoker; Nightmare; The Ring; Scream; Into the dark (serie Tv) ed Halloween (ovviamente).. Ma ci sono molti altri ancora, se ce la fate a tenere gli occhi aperti! 7# Cena tra amici con delitto “Mi chiamo Hercule Poirot e sono probabilmente il miglior investigatore al mondo.” - Hercule Poirot - Un idea sempre più apprezzata è quella di creare una serata in cui vengono a volte presi anche degli attori sconosciuti per interpretare dei ruoli a sorpresa, con lo scopo di creare un delitto perfetto, in cui tutti gli ospiti devono poi trovare l'assassino, seguendo indizi, indovinelli ed imprevisti. Ci sono delle vere agenzie presenti ora anche in Italia, che organizzano tutto presso strutture selezionate come ristoranti e ville apposite. Perfetto per chi vuole vivere una esperienza nuova e divertente. 8# Visitare luoghi e borghi magici Oltre a soggiornare in un castello, (magari infestato) che è senza dubbio l'opzione più affascinante per chi cerca l'atmosfera spaventosamente reale nella notte di Halloween, è possibile fare dei tour esplorativi "notturni" in luoghi dove leggende e storie narrano di episodi legati a fantasmi, streghe e maledizioni trasportandoci direttamente in quei mondi così magici, che si trovano spesso solo nei libri di Edgar Allan Poe e Stephen King o nelle pellicole più famose. 9# Festa in maschera in villa “Ma guarda che Halloween è finito, finalmente ti puoi togliere la maschera!” - Anonimo - Decidere un costume di diavolo, strega, zombie, zucca e quant'altro è già di per sé un vero divertimento, ma quando ci si trova con amici ed altre persone in una villa fuori città, tra candele, addobbi di ragnatele e musica d'atmosfera, lo spasso è assicurato. Per la riuscita di una buona festa è richiesto soprattutto una buona dose di attenzione al dettaglio e creatività nel costume scelto, che oltre a colpire gli altri, deve anche esso raccontare una storia e si deve entrare nel personaggio quanto possibile. Non riconoscersi subito, è poi l'altra lieta sorpresa e conferma che la maschera scelta, ha centrato il suo obiettivo di spaventare e sorprendere.. #10 E' soprattutto la festa dei bambini (e non solo) Chi merita più di tutti di divertirsi e ricreare un'atmosfera terrificante in giochi a gogo senza fine, sono soprattutto i bambini, che dopo la lunga pandemia dovuta al Covid19 e le successive regole del "New Normal", hanno perso un pezzo della loro vita spensierata e del l'importanza di giocare, fondamentale invece per una corretta crescita psicofisica. Tornare a divertirsi, è quindi fondamentale, perché è proprio nel gioco, che ci si relaziona con l'altro, in cui si ride e si sbaglia e soprattutto ci si emoziona. Quindi, le attività consigliate variano tra mimi, caccia al tesoro, nel colpire la pignatta alla cieca per prendere più dolci possibili, finendo magari con un bel pigiama party, con golosità tipo il muffin a forma di zucca e gufo ricoperti di tanta cioccolata. Apprezzeranno anche gli adulti, che insieme ai bambini, si riscoprono anche essi fanciulli, capaci ancora di sorridere al ridicolo e mostruoso, con una promessa a se stessi che si potrebbe tradurre così: "di tornare a divertirsi più di prima, con una maggiore consapevolezza, apprezzando quello che si ha, con profonda gratitudine e allo stesso tempo mantenendo sempre l'animo leggero", pronto per nuove ed impreviste esperienze di sano terrore e divertimento che solo Halloween può regalare". ...E per chi resta solo ad Halloween Nessuno dovrebbe rimanere solo ad Halloween, ma se proprio succede che non si ricevono inviti oppure che non siamo nel mood di feste a tema, possiamo preparare la nostra personale celebrazione, dedicando una piccola parte della casa alla trasformazione, comprando una zucca e mettendo dei lenzuoli con dell' ovatta un pò ovunque, per ricreare quantomeno l'atmosfera ideale davvero creepy e tenebrosa. Con tanto di copertina e divano e vestiti con almeno un indumento di colore di stagione e cioè di arancione, ci possiamo preparare un buonissimo dolce tipico Irlandese, detto Barm Brack, guardando magari qualche Film o serie Tv, e scoprendo il piacere di vivere l'esperienza di Halloween in modo originale da soli, senza avere paura del buio ma nell'apprezzare il significato implicito di tale festa e cioè quella di onorare gli spiriti, accendendo una candela o sotterrando un melograno in giardino così che possa portare fortuna e buone notizie per il nostro prossimo futuro. Happy Halloween!!!

  • Songs (Re)Evolution. Le 10 canzoni che ispirano al ritorno della Controcultura.

    Esistono canzoni che oltre ad emozionare, hanno la capacità di ispirare e trasformare la vita delle persone. Ecco la Top List di OutsiderPost, da "ascoltare" soprattutto in momenti di Emergenza individuale e globale. Esistono le canzoni d'amore; poi le canzoni nostalgiche e quelle leggere, che hanno il semplice intento di distrarci dalla quotidianità pressante. Similmente, esiste anche un filone diverso e del tutto"speciale", costituito da pezzi musicali senza tempo, che oltre ad emozionare, conducono le persone a una profonda riflessione degli accadimenti globali. Da Bob Dylan passando per John Lennon, The Beatles, The Rolling Stones, Jim Morrison e Bob Marley, arrivando ai giorni nostri con gli U2, Green Day e forse pochi altri, la musica è sempre stata la voce nascosta del popolo che agogna per un rifugio sicuro da cui sottrarsi dalle meschinità globali. Che allo stesso tempo sia un luogo magico da cui prendere ispirazione per ritrovare la speranza e la forza d'azione nel superamento dei tempi difficili odierni. La musica, quindi, come strumento efficace in grado di fornire una maggiore consapevolezza del posto che desideriamo occupare nel mondo Mentre la musica in generale può pertanto considerarsi terapia dell'anima e risanatrice del cuore spezzato, ecco che quella di protesta, si riserva un compito extra e cioè di chiarificare eventuali disorientamenti dello spirito e della mente causati da una società sommariamente edonistica, nella direzione di verità e discussione interiore e della conseguente trasformazione delle persone. In tempi così incerti e pericolosi, rivolgiamo allora una piena attenzione a quei testi cosiddetti "Rivoluzionari" e della "Contro-cultura" della musica mondiale che fin dagli anni 60' hanno ispirato intere generazioni, al fine di: capire dove stiamo andando ora; chi siamo; e cosa serve per poter cambiare in meglio le nostre singole vite in un momento così importante. I tempi stanno cambiando "Questa terra è la tua terra, questa terra è la mia terra, certo, ma tanto il mondo è gestito da coloro che non ascoltano mai Musica." - Bob Dylan - Gli artisti che si sono spesi attivamente a favore di temi sociali, politici e di pura protesta al sistema, sono in realtà moltissimi. Ma il fine di questo approfondimento non è fare un semplice elenco di nomi (pur se tutti di riguardevole nota) ma è soprattutto di inquadrare alcuni punti in comune su almeno tre artisti che in particolare hanno indirizzato le folle a contemplare alternativamente il mondo in cui essi stessi vivevano. Le tre icone più rappresentative (secondo OutsiderPost) sono: Bob Dylan, John Lennon e Bob Marley. Bob Dylan, considerato probabilmente il più grande poeta vivente e voce indiscussa della sua generazione, è stato il primo musicista in assoluto ad aver ricevuto il premio Nobel per la letteratura nel 2016. Divulgatore eccelso della poesia musicata, è riuscito ad ispirare milioni di giovani verso una musica di maggiore consapevolezza politica e di riflessione. Nell'accettare in ritardo di tre mesi l'ambito premio, è lui stesso a voler rispondere con una nota di chiarimento sul suo ruolo di "narratore e cantastorie": "le nostre canzoni sono vive nella terra dei vivi. Ma le canzoni sono diverse dalla letteratura. Sono fatte per essere cantate, non lette. Le parole delle opere di Shakespeare erano destinate ad essere recitate sul palco. Così come i testi delle canzoni sono fatti per essere cantati, non letti su una pagina. E spero che alcuni di voi abbiano la possibilità di ascoltare questi testi nel modo in cui erano destinati ad essere ascoltati: in concerto o su disco o in qualunque modo la gente ascolti le canzoni al giorno d'oggi. Ritorno ancora una volta a Omero, che dice: "Canta in me, oh Musa, e attraverso di me racconta la storia". (Re) Evoluzionario: chiunque abbia ascoltato almeno una volta un pezzo del menestrello di Duluth, è catapultato di fatto nelle emozioni dell'intero ventennio '60 e '70, ancora vive e vegete nel mondo odierno. Carismatico, sfuggente e a volte molto poco simpatico, egli è soprattutto un Anticipatore dei suoi tempi, che come ha dichiarato il musicologo Alessandro Carrera, "l’intensità con la quale ha fatto cozzare linguaggi diversissimi tra loro è unica e irripetibile"; l'uso del melting pot linguistico di così rara bellezza, si ritrova in tutte le ballate attraverso racconti allusivi, tra metafore e storie evocative, al cui interno si nascondono ulteriori suggestioni e suggerimenti che invitano sempre ad un secondo ascolto. Inoltre, Bob Dylan è stata la voce del dissenso e della cultura alternativa, che proviamo a riassumere qui con i suoi tre brani più celebri: "Blowing' in the wind": ovvero le disillusioni giovanili nei confronti della politica. "Quante strade deve percorrere un uomo prima di essere chiamato uomo?"... "Like a Rolling Stone": il racconto del perenne stato emotivo di "una pietra che rotola", quale manifesto dell'inquieta beat generation in cerca della felicità attraverso un crudo percorso esistenziale costellato da continui fallimenti e redenzioni. "Come ci si sente nello stare da soli senza una via che ti conduca a casa come una completa sconosciuta, come una vagabonda?"... "The Times they are changing": nel 1964, scrive questa canzone con il preciso scopo di raccontare il disincantato totale dei giovani dal sistema, e della nascita del movimento dei diritti civili negli Stati Uniti. "C'è una battaglia fuori che infuria e presto scuoterà le vostre finestre e farà tremare i vostri muri perché i tempi stanno cambiando"... Parlando di Rivoluzione e diritti sociali "Se tutti chiedessero la pace invece di un’altra televisione, allora ci sarebbe la pace." - John Lennon - La notizia è di appena tre giorni fa. Riguarda il ritrovamento di una rara registrazione su cassetta di John Lennon e Yoko Ono di 33 minuti che è stata venduta per 58.300 dollari (43.000 sterline) in un'asta nella capitale danese Copenhagen. E' chiaro che ogni riferimento a John Lennon diventa immediatamente iconico e di immenso valore, visto l'eco immenso dietro un tale mito musicale. E' stato nominato da molti come il paladino della "rivoluzione pacifica" e "dell'anti-sistema" per eccellenza e riconosciuto dalla BBC tra le 100 celebrità britanniche più influenti di tutti i tempi. (Re) Evoluzionario: La definizione più interessante che lo riguarda, la ritroviamo attraverso le parole del giornalista americano Rob Sheffield: "Era lo spirito più caustico, sarcastico e pungente del mondo della musica. Quindi lo si sminuisce se lo si dipinge come un ottimista dalla mente semplice." E' ovviamente impossible inserire tutte le sue canzoni anche se va sottolineato che ognuna di esse è un vero capolavoro senza tempo, da ascoltare e riascoltare, per contemplarne il potente significato, suono e parola. John Lennon è soprattutto un libero pensatore dei tempi moderni, la cui potenza della sua musica risulta immortale e trascendentalmente artistica, sotto ogni punto di vista. Imagine: dichiarata nel 2017 come canzone del secolo, "Imagine" è l'inno di pace per eccellenza, scritta da un uomo che oggi avrebbe avuto 81 anni e che sarebbe stato stato sicuramente il musicista più influente del mondo. (O forse per noi, lo è comunque) "Immaginate che non ci siano patrie, non è difficile farlo, nulla per cui uccidere o morire ed anche alcuna religione. Immaginate tutta la gente, che vive la vita in pace." Isolation: nell'essere sempre avanti rispetto al suo tempo, John Lennon parla già di isolamento e clima senza aver mai vissuto ne il lockdown ne la Pandemia, in un vero testo profetico, realizzato come video amatoriale da lui stesso, in cui mostra la sua dimora abitativa, ma senza presenza umana, se non quella accennata da un immagine riflessa mentre lui gira il video. "Abbiamo paura di rimanere da soli...isolamento...Abbiamo paura di tutti, abbiamo paura del sole"...Il sole non scomparirà mai, ma il mondo potrebbe non avere molti anni". Revolution: è una canzone scritta in India da John mentre le proteste a Parigi stavano arrivando sull'orlo di una guerra civile, e che racconta lo stato d'animo sofferto dell'artista, in bilico tra azione diretta e disobbedienza civile non violenta. Esistono due versioni: una commerciale e una long version controversa, con Revolution #9, che lo stesso John Lennon vede come: "Era un'immagine che ho dipinto nel suono della rivoluzione, che era un completo omicidio e uccisione e persone che urlavano e bambini che piangevano e tutto il resto, che è quello che pensavo davvero sarebbe stato." "Dici che vuoi una rivoluzione, Beh, sai, tutti vogliamo cambiare il mondo. Mi dici che è l'evoluzione, Beh, lo sai, tutti vogliamo cambiare il mondo. Ma quando parli di distruzione. Non sai che puoi non contare su di me." Tra Redenzioni, cadute e "vibrazioni" positive Negli anni 60-70, sono molti i movimenti Contro-Culturali che si sono sviluppati in dissenso alle guerre (tra tutte quella del Vietnam) ma anche alle crisi economiche devastanti e dei diritti civili non ascoltati dei giovani delusi dal sistema, delle donne e di tutti coloro che sono risultati emarginati dal capitalismo galoppante. Tali gruppi di dissenso, come gli Hippies Statunitensi che discendevano dai Beat Generation e che alla fine degli anni '60 inneggiavano l'amore utopico libero come unica via di redenzione in opposizione a tutti i principi costitutivi della società moderna tradizionale, sono in realtà l'esempio perfetto della famosa "caduta e redenzione" delle ballate di Bob Dylan, in cui si delineano due limiti sostanziali cha hanno portato alla fine degli Hippies: l'Eccesso d'uso nelle nuove droghe quali LSD, con il conseguente aumento del crimine locale-nazionale sul territorio americano; la commercializzazione eccessiva della cultura spontanea degli hippies. Pertanto, le migliori intenzioni della "generazione dell'amore" perirono nei decenni successivi, ripresentandosi recentemente in una forma artefatta e traducibile agli ultimi nati, cioè agli "Instagram generation" (vedi anche gli Spirit Weavers) che come sottolinea la giornalista del "The Guardian" Rhiannon Lucy Cosslett, hanno solo "applicato filtri retrò alle proprie foto con l'I-Phone", per ricreare quell'atmosfera neo hippy tanto di tendenza negli ultimi anni. Nel viaggio di redenzione e "positive vibration" trasmesso dagli Hippies, si ritrova a distanza di qualche anno, una terza figura emblematica nel panorama musicale mondiale di enorme influenza; un vero pioniere del nuovo genere musicale denominato "Reggae" e che diviene da subito il simbolo globale della musica, della cultura e dell'identità giamaicana. Si tratta ovviamente di Bob Marley, il quale è riuscito ad operare attivamente per le riforme sociali democratiche del suo paese, unendo una forte coscienza spirituale nella sua carriera musicale. (Re) Evoluzionario: guida spirituale del "rastafarianesimo" (che considera Dio come un uomo e non una divinità), Bob Marley è stato un Rivoluzionario romantico che Jim Cliff musicista Giamaicano lo sintetizza così: "Un poeta più che un musicista". Redemption song: la sofferenza psicologica e fisica (per la scoperta di un cancro che lo sconfiggerà nel 1980) è percepibile in questa canzone eterna ed inno alla libertà che l'umanità deve aspirare per la liberazione finale. "Emancipatevi dalla schiavitù mentale. Solo noi stessi possiamo liberare la nostra mente. Non aver paura dell’energia atomica, perché nessuno di loro può fermare il tempo." Positive vibration: all'interno dell'album "Rastaman Vibration", in cui si trovano molte canzoni sociali come "War"e "Rat Race", il testo evidenzia la lotta tra luce e tenebre, tra positività e negatività in senso quasi biblico e di ispirazione per tutti gli oppressi del mondo. "Se ti abbatti e litighi ogni giorno, stai dicendo preghiere al Diavolo, dico io. Fate largo al giorno positivo perché è un nuovo giorno, nuovo tempo, nuovo sentimento, Yeah!" Get up, stand up: il linguaggio universale di azione pacifica e coraggio nelle parole di questo testo, riassume esattamente gli animi dei milioni di persone oppresse e sacrificate anche nel 2021, mentre l'autenticità e l'insieme tra suono e parola, apre il cuore e l'emozione profonda di ognuno che ascolta tale gemma musicale magica. "Si possono ingannare alcune persone a volte, ma non si può ingannare tutto il popolo tutto il tempo. Così ora noi vediamo la luce. Ci alzeremo in piedi per i nostri diritti." Se l'evoluzione è figlia della Rivoluzione “Un'evoluzione è un destino.” - Thomas Mann - Le tre anime musicali e rivoluzionarie di Bob Dylan, John Lennon e Bob Marley, altro non sono che facce della stesso cubo (tridimensionale), che opera sul piano evolutivo in maniera trasversale, in cui ognuno di loro, ci ha mostrato una personale finestra sul mondo su cui riflettere per evolvere come "umani". In particolare, rivedendo il loro percorso oggi e quello che ci hanno lasciato, ne apprezziamo alcuni tratti in comune, quali: il loro ruolo attivo nel sociale con la musica di "nuova visione" sui diritti dell'uomo, che emerge come strumento efficace d'azione civile agli accadimenti nel mondo; che tali figure carismatiche ed ispiranti non hanno seguito i falsi idealismi dell'epoca bensì loro stessi, mantenendo sempre vivo uno straordinario coraggio ed anticonformismo, anche nel parlare fuori dal coro; con la loro determinazione e sana impudenza trasmessa in Musica, hanno dimostrato l'importanza del valore naturale di libertà come irrinunciabile diritto per tutti gli esseri umani, nessuno escluso. A tale principio, che ad oggi fatica ad essere ancora compreso, si affacciano le loro vite, tra eccessi e redenzioni, come dimostrazioni viventi di esistenze alternative possibili al cosiddetto pensiero unico dominante. Al contrario, oggi, parlare di Rivoluzione, Libertà e Diritti, diventa argomento Off-limit. L'apparente Socialità diffusa digitalmente con le nuove tecnologie, limita altresì argomentazioni possibili su temi scomodi come "resistere", "disappunto" e "visione alternativa", considerati di per sé pericolosi a priori. Ma se da un lato il nuovo paradigma politicamente corretto sostiene l'indifferenza generalizzata degli eventi con "tacito" consenso generale, dall'altro iniziano ad alzarsi forti i venti del cambiamento o "wind of changes", di alcuni musicisti non allineati che dissentono palesemente "in musica" sulla questione Covid19. Tra tutti: Eric Clapton: già protagonista del "Summer of Love" degli anni 60/70, l'artista è la dimostrazione che la musica può ancora dire la sua verità su argomenti sgraditi, come quello della Pandemia in corso. Nel far sentire la propria voce e la sua straordinaria chitarra, il pezzo è tipico dello "slow hand". Egli riesce ad usare egregiamente le parole con un potente senso morale e diretto al sistema globale. Un impegno musicale importante il suo, che lo fa divenire un vero portavoce dei tempi attuali; esso è un testo appassionato e un vero appello al "risveglio spirituale" e di "resistenza attiva" di massa. Ecco in breve il cuore del brano: "Questo deve finire, quando è troppo, è troppo. Non posso più sopportare queste stro****e. E' andata avanti abbastanza e se volete prendere la mia anima, dovete venire e sfondare questa porta. Sapevo che c'era qualcosa che non andava quando avete iniziato a dettare legge. Non posso muovere le mie mani, mi viene da sudare; voglio piangere. Non ce la faccio più. Questo deve finire....Ho girato il mondo per tanto tanto tempo, e ho visto tutto. Sono abituato ad essere libero. So chi sono...pensando ai miei figli, cosa resta loro. Se volete venire a prendere la mia anima, dovete venire e sfondare questa porta." Insieme ad Eric Clapton, va ricordato anche il batterista dei Queen Roger Taylor, che ha appena pubblicato il suo sesto album solista e che si intitola OUTSIDER. (scusate il doveroso richiamo!) Scritto durante il Lockdown, la sua voce elegante in linea con la stagione autunnale appena iniziata, è un viaggio introspettivo negli stati d'animo vissuti durante l'isolamento pandemico e che lo stesso Roger Taylor narra così: "E' un progetto riflessivo, da cui emerge un palpabile senso di isolamento, dedicato a tutti gli outsider, quelli che si sentono lasciati in disparte, ma anche di rivalsa. E aggiungiamo, anche per tutti coloro che si sentono fuori posto, ma che seguono alla fine la propria strada scegliendo il sentiero anziché la via principale, come invece fanno tutti gli altri. Non smettere mai di parlarne Oltre a Bob Dylan, John Lennon, Bob Marley ed Eric Clapton, è da menzionare un altra artista "impegnata" il cui nome è Tracy Chapman. Con la sua canzone capolavoro, intitolata "Talking about a Revolution", uscita nel lontano 1988, risulta anch'essa essere di incredibile attualità nei tempi in cui viviamo oggi. Per chi non conosce questa talentosa artista degli anni 80', nel suo profondo impegno sociale e spirito rivoluzionario, si racchiudono racconti individuali di gente comune, che alzano la voce pacatamente per l'ottenimento dei diritti e per l'uguaglianza, come un unica voce di un popolo, che si chiama Umanità. La canzone invia innanzitutto un messaggio importante e cioè che l'importante è parlarne, per sbloccare il tabù in cui è racchiuso il termine di "Rivoluzione". Inoltre, la discussione sul tema, può svilupparsi in una maniera civile ma appassionata, senza per forza essere catalogati come strambi o complottisti, da esprimere con: amici: in genere è più facile affrontare argomenti sensibili con chi si conosce, in cui sincerità e lealtà sono le forme più alte dell'amicizia, ma anche la tolleranza ed ascolto. Vanno però sempre presi in considerazione alcuni fattori all'interno del dialogo e cioè: i valori, le ideologie individuali proprie e dell'altro; che il dialogo e la condivisione sono la risposta concreta ai concetti tipici di lotta armata e violenza. sconosciuti: si può usare l'ironia e l'umorismo con chi non si conosce affatto, alleggerendo al conversazione riguardo i diversi temi scottanti d'attualità, anche per sondare il terreno con l'altro laddove il problema sembra insormontabile. Immaginare di svegliarsi al di là dell'arcobaleno “Per me l'uomo colto è colui che sa dove andare a cercare l'informazione nell'unico momento della sua vita in cui gli serve.” - Umberto Eco - E' interessante notare come un certo desiderio di contro-cultura stia ritornando con forza alla fine del 2021. Iniziata come una tendenza moda propagata negli anni 60/70, la contro-cultura diventa nuovamente il manifesto di resistenza e dissenso contro l'establishment, sia per le vecchie che nuove generazioni. Ne sono dimostrazione tangibile le miriadi di proteste ovunque nel mondo contro il Green pass, che fanno parlare di un neo risveglio collettivo delle coscienze, come nel 1968. E mentre il conformismo della musica attuale non racconta granché, (vedi Eric Clapton e Roger Taylor per esempio) risuonano forti le musiche dell'era dell'acquario, che tra guerre e proteste pacifiste, profetizzano di un futuro incerto, ma pieno di emozione ed evoluzione dell'uomo, proprio grazie al termine di Rivoluzione. L'idea fondamentale che una canzone rivoluzionaria porti all'evoluzione, è pertanto possibile. Inoltre è plausibile pensare che il potere della Musica "contemplativa a sfondo sociale" sia contagiosa e che, come sottolinea il grande Umberto Eco, arriva a tutte le persone, "che sanno dove andare a cercare l'informazione nell'unico momento della vita in cui serve". Così vale per la Musica. Nella lotta tra il Cancel culture e la Contro-cultura, tra il conformismo e la libertà di pensiero, è chiaro che non importa cosa si segue, se un certo genere o periodo musicale anziché un altro, ma è necessario cercare quella informazione nascosta, all'interno del sogno del mondo desiderato e presente "al di là dell'arcobaleno". (proprio come nella bellissima canzone di Judy Garland de"Il Mago di Oz"). Magari si possono cercare tali risposte attraverso un dipinto, un film, un libro, un tramonto o un sorriso di un bambino; osservando il mondo là fuori, per scoprire un universo dentro, che ci aiuti infine ad evolvere per capire chi siamo e per esercitare il talento che ci è stato donato come contributo al mondo attuale. Questa è certamente la più vera e grande Rivoluzione. Noi stessi. (Re)Evolutionary SONGs - Top List - Ecco la Top 10 delle canzoni (Re) Evoluzionarie stilata da OutsiderPost, che continuano ad ispirare milioni di persone alla controcultura, al dissenso consumistico e che inneggiano ad un mondo migliore possibile. 1)"Imagine":"You may say I'm a dreamer, but I'm not the only one..." (John Lennon) 2)"The times they are changing":"The line it is drawn, the curse it is cast, the slow one now will, later be fast..." (Bob Dylan) 3)"Revolution":"You say you want a revolution, well, you know, we all want to change the world.You tell me that it's evolution...But when you talk about destruction, don't you know that you can count me out..." (The Beatles) 4)"Get up Stand up":"Get up, stand up! (Get up, stand up!). Don't give up the fight! (Life is your right!)..." (Bob Marley) 5)"Talking about revolution":"Poor people gonna rise up, and take what's theirs..."(Tracy Chapman) 6)"Mandela Day":"It was 25 years they took that man away, and now the world come down say Nelson Mandela's free..." (Simple Minds) 7)"Gimme Shelter":"Oh, a storm is threat'ning, my very life today if I don't get some shelter..." (Rolling Stones) 8)"Respect":"All I'm askin', is for a little respect when you come home..." (Aretha Franklin) 9)"Break on Through": "I found an island in your arms, country in your eyes.." (The Doors) 10)"Sunday Bloody Sunday": And the battle's just begun, there's many lost, but tell me who has won..." (U2) OP: Quale è la canzone che ha cambiato in qualche modo la tua vita e ti ha fatto alzare dalla sedia ed urlare "LIBERTA"? Condividi su @outsiderpost su Twitter la tua opinione e preferenza.

  • Clima 2021: l'umanità è davvero al punto di "No Return"?

    Il recente Report ONU presentato sui cambiamenti climatici attuali, ci preoccupa e non poco. E nel frattempo, la nostra madre Terra, deturpata per decenni dalle infinite attività umane, ci invia oggi un messaggio shock: "che siamo forse al punto di "Non Ritorno" (se non ci attiviamo ora). "Gli uomini discutono. La natura agisce." (Voltaire) La questione sul Climate Change non è mai stata così seria ed allarmante come oggi. Vuoi l'uscita del sesto Report Ufficiale dell'ONU sulle proiezioni future del pianeta che stanno turbando gli animi generali, vuoi l'uscita di libri come l'ultimo di Bill Gates, che esorta a cercare soluzioni tempestive per l'imminente disastro, vuoi il susseguirsi di accadimenti naturali, che destano non poca preoccupazione. Vuoi infine anche la pandemia Covid Sars2, che non intende finire e che aumenta l'incertezza del contesto complessivo, in cui arriva un momento per ognuno di noi nel porre alcuni interrogativi a riguardo e cioè: Quale ruolo spetta (in pratica) ad ognuno di noi per poter salvare il pianeta? Siamo già ad un punto di non ritorno? O meglio, qualsiasi sforzo risulterebbe ormai inefficace ad un miglioramento od almeno non peggioramento dell'Eco-sistema? Se la questione del Climate Change condurrà di conseguenza ad una limitazione progressiva delle libertà nella vita quotidiana, in nome della sola salvezza ambientale? (già verificabile con l'emergenza pandemica) Ida ed i suoi fratelli "Terribili" “Dopo l'uragano le persone non sono più le stesse, sono cambiate.” (Frase tratta dal Film - Invasion -) A distanza di 16 anni "esatti" dalla ferocia di Katrina, ecco arrivare l'Uragano Ida che con quasi 50 vittime all'attivo, è giunto nello stato americano della Louisiana, per passare in breve da una categoria 4 (su 5) con timori di raffiche record ai 200 Km orari, ad una tempesta tropicale di categoria 1, mettendo più di 1 milione di clienti senza corrente, (secondo il sito di monitoraggio PowerOutage.US) Al momento la tempesta è passata nello Stato del New Jersey e di New York allagando completamente la città, con moltissimi danni e privazioni dei servizi ai cittadini per molte ore ancora. L'estate eccezionale di quest'anno non ha interessato solo gli Stati Uniti, ma diverse aree del pianeta, con intensità e durate inaspettatamente prodigiose (senza precedenti nella storia moderna). Ecco alcuni eventi bizzarri e assai drammatici che hanno interessato molti paesi "quasi" contemporaneamente, quali: Germania: le inondazioni da Record avvenute lo scorso luglio e che hanno portato a 200 vittime circa, vedono già oggi l'approvazione di un fondo di 30 miliardi di Euro per l'emergenza da Angela Merkel, nel ricostruire case, imprese e infrastrutture nelle città più colpite. Inghilterra: i gravi straripamenti nelle molte strade di Londra che si sono trasformate in Canali, sono stati causati dai forti acquazzoni e temporali pesanti dei molti giorni addietro; Canada: la zona della Columbia Britannica ha registrato la temperatura più alta di sempre, con ben 49,5C, creando una cupola di calore senza precedenti; California: gli incendi nella stagione estiva della Costa Californiana non sono ancora finiti, rompendo ogni volta nuovi Record in negativo sui dati precedenti; Italia: l'esondazione del bellissimo Lago di Como in Agosto, ha visto toccare un livello dell'acqua fino a ben 1,41cm, con devastazione dell'intera area limitrofa al lago. Molti si chiedono se Ida ed i suoi "Fratelli terribili", altro non siano che l'ennesimo avvertimento che la terra ci sta inviando sul cambiamento climatico in atto, dato che a detta degli ambientalisti, e su tutti Greta Thunberg, "non si arresterà e diverrà irreversibile se non agiamo immediatamente." Oppure se, come nel caso dello Scienziato Steven Konnin, si tratti di variazioni guidate da potenti forze naturali che sono indipendenti dall'uomo, in cui la forza di adattamento umano e l'uso della geo-ingegneria possono migliorare il clima attuale e futuro. Ma è la costante battaglia massiccia portata avanti dalla giovanissima Greta, che trova conferma ufficiale con l'uscita del Report dell'ONU sulla situazione attuale del Clima mondiale. L'influenza umana che uccide gli Oceani “La Terra non condivide il nostro pregiudizio verso la plastica. La plastica viene dalla Terra.” (George Carlin) Nel sesto report ONU pubblicato lo scorso 9 Agosto sulla valutazione del sistema climatico e cambiamenti climatici, la raccolta di circa 14.000 studi scientifici degli scienziati del Gruppo di lavoro intergovernativo sui cambiamenti climatici (IPCC) ha fornito il quadro più completo e dettagliato di sempre, su come il cambiamento climatico sta alterando il mondo naturale e di cosa potrebbe ancora accadere. Come rimarcato nell'esaustivo articolo di Reuters, (nota agenzia di stampa britannica) si evidenzia il drammatico allarme lanciato dallo stesso segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres, in cui il Report è descritto come un "codice rosso per l'umanità" che "deve suonare una campana a morto per il carbone e i combustibili fossili, prima che distruggano il nostro pianeta". Frasi dure, senza retorica e dirette finalmente al problema, dunque. E che lo definiscono una volta per tutte. Scientificamente parlando. Il Report ONU che si basa strettamente sulla Scienza fisica della misurazione e sperimentazione di dati incrociati, affronta diverse aree di studio Scientifico messe in relazione alle 4 domande più frequenti sul Clima che sono: Lo stato attuale del clima. È inequivocabile che l'influenza umana ha riscaldato l'atmosfera, l'oceano e la terra. Cambiamenti diffusi e rapidi nell'atmosfera, nell'oceano, nella criosfera e nella biosfera si sono verificati. Possibili futuri climatici: con l'ausilio di scenari, modelli climatici e proiezioni. Informazioni sul clima per la valutazione del rischio e l'adattamento regionale. I fattori naturali e la variabilità interna moduleranno i cambiamenti causati dall'uomo, specialmente su scala regionale e nel breve termine, con poco effetto sul riscaldamento globale centenario. Queste modulazioni sono importanti da considerare nella pianificazione per l'intera gamma di possibili cambiamenti. Limitare il futuro cambiamento climatico. Da una prospettiva di scienza fisica, limitare il riscaldamento globale indotto dall'uomo a un livello specifico richiede la limitazione delle emissioni cumulative di CO2, raggiungendo almeno lo zero netto di CO2 insieme a forti riduzioni delle emissioni di altri gas serra. Forte, rapida e sostenute riduzioni delle emissioni di CH4 limiterebbero anche l'effetto di riscaldamento risultante dalla diminuzione dell'inquinamento da aerosol e migliorerebbe la qualità dell'aria. Pertanto, le innumerevoli evidenze incrociate comprovano che l'aumento di: CO2, metano(CH4) e del protossido di azoto (N2O) nell'atmosfera sono il risultato dell'influenza umana sull'impatto climatico. E' innegabile visto che sotto i nostri occhi osserviamo ormai da tempo i devastanti effetti delle sconsiderate "attività umane" intraprese dall'era industriale, che senza nessun criterio etico hanno danneggiato l'ambiente; basti pensare all'eco-sistema più vasto della terra e cioè all'Oceano, in cui: L'innalzamento del mare insieme allo scioglimento dei ghiacciai e l'espansione del mare dovuta al riscaldamento degli oceani, sono soltanto alcuni dei drammatici e repentini mutamenti in atto, che assumono un andamento lento ma comunque inarrestabile. E non bisogna dimenticare la pesca intensiva, l'inquinamento marino dalle Maxi cisterne, la plastica etc. Respirare sarà sempre più difficile "In nome del progresso, l’uomo sta trasformando il mondo in un luogo fetido e velenoso (e questa è “tutt’altro che” un’immagine simbolica). Sta inquinando l’aria, l’acqua, il suolo, gli animali… e se stesso, al punto che è legittimo domandarsi se, fra un centinaio d’anni, sarà ancora possibile vivere sulla terra." (Erich Fromm) Il gas presente nell'atmosfera è intrappolato dall'energia termica derivante dal sole che rende sempre più invivibile l'aria che respiriamo, soprattutto nelle aree metropolitane ed industriali. E la cattiva produzione e consumo dell'energia causata dalle attività umane e derivanti da fonti fossili, fa aumentare precipitosamente le temperature dell'acqua e dell'aria, tanto che entro il 2030, la sfida principale sarà quella di: dimezzare l’attuale livello di emissioni, azzerandolo entro il 2050. Nell'impegno alla lotta dell'emergenza climatica, esiste il famoso Accordo di Parigi del 2015, nel responsabilizzare i paesi europei a seguire chiare misure di riduzione delle emissioni. Ma nel seguito del medesimo accordo, la realtà che si presenta è sempre più imprevedibile tanto che l'intensificarsi di eventi estremi in tutta Europa ha in concreto cambiato intere aree di campagna e città con la conseguente devastazione delle popolazioni protette e della biodiversità, ponendo in agenda una vera emergenza nell'emergenza. "Il futuro ci giudicherà soprattutto per quello che potevamo fare e non abbiamo fatto." (Ermanno Olmi) Uscendo poi dall'Europa, nel resto del mondo la situazione non cambia, sia in termini di trasformazione dei territori che della desolazione di essi dopo i ripetuti e terrifici disastri atmosferici. L'attenzione verso il tema della biodiversità, e nello specifico verso le popolazioni tribali è stato l'argomento centrale dell'ultimo Congresso indipendente tenuto in Marsiglia, in opposizione al World Conservation Congress (IUCN) che si tiene dal 3 al 11 Settembre, con iniziative comuni nella limitazione della perdita di Biodiversità e quindi dei cambiamenti climatici, con l'idea condivisa di: trasformare il 30% del pianeta in "aree protette"; Promuovere soluzioni basate "sulla Natura"; Decolonizzare la conservazione di territori e popolazioni indigene. Sono proprio le popolazioni indigene, coloro che preservano l'80% della Biodiversità del pianeta, ed acquisiscono un ruolo chiave nelle soluzioni inerente l'allarme globale sul Climate Change. Come infatti riportato dal sito oulandournature.org, la conservazione delle aree protette e dei cosiddetti "guardiani della natura", risulta essere la misura efficace di reale "soluzione verde "in contrapposizione ai "congressi tradizionali", in cui le parole restano spesso negli accordi senza passare mai al concreto. In agenda di dibattito per #DecolonizeConservation, si cercano soluzioni di: azione, giustizia sociale e riconoscimento dei diritti umani e territoriali abusati. E' senza dubbio una perfetta dimostrazione di come un'altra via è possibile, se vi è la visione e la volontà comune di farlo. Steven Konnin e ciò che la Scienza non dice "Le variazioni passate della temperatura superficiale e del contenuto di calore degli oceani non confutano affatto che l'aumento (circa 1℃) dell'anomalia della temperatura superficiale media globale dal 1880 sia dovuto all'uomo, ma mostrano che ci sono anche potenti forze naturali che guidano il clima." Steven Konnin - Scienziato - Come pronunciato dal Report ONU 2021, è un fatto accertato che le emissioni di combustibili fossili derivanti dalle attività umane hanno avuto un impatto determinante sul cambiamento del clima. Ma sono ugualmente da valutare alcune considerazioni in parte contrastanti allo Scienza fisica ordinaria e derivanti dal fisico Steven Konnin, che con il suo ultimo libro "Unsettled: What Climate Science Tells Us, What It Doesn't, and Why It Matters", sente il dovere di scienziato ma anche di cittadino, nell'esporre tutte le informazioni possibili al fine di aiutare le persone a capire e valutare concretamente il problema con la modalità del "Big Picture", mettendo così in relazione due storie : La narrazione del metodo Scientifico: con dozzine di modelli strumentali sofisticati che analizzano la risposta del Clima alle influenze umane e naturali proponendo proiezioni sul futuro. La risposta della Società al cambiamento climatico: cioè di cosa la Società può fare e deve fare rispetto al Climate Change, e del ruolo influente dei "diversi giocatori" in campo, quali media, politica, attivisti e comunità Scientifica che sono a favore di una probabile "perpetua crisi del Clima", che non giunge mai ad una risoluzione definitiva e condivisa. Ecco che allora Steven Konnin, con il suo libro coraggioso e ben strutturato, intende offrire un quadro equilibratamente alternativo di un racconto da Outsider, che forse mancava sul tema del Clima. Con la giusta dose di scetticismo, di ragion critico-scientifica e di spiccata indulgenza, egli analizza le moltitudini di modelli e grafici contenuti nelle valutazioni ufficiali della Comunità Scientifica, (che non lo vede di buon occhio) ponendo domande e perplessità, e nel sottolineare che a volte la Scienza non dice oppure trasmette le informazioni raccolte ai canali di comunicazione che fuorviano il significato originale inseguendo una narrazione prevalente. Inoltre, lo scopo di Konnin, è anche quello di richiamare i Media e non solo, all'accuratezza e miglioramento della promulgazione e comprensione del Climate change, rimarcandone in egual misura l'importanza delle medesime attività umane a quelle Naturali che sono anche esse legate al ciclo della "nostra madre terra" e che partecipano al conseguente cambio del clima. Per Konnin, la "sfida è ancora aperta, pur se incerta, ma ciò non vuol dire impossibile da superare per l'umanità", come invece viene tendenzialmente ritratta dai media e studiosi. Infine, l'autore dedica il testo a tutti coloro che hanno una mente aperta e che non si fermano alla prima narrazione che viene loro presentata. Una lettura per tutti gli Outsiders come Lui che amano la discussione aperta ma pacata, dove la partecipazione attiva e il dibattito civile è ben accetto, anche nei confronti dello stesso Scienziato, autore del libro. E' un libro che ci piace davvero e che non fa altro che ricordarci una cosa: cioè che l'essenza della Scienza è proprio quella tra il dissenso ed dubbio, in una eterna ricerca della verità e del dibattito aperto, tra grafici ed esperimenti. Nulla è certo ma tutto può cambiare in qualsiasi momento in considerazione delle variabili contingenti di un determinato contesto spazio temporale. Quale soluzione possibile "Azioni locali per benefici [climatici] globali." (José Manuel Barroso) Dagli annunci e manifestazioni globali che la giovanissima paladina dell'ambiente Greta Thunberg ha intrapreso negli ultimi anni con il motto "There is Not a Plan(et) B", e divenuto mantra per tutti gli ambientalisti ed attivisti nel mondo, arriviamo oggi all'ufficializzazione di quella previsione così sentita, all'interno del palazzo di vetro a New York. La paura e lo sconcerto per un futuro non lontano costituito dall'aumento delle temperature, del livello dei mari e dell'inquinamento atmosferico, etc. rende tutti forse un pochino più realisticamente vigili alle piccole azioni quotidiane. Sfido chiunque a non aver almeno una volta provato a fare in casa la differenziata o nel ricordarsi di spegnere la luce quando non serve, oppure di ridurre l'acqua mentre si fa doccia. Ma forse siamo al punto che le piccole azioni non bastano più. E non è detto (e forse si tratta del dato più certo, visto il Report in questione) che tutti siano consapevoli e così scrupolosi nel cercare di limitare le proprie abitudini a favore dell'ambiente e quotidianamente, anche se si tratta di una così importante. Nel riprendere le tre domande che abbiamo posto all'inizio dell'approfondimento, vediamo nel pratico cosa vuol dire azione volontaria, senza però l'opzione di perdere alcuna libertà e diritti fondamentali; e se ogni sacrificio collettivo-individuale risulterebbe tuttavia vano, visto l'inevitabilità del cambiamento in corso. In primis, le azioni volontarie devono essere portate avanti da: Governi: con un primo passo di piani a breve termine per la riduzione il biossido di carbonio (CO2) nell’atmosfera in modo da programmare poi quelli a lungo termine. Aziende: con aiuti sostanziali traducibili in incentivi che gli Stati riservano ad Aziende di grande, media e piccola entità con progetti ecosostenibili a favore sia dell'ambiente che delle popolazioni, soprattutto di quelle più sofferenti, portando loro il lavoro, opportunità e miglioramento di quei territori precedentemente calpestati dalle molteplici attività umane. Individui: la sensibilizzazione al Climate change deve cambiare livello di attenzione, come centralità di un futuro migliore per tutti, con il supporto dei Media e dell'opinione pubblica, che stimoli le persone a sentirsi parte attiva del cambiamento globale. A tal proposito, ci piace pensare a coloro che in un modo o nell'altro hanno ispirato (e continuano a farlo) milioni di persone con le loro storie di coraggio ed eroismo; per chi cerca nuovi stimoli, in un periodo difficile come il nostro, vi è un libro che racconta le sfide di molti personaggi famosi, dando la possibilità a tutti i lettori, adulti e non "di divenire un futuro EROE della terra", seguendo le orme di Jacques Cousteau, David Attenborough e di molti altri nel "Tu puoi salvare il mondo. 38 eroi della Terra a cui ispirarsi e 12 sfide per frenare il cambiamento climatico". Un ulteriore invito ed impulso positivo per l'individuo che "vuole cambiare il mondo", partendo sempre da se stesso. Quindi, le soluzioni o possibilità di azioni continue e responsabili al problema, sono la prima arma da operare, sia a livello collettivo che personale; come non meno importante è diffondere l'argomento correttamente e discutere sulle sfide comuni del Clima. (anche se non siamo TUTTI degli Scienziati) Nel recente intervento pubblicato su TED da Kim Stanley Robinson, noto scrittore di Fantascienza e famoso per la "Trilogia di Marte (vol. I,II, III)", si cerca di offrire proprio questa tendenza risolutiva. Il breve racconto romanzato dell'ipotetico messaggio inviato dalle generazioni future "del 2071" e comunicato all'umanità sulle decisioni prese in merito al Climate Change nei cosiddetti "Terrificanti anni '20", (che sarebbero quelli attuali), riservano al mondo lontano una speranza di vita migliore, grazie soprattutto alla: "Conciliazione e condivisione tra Governi nel suddetto stato eccezionale e del ruolo attivo e fondamentale delle popolazioni tribali e del rafforzamento del potere delle donne nei vertici decisionali." Si tratta quindi di un altra visione ma con sfondo "utopistico" che se pur celermente raccontata qui, riserva uno spazio riflessivo ulteriore da inserire nelle reali soluzioni che il mondo "dovrà" affrontare prima o poi, in prima linea, come per l'emergenza Covid19, senza più procrastinazioni e conflitti di interesse dalle multinazionali, che vedono invece oggi un fiorente business della "Green Economy", solo in parte connesso allo scopo Eco-sostenibile. Riguardo la questione delicata sul Climate Change, desideriamo includere un ulteriore proiezione conclusiva all'ufficialità dell'ONU, alla versione alternativa della Scienza di Konnin e di quella Fanta-Utopistica di Robinson: Non avendo la piena certezza Scientifica del reale confine di "zona rossa" in cui soggiorniamo oggi, possiamo solamente indirizzare i nostri sforzi individuali quotidianamente. Ma l'impegno e la responsabilità delle istituzioni ad indirizzare i cittadini ad un comportamento pro-attivo, con incentivi ed opportunità ecosostenibili è decisivo al miglioramento dei secondi e di conseguenza all'ambiente stesso. Inoltre, se l'informazione è capace di rinnovare il suo patto di fiducia con il popolo attraverso la continua trasparenza e ricerca della verità, essa favorisce altresì la volontà crescente e condivisa di un mondo migliore, che si allontana così dal rischio di nuovi dogmi e dalle pericolose misure delle limitazioni di libertà, in nome della salvezza del pianeta. In tale incertezza acquisita nel presente, ciò che importa davvero, si traduce con l'oggettiva intenzionalità di fruire amorevolmente un linguaggio ed azione rappresentative del "prendersi cura l'uno dell'altro" e senza restrizioni. Ma pensare così, vuol dire immaginare un mondo molto diverso da quello attuale; anche se sottolineiamo che "il prendersi cura" (che include animali, piante e tutta la bellezza sterminata della Terra disponibile) non sarebbe altro che il motore iniziale verso una visione ottimista e concreta, a vedere che oltre la "tempesta", esiste una dimora perfetta per il nostro futuro sostenibile realizzabile, che si chiama "Terra". OUTSIDERPOST CONSIGLIA: Unsettled: What Climate Science Tells Us, What It Doesn't, and Why It Matters, di Steven Konnin, (versione Inglese), 2021 Clima come evitare un disastro. Le soluzione di oggi. Le sfide di domani, di Bill Gates, 2021 Tu puoi salvare il mondo. 38 eroi della Terra a cui ispirarsi e 12 sfide per frenare il cambiamento climatico, di Raquel Travé, 2020

  • Green Pass, ovvero quale equilibrio possibile tra la sicurezza collettiva e le libertà individuali?

    Arriva anche in Italia il discusso Green Pass, tra proteste in piazza, divisioni sociali ed una Pandemia che non intende "finire". E nel mezzo tra le due posizioni di vaccinati e non, incombono anche Privacy e libertà. Come uscirne, allora? Dal prossimo 6 agosto anche in Italia verrà attuato il passaporto speciale, detto Green Pass, con accesso ai luoghi al chiuso (ristoranti, palestre e piscine, cinema e teatri, stadi e concerti, eventi e convegni) solo per chi: è vaccinato; è guarito dal Covid; è vaccinato anche con vaccini diversi; a chi decide di usare il tampone (che è a pagamento). Al momento si sta addirittura discutendo se introdurre la restrizione anche ad alcuni trasporti, quali: treni, navi ed aerei. Ma il momento è molto delicato, dato che tale certificato sta sviluppando un crescente disprezzo tra le due principali fazioni di: vaccinati e non, portando ad un pericoloso punto di ritorno. E nel mentre le istituzioni cercano di mettere in sicurezza l'intero paese tra la vaccinazione di massa ed il Green pass in arrivo, ci chiediamo se i diritti e le libertà fondamentali delle persone, verranno messe nuovamente in secondo piano a causa dello stato di eccezionalità del Sars Cov2? E se la sicurezza collettiva prende il posto alla libertà individuale, è possibile trovare un equilibrio di comunicazione tra i due nel nuovo decreto? Nel frattempo, quello che sta succedendo nelle varie piazze in Italia negli ultimi giorni e come in altri paesi (vedi le molte contestazioni in Francia, che non sono state ben accolte dal Premier francese Macron), sono il chiaro segno di un grido potente di dissenso popolare al pericolo di una frammentazione dei diritti e libertà individuali e del rischio discriminatorio, esplicato nel: REGOLAMENTO (UE) 2021/953 DEL PARLAMENTO EUROPEO (Nello specifico al punto 36). Sono pertanto molte le questioni spinose sollevate nella suddetta fase, ormai segnata verso una nuova ineluttabile normalità, ripetuta incessantemente anche dall’opinione pubblica negli ultimi mesi. Ma chi è veramente libero con il green pass? "Il cittadino non tesserato sarà, paradossalmente, più libero di colui che ne è munito e a protestare e a ribellarsi dovrebbe essere proprio la massa dei tesserati, che d’ora in poi saranno censiti, sorvegliati e controllati in una misura che non ha precedenti anche nei regimi più totalitari." - Giorgio Agamben - Filosofo I diritti e le libertà individuali costituzionalmente garantiti fino ad oggi, appaiono ormai sospesi da quando è subentrata l’emergenza Covid. Infatti, i continui Lockdown con restrizioni di varia entità hanno limitato drasticamente le vite di tutte le persone, tanto che si parla da tempo del New Normal come nuovo modello di vita presente e probabilmente anche di quella futura. Dopo le mascherine e le distanze sociali, (che restano comunque) toccherà a breve al decreto molto discusso del Green Pass, che premierà soltanto chi si vaccina a ricevere concessioni o frammenti di libertà nei luoghi preferiti di interesse, cultura e svago. Ma se il bene comune e la sicurezza collettiva sembrano scalzare al momento le libertà e diritti personali conquistati nella storia recente con il sangue e le lotte di protesta, (che avevano lo scopo ultimo di garantire una maggiore equità per le classi meno abbienti) ciò che appare chiaro oggi, è che con l'emergenza attuale, si pongono innumerevoli quesiti da cui è legittimo e doveroso aprire un dibattito critico, razionale e genuino. I tema centrali di discussione, sono: Verranno mai recuperate le libertà sospese a fine emergenza oppure no? I non vaccinati diventeranno degli esclusi sociali? I vaccinati saranno controllati più dei non vaccinati? Come vengono considerati gli esonerati dai vaccini con l'ingresso del Green Pass? La perenne strategia del Divide et impera "Cerchiamo di non soddisfare la nostra sete di libertà bevendo alla coppa dell'odio e del risentimento. Dovremo per sempre condurre la nostra lotta al piano alto della dignità e della disciplina. Non dovremo permettere che la nostra protesta creativa degeneri in violenza fisica. Dovremo continuamente elevarci alle maestose vette di chi risponde alla forza fisica con la forza dell'anima." - Martin Luther King - Dal celebre discorso "I have a dream" Se è vero che la storia è capace di ripetere il copione con fatti che ripercorrono le medesime dinamiche pur se con accenti verosimilmente nuovi, ma inequivocabilmente confusi e a volte distruttivi, succede che nel 2021, viviamo un caso reale dello scontro crescente tra due categorie di persone globalmente visibili e cioè: dei vaccinati e non vaccinati. Si badi bene, che in tale dibattito critico sul tema del vaccino, non si vuole indicare la categoria dei No-Vax, proprio in ragion di chi decide di non vaccinarsi, che non sia appellato necessariamente all'etichetta riduttiva del solo negazionista o complottista, come invece i media amano di frequente generalizzare, ma bensì più in generale di coloro che: nutrono dei dubbi legittimi sui vaccini ed i loro effetti collaterali; mettono in relazione la propria cartella clinica delle eventuali patologie con un "siero" che non ha ancora superato tutte le fasi del percorso lungo, complesso e standardizzato del vaccino; pongono in evidenza gli eventuali rischi legati alla Privacy e sulla tutela dei dati personali resi disponibili con il suddetto pass verde tramite l'utilizzo del dispositivo mobile; seguono un ragionamento critico e razionale, mettendo in primo piano il ruolo di cittadino nella posizione di scelta, in rispetto e conformità alla Costituzione Italiana che richiama ai doveri e soprattutto ai diritti dell'essere umano. Inoltre, vi è da specificare un dato alquanto interessante e da tenere nella giusta considerazione, dato che: tra coloro che stanno partecipando in questi giorni alle proteste No Green Pass in molte piazze Italiane, vi sono anche moltissimi vaccinati, i quali non accettano alcunché le misure restrittive dettate dal Governo ed in arrivo il prossimo 6 agosto su tutto il territorio nazionale. L’odio ed il disprezzo generalizzato verso chi decide di non vaccinarsi, che viene percepito come un nemico della società, un terrorista, oppure un'assassino dell’umanità, sembra essere l’unica immagine possibile, agli occhi di chi oltre ad aver scelto di vaccinarsi, per paura di perdere il posto di lavoro o per la speranza di tornare alla buona e vecchia normalità, non concepisce scelte differenti ed ugualmente opinabili e ragionate. E si badi bene, ancora una volta, che i due fronti apparentemente così lontani tra loro, non sono altro che il riflesso funesto appannato e perenne di una strategia, detta Divide et impera, che è espressione cara alla Roma antica ma anche all’impero coloniale britannico, in cui la manifestazione di controllo originata dall’autorità serviva soprattutto per: Confondere la popolazione dai temi principali e scottanti; Mettere in diretto scontro fazioni di persone del popolo per alimentare le divisioni e le differenze sociali e non; Mantenere il controllo sul territorio e sulle persone. Ecco che oggi come ieri, la memoria storica non ci insegna purtroppo un granché. E tale deriva, sapientemente messa in evidenza da Antonio Gramsci con la sua nota frase: "L'illusione è la gramigna più tenace della coscienza collettiva: la storia insegna, ma non ha scolari", non è altro che un rimarcare dell'insolenza di coloro che ignorano le atrocità ed errori del passato, senza comprenderne nel contempo la complessità e le basi conoscitive dei fatti accaduti, per fare in modo invece di acquisire un grado di consapevolezza riguardevole del contesto abitato e della nostra stessa identità, sia individuale che collettiva. Un esempio che vale la pena sempre sottolineare riguarda le barbarie dell’olocausto, in cui a dir il vero, molti ne rivedono i germogli di quello stesso disprezzo che era verso gli ebrei e che ritorna verso i moderni Non Vaccinati e No Green Pass, che ci fa del tutto rabbrividire. Va da se, che nessun paragone con la storia atroce della Seconda Guerra mondiale vuole alimentare un ulteriore distacco tra Vaccinati e Non e tra Si e No Green Pass, ma appare ormai lampante che alcune dinamiche sembrano essere già innescate, visto il complesso quadro globale attuale della pandemia e della contagiosa variante Delta, e del coincidente aumento del disagio sociale di milioni di persone nel mondo che hanno perso già tutto e che non hanno più nulla da perdere. Semmai, all'orizzonte vi per loro la sola e misera prospettiva di un futuro incerto. Essere padrone del proprio corpo “L'utero è mio e lo gestisco io!” Slogan femminista degli anni 70 Per evitare di dividere drammaticamente il mondo in due, le ragioni di chi decide di non vaccinarsi, andrebbero prima di tutto comprese profondamente e non giudicate o disprezzate, come sta invece avvenendo. Pertanto, vanno prese in considerazione e con responsabilità morale tutte le informazioni del siero anti Covid, che le stesse case farmaceutiche hanno indicato in via sperimentale, visto che: Si tratta di una nuova tecnologia, con base mRNA; Non ha superato tutte le fasi dell’iter vaccinale per essere considerato obbligatorio. Un dato che poi non va sottovalutato riguarda il numero di dosaggio che viene somministrato sulle persone, una volta iniziata la fase della vaccinazione e cioè: mai nella storia dei vaccini, ci siamo trovati a fare molte volte ed in pochi mesi tanti richiami di vaccino, come in questo specifico caso. Sono tutte valutazioni che vanno messe sul campo prima di intraprendere la decisione di vaccinarsi. Ma allo stesso tempo, non va dimenticato colui che invece si è vaccinato, e che andrebbe ugualmente compreso visto che: La sua scelta riflette un suo dovere morale, che lo mette in relazione diretta ed indiretta con la sua comunità; La salute è considerata come un bene prezioso da preservare a tutti i costi, e dove le scelte importanti sull'emergenza globale, non sono mai facili da prendere, ma devono essere comunque prese. Gli altri elementi che inducono i "molti" ad aspettare sono inoltre: Il martellante impatto mediatico all’invito di vaccinarsi; La paura degli effetti collaterali da vaccino; La libertà messa in bilico dalle restrizioni decise dai governi. Le migliaia di persone che protestano nelle varie piazze italiane, usano lo slogan “sono io il padrone del mio corpo” e questo aspetto non è del tutto nuovo rispetto al passato se vogliamo. Se ripensiamo alla legge sull’aborto negli anni 70, l’uso e abuso di tale termine, ha scosso nel profondo le coscienze delle donne e degli uomini nel mondo, distribuendo un'unica voce sullo sfondo di: "L’utero è mio e decido io". Ricalcando tale slogan, è ovvio che restare il padrone del proprio corpo, è l'ostacolo maggiore a chi utilizza la massiccia divulgazione alla vaccinazione di massa, da un lato, e una libertà inviolabile a chi la mantiene salda la propria posizione su un tema così delicato. Se questa è vita, quale vita vale senza la libertà individuale? “Nella storia e nella vita pare talvolta di discernere una legge feroce, che suona «a chi ha, sarà dato; a chi non ha, a quello sarà tolto». Nel Lager, dove l’uomo è solo e la lotta per la vita si riduce al suo meccanismo primordiale, la legge iniqua è apertamente in vigore, è riconosciuta da tutti.” - Primo Levi - Nelle innumerevoli diatribe attuali del Green Pass e del vaccino, è ovviamente la Scienza l'assoluto protagonista dall'inizio della pandemia a risultare come il credo superiore e dogma centrale rispetto a religione e politica, capace di spostare tutte le decisioni globali economiche, politico-sociali verso un univoco principio, che riguarda la salvezza fisica del corpo attraverso l’utilizzo dei vaccini A mRNA contro il famigerato SARS-CoV-2. A tal seguito, prende vita la dicotomia corpo-anima, che si traduce con la peggiore delle battaglie e che nessuno avrebbe mai voluto immaginare, e cioè tra la salvezza fisica ma con la quasi certezza della prigionia dell’essere umano e delle libertà e diritti individuali conquistati e adesso sospesi a causa dell'eccezionalità. L'elemento centrale dell'andamento stagionale della Pandemia, fa si che la sospensione delle libertà fondamentali, pone a nuove prospettive a lungo termine, in cui la domanda clue da porsi oggi è allora forse la seguente: E' più importante il Sopravvivere (in salute?) regolamentati da misure e restrizioni dei diritti e libertà individuali o provare a Vivere liberi fino all'ultimo giorno, scegliendo eventualmente altre possibili strade? E semmai quali strade sono disponibili da percorrere? Tale domanda che sfiora l'ambito filosofico e spirituale e che si spinge nella dicotomia libertà e sudditanza consapevole, oltre che al semplice vivere quotidiano, pone altri tre ulteriori quesiti in merito, che lasciamo ai nostri OUTSIDERS la propria riflessione e cioè: Quale è il vero senso della vita se non quella di viverla in modo pressoché libero? Un corpo sano lavora meglio se la mente opera libera da particolari costrizioni e discriminazioni sociali operanti nel quotidiano? Quale è il significato di scelta quando tale opzione viene meno a causa dell'emergenza ? Nel pensare criticamente ai fatti che ci riguardano e alle domande che tutti si stanno facendo, l'intervento massiccio nell'uso del vaccino e dell’ultimo baluardo del Green Pass (che sarà attivo dal prossimo 6 agosto) è solo un ulteriore passo verso il forte inasprimento delle classi più disagiate e di tutti coloro che hanno ancora dei legittimi dubbi riguardo la vaccinazione in corso. Ma se vi fosse l'introduzione dell’obbligo vaccinale, lo scenario risulterebbe ampiamente diverso, dato che: Anche le persone non ancora vaccinate si sentirebbero forse più tutelate, visto l'assunzione della responsabilità da parte delle aziende farmaceutiche e del governo stesso, in una decisione della vitale importanza, quale essa è; Si placherebbero le innumerevoli polemiche sulla sperimentazione in corso dei vaccini, attraverso un atto concreto di ufficialità e reale trasparenza nei confronti di tutti; Cadrebbero le restrizioni attuate dai certificati speciali per determinare dei nuovi liberi accessi alle persone di circolare ovunque, senza essere per forza monitorati per ogni evenienza possibile; Si stabilirebbe infine un equilibrio tra la sicurezza collettiva e la libertà individuale con un conseguente bilanciamento tra il dovere morale del singolo ed il bene della comunità. Tornare ad essere liberi di viaggiare, muoversi e vedere le persone senza le barriere invisibili della distanza e mascherina, dovrebbe essere l'unico e vero grande obiettivo da conquistare, con un obbligo vaccinale che garantisce, tutela e rispetta proprio tutti. Non smettere mai di cercare nuove strade (da costruire) Insieme all'eventuale introduzione dell'Obbligo vaccinale, che come abbiamo visto sopra, apre a nuove e possibili strade coraggiose, ne esistono certamente altre da poter ricercare, da costruire e ri-costruire nella situazione attuale e dei prossimi mesi a venire. A tal proposito, vi è un lavoro dell'Università di Torino, egregiamente presentato recentemente dal Prof. Associato di Istituzioni di Diritto Pubblico Cristina Bertolino ed il cui titolo già esplicativo di "Certificato Verde Covid-19, Tra libertà ed eguaglianza", richiama proprio alla discussione del Green Pass in corso, (e che ne raccomandiamo la sua lettura) offrendo appunto una panoramica opzionale di visione strutturale sul lungo periodo alle misure non risolutive della vaccinazione di massa e Pass verde, quali: Una strategia di ricerca, di ristrutturazione e riorganizzazione del Sistema sanitario nel suo complesso, con una approfondita prevenzione e cura del virus; Intervenire con strategie sul sistema dell'Istruzione, ma anche nei servizi, nei trasporti pubblici, nel commercio ed industria, soprattutto a livello economico; In base al principio di solidarietà, al quale i cittadini è stata chiesta la fiducia e responsabilità, ri-affermare e garantire i diritti e libertà sanciti nella Costituzione, sospesi ormai da troppo tempo ed infine invocare al rispetto dei principi democratici, di trasparenza e dello stato di diritto. Nel concludere questo approfondimento sul Green Pass e delle sue numerose diatribe in atto, vale la pena soffermarsi un momento sulle recenti parole forti, usate dal filosofo Massimo Cacciari in un articolo scritto a quattro mani con l'altro noto filosofo e collega pensatore Giorgio Agamben, in cui rimarca che: "Il bisogno di discriminare è antico come la società, e certamente era già presente anche nella nostra, ma il renderlo oggi legge è qualcosa che la coscienza democratica non può accettare e contro cui deve subito reagire." Nell'affermare ciò, i due pensatori portano degnamente la discussione del Green pass ad ulteriori livelli di dibattito. E' appena uscito un testo, "A che punto siamo?" sempre di Giorgio Agamben, in cui sono racchiuse alcune delle sue interessanti riflessioni sulla grande trasformazione in corso per le Democrazie occidentali, che ne consigliamo vivamente la lettura. E a tal riguardo, infine, desideriamo umilmente sottolineare che: "Essere liberi è sempre lo scopo più grande. Abbiamo bisogno di rileggere la storia ed entrare nelle storie drammatiche di chi ha lottato e sacrificato la propria esistenza per i valori di libertà e diritti fondamentali, per poterne recuperare almeno l'essenza di quelle parole e per ritrovare il profondo valore che la vita libera può offrire, quale dono più prezioso e disponibile gratuitamente per tutti. Vaccinati e non." OutsiderPOST consiglia: "A che punto siamo?", di Giorgio Agamben, Luglio 2021.

  • E-scooter Sharing: quando il Monopattino elettrico si crede "sostenibile", ma inquina come un'auto

    Gli studi recenti confermano che anche gli e-scooter (Sharing) sarebbero inquinanti. E se lo Smart Mobility aumenta nelle città Italiane, è bene capire i pro e contro di una tendenza, che spesso non fa rima con "responsabilità sostenibile." Il trasporto alternativo più amato e controverso A causa del Covid19 e delle conseguenti restrizioni di circolazione nelle varie città Italiane, in giro nelle strade svuotate, si notano sempre più persone che con fare disinvolto sfrecciano sui silurici monopattini, quasi come se venissero dal futuro; e non è un caso, dato che: sono i mezzi ideali per i piccoli spostamenti e si parcheggiano ovunque; non impegnano visto che sono leggeri; non necessitano di una assicurazione obbligatoria, tanto meno di patente, targa o casco; sono pressoché veloci e molto apprezzati soprattutto dai giovani, perché danno quell'aria un pò Cosmopolita, grazie anche allo E-scooter Sharing (Noleggio) tramite Applicazione; essendo elettrici, il pensiero comune è "scelgo la sostenibilità" al posto della benzina. Ci sono poi i Bonus mobilità mossi dal Governo italiano, che hanno incentivato maggiormente all'acquisto dei cosiddetti "monopattini elettrici", così come le bici, divenendo a tutti gli effetti un mezzo di trasporto alternativo a macchina e motorino. Ma ovviamente, ci sono delle zone d'ombra riguardo il monopattino incriminato, visto che secondo alcuni studi recenti, non risulta così Eco-Friendly come si può presupporre. Anzi. Vediamo allora quali sono gli aspetti negativi del monopattino elettrico, che si crede "Green" ma forse non lo è. Il monopattino a noleggio fa bene all'impatto ambientale? “Tutti fighetti sul monopattino. Ma l'uomo vero guida un transpallet." Anonimo Chi sceglie il "monopattino elettrico", lo fa innanzitutto pensando al lato "Green", in direzione della sostenibilità e del rispetto verso l'ambiente, visto la totale mancanza di emissioni. Ma recentemente, vi sono alcuni studi che rivelano una verità contraria e sconcertante: e cioè che gli E Scooter (monopattino elettrico incluso) inquinano allo stesso livello degli autoveicoli e motoveicoli a benzina. Da uno Studio effettuato nel 2019 dall'University of North Carolina, i dati espressi raccontano una versione diversa da quella ufficiale dei "monopattini elettrici" come amici dell'ambiente. Infatti, i risultati mostrano che la produzione e i materiali utilizzati sono responsabili della maggior parte delle emissioni di CO2 del ciclo di vita degli E-scooter, seguiti poi dalla raccolta e dalla distribuzione, della ricarica e dello smaltimento degli e-scooter, per un totale di 320 g CO2/miglio nello scenario migliore. Quindi, già nel 2019 si parlava di una mobilità sostenibile poco sostenibile, in considerazione soprattutto della loro breve vita e dei problemi che lo stesso ciclo di vita degli E scooter presentano. Un ulteriore passo, è stato fatto all'inizio del 2021, in cui la Società Acardis che lavora sullo sviluppo urbano sostenibile, ha analizzato le emissioni che emettono realmente i monopattini nei piccoli spostamenti quotidiani, scoprendo che un mezzo così piccolo può: E-scooter Sharing: può emettere mediamente 105,5 grammi di CO2 a chilometro. Se si pensa che si trattano soltanto 5 grammi in meno di un’auto che porta tre persone a bordo e che ne emette in media 111 (individualmente), questi dati fanno davvero pensare. In paragone a chi sceglie un’auto elettrica, anziché il monopattino, egli può risparmiare 2,5 grammi di CO2 (dato che emette mediamente 103,0 grammi di CO2 a chilometro). In riepilogo ai molti dati visti sopra, potremo sintetizzare così: Gli E-scooter Sharing, hanno un ciclo di vita breve (circa due/tre anni ) e con costi elevati e superiori ad altri mezzi di trasporto, che nel totale vanno ad impattare negativamente sull'ambiente, costituito dai (materiali utilizzati, dalla distribuzione, ricarica e smaltimento). Non sono eco-sostenibili, se pensati esclusivamente per le brevi percorrenze, (anche se sono stati progettati soprattutto per questa ragione!) perché consumano più emissioni di C02 in misura al chilometro tragitto, in paragone ad automobili con tre persone (non sono da considerare una/due persone a bordo fino ad un certo tratto chilometrico) ed auto elettriche. Se il mondo attuale non è pronto per gli E-scooter “Quando l'uso degli e-scooter sostituisce il viaggio medio in automobile, quasi universalmente realizziamo una riduzione netta degli impatti ambientali” . University of North Carolina La Rivista Internazionale di Ricerca sull'Ambiente e Salute Pubblica (MDPI), nell'agosto del 2020 ha pubblicato un articolo dettagliato ed aggiornato sulla questione degli e-scooter sharing, (veicoli elettrici a noleggio), in correlazione alla salute. Lo studio ha analizzato il comportamento di circa 1070 E-rider, presso la città americana di Provo nello stato dello Utah (USA) nel 2019, attraverso un questionario on line di 13 domande aperte, inerenti il comportamento di guida (dove, perché, quando e come) a uomini e donne tra gli 18-24 anni. In sintesi, lo studio trasversale sull'uso degli e-scooter, ha evidenziato alcune peculiarità interessanti, tipo: la fascia di età e genere: sono soprattutto i Millennials e specificatamente del genere maschile; la motivazione principale: svago, ma anche lavoro e studio; i numeri di incidenti ed infrazioni: che sono spesso associati ad un comportamento "disattento" della maggior parte degli intervistati (es. salire sul marciapiede, non utilizzare il casco, ascolto con le cuffie, eccetera). La disattenzione risulta il dato più preoccupante, perché influisce negativamente sulla salute; inoltre ci sono altri studi che confermano in generale la pericolosità del mezzo elettrico con "un incidenza superiore rispetto a quelli dei motoveicoli ed autoveicoli", riportato da incidenti alla testa, agli arti ed alcune volte addirittura mortali. inattività fisica: anche se ci sono poche ricerche correlate all'attività fisica, "alcuni ricercatori sanitari hanno espresso la preoccupazione che gli e-scooter possano sostituire forme attive di trasporto come camminare e andare in bicicletta. Alcuni aziende di scooter sostengono che apportino dei piccoli benefici sull'allenamento a bassa intensità, nel rinforzare le gambe e nello stare in piedi". Inquinamento dell'aria ed esposizione al rumore: lo studio riportato sul MDPI, sottolinea che all'aumento dell'inquinamento atmosferico, i veicoli a motore elettrico sono un ottima alternativa per far diminuire le emissioni nell'aria. Ma le preoccupazioni ambientali sul breve ciclo di vita degli e-scooter, sono riconfermate anche da questo articolo, come per lo studio dell'University of North Carolina, in cui le emissioni di gas serra, la formazione di particolato e l'uso di risorse minerali e fossili, che spesso vengono trascurate e così come la ricarica e lo smaltimento, sono tutti fattori in cui le aziende che li producono stanno cercando di migliorare con nuove tecnologie. Pertanto, le cause principali che influiscono necessariamente sulla salute, sia in modalità negative che positive, dipendono soprattutto dall'uso sconsiderato dei cosiddetti E-scooter, ma non solo. Laddove ci siano le infrastrutture adeguate (es. presenza di piste ciclabili) o condizioni dell'ambiente appropriate (presenza di trasporti elettrici e scomparsa delle autovetture a motore nelle città), il problema non dovrebbe sussistere. Ma il punto di riflessione che poniamo, potrebbe allora essere un altro: E' forse plausibile pensare che il mondo attuale, così come è adesso, non è forse pronto per la presenza degli e-scooter (sharing)? L'idea geniale di poter utilizzare questo mezzo così essenziale, comodo ed (apparentemente) eco sostenibile, funzionerebbe certamente meglio se, a disporlo ci fossero migliori condizioni urbanistiche, legislative e civili, affinché il mezzo utilizzato possa garantire la migliore performance di sempre. In pratica, la visione di un mondo ad impatto zero, non è realizzabile se non si incastrano bene tutti gli elementi fondanti in tale progetto ambizioso. Ma ci sono fortunatamente delle buone notizie, riguardo due casi che sono già delle solide realtà, come per il ReGen Villages e soprattutto per il modello Amsterdam "Smart City". I 2 Modelli eco-sostenibili e realizzabili Immaginiamo di trovarci in una città, in cui le emissioni sono quasi a zero ed in cui possiamo girare tranquilli per i nostri parchi e vivere i luoghi che più amiamo, scegliendo il mezzo eco-sostenibile preferito, senza preoccupazioni alcune sia per l'ambiente che per la nostra salute. Un sogno, direte voi. No, anzi. Una realtà possibile e già in parte visibile ad Amsterdam, la città che ha scelto l'ambiente come nuovo stile di vita. In pratica, sono già diversi anni che vi è la tendenza nel migliorare la città, partendo dalle emblematiche biciclette, (considerata la capitale mondiale della bicicletta) per poi passare a nuovi progetti che mirano alla Smart Mobility, come ad esempio Amsterdam Car-lite, che incentiva a lasciare il più possibile l'automobile a casa, favorendo l'uso di mezzi alternativi, sempre in modalità smart (es. noleggio tramite App). La realizzazione di tale "ambiziosa agenda", che intende accompagnare Amsterdam verso una completa transizione Green, dove la mobilità predominante sarà quella "condivisa" con mezzi di trasporto pubblici più leggeri e puliti e veicoli ad emissioni zero, ritrova il suo fondamento con il concetto più generale di "Smart City", in cui si collocano i seguenti settori di sviluppo: Città circolare: o meglio un'economia circolare che implementa nuove strategie di riutilizzo e riciclo dei materiali, per ridurre l'inquinamento e rifiuti; Energia: nel fornire un pannello solare ad ogni cittadino in futuro; Mobilità: Dal 2008 il car sharing è aumentato del 376%, ma non basta per una città che guarda avanti; Cittadini e Living: mentre cresce la densità di popolazione ad Amsterdam, crescono in parallelo le iniziative per cittadini e turisti; Città digitale: la città è iper connessa, tanto che nel 2016 Amsterdam si è classificata al secondo posto nell'European Digital City Index. Smart City Academy: supportata dall'Università di Scienze Applicate di Amsterdam che condivide le sue informazioni dei progetti Smart City a tutti coloro interessati, è inoltre possibile partecipare con le proprie conoscenze nella sezione "Academy". Naturalmente, tutto ciò richiama alla responsabilità dei cittadini e del governo Olandese nel lavorare bene insieme affinché sia possibile raggiungere il temerario obiettivo finale di una "Real Smart City", prefissata entro i prossimi 25 anni. “Una comunità rigenerativa, autosufficiente e resiliente". "...accanto alle case delle piccole serre, dei giardini e degli orti, oltre alle serre comuni ad ambiente controllato e alle aziende agricole più grandi: ci sarà quindi una sovrapproduzione di cibo, e i residenti potranno fidarsi perché sapranno da dove viene". James Ehrlich Un altro modello di "visione ecosostenibile", è il ReGen Villages, con il suo primo "Eco-villaggio del futuro" presente in Svezia. L'Idea, nata a Silicon Valley da James Ehrlich, (il quale precisa di non essere un architetto, ma un imprenditore), con la sua Startup è in attesa di finanziamenti per poter procedere alla realizzazione di "Quartieri re-generativi rurali" nel mondo, che combinati con la tecnologia, offrono un sistema autosufficiente capace di fornire un approvvigionamento sicuro di risorse all'intera comunità. Per la pianificazione di tali villaggi eco-consapevoli e per la loro successiva costruzione, è stato ideato il software Village OS, e come riportato dall'approfondimento di Domusweb.it, James Ehrlich dice che: "sfruttando l'intelligenza artificiale e machine learning per l’uso efficiente delle risorse". Il software, si delinea appunto come "un simulatore che tenendo conto di una complessità di fattori fra cui le normative locali, le caratteristiche ambientali specifiche del lotto e costi, anticipa e guida la progettazione e la costruzione". #3 ragioni per acquistare/noleggiare responsabilmente gli e-scooter Se il Covid19 ha cambiato la quotidianità delle persone in tutto il mondo, è chiaro che riprogettare il futuro, tendendo conto delle nuove variabili in corso, (Pandemia e Clima su tutte) diventa oggi la priorità nella vita degli individui. Quindi, ripensare al proprio stile di vita, cercando di rispettare l'ambiente con un attitudine alla cura per le piccole e semplici azioni giornaliere, (es. coltivando del rosmarino o salvia sul proprio balcone) dovrebbe essere il primo passo verso la cosiddetta Green Transition. E così vale lo stesso per la scelta di un Monopattino elettrico, (protagonista di questo approfondimento) che oltre alla caratteristica principale di trasportare persone, dovrebbe essere scelto soprattutto da coloro che responsabilmente: Lo utilizzano seguendo le regole del Codice della strada, visto che viaggiano insieme ad autoveicoli, moto, biciclette e pedoni. Poi, anche se ancora non è obbligatorio, sarebbe di buon senso indossare quantomeno un casco ed un abbigliamento di protezione, per il rispetto di tutti, senza lasciare il proprio mezzo utilizzato abbandonato o parcheggiato ovunque. Considerare se è realmente il mezzo migliore per i nostri spostamenti, oppure no. In tal caso, si può optare per la bicicletta, mezzi pubblici o addirittura camminare se i tragitti sono piuttosto brevi. Essere responsabili per l'ambiente, vuol dire anche conoscere la propria città ed i suoi limiti sulle infrastrutture create per gli E-scooter (Sharing), valutando se la scelta (per i motivi visti sopra) va ad impattare sull'ambiente negativamente o positivamente. Valutare se l'acquisto (o abbonamento per il noleggio) è davvero un buon affare, dato che il ciclo di vita medio è veramente breve (di circa 2 anni). Come abbiamo visto, investire sull'acquisto di un eventuale Monopattino elettrico, non è quindi una scelta da prendere a cuor leggero, perché deve tener conto di tante variabili che inevitabilmente andranno ad interferire sull'ambiente e sulle nostre "nuove" abitudini, in relazione allo Smart Mobility. Pertanto, prima di una corretta transizione Green, se lo desideriamo, serve innanzitutto una Mente Green, che sia possibilmente responsabile, resiliente e con una visione di comunità condivisa.

  • UFO, cosa sta realmente accadendo nei cieli?

    Il prossimo 25 giugno, il Dipartimento della Difesa Americano annuncerà al Congresso un Report sui risultati dei tantissimi fenomeni aerei non identificati avvenuti nei cieli nel solo periodo tra il 2019 e 2021. E per la prima volta, tutto il mondo mediatico e scientifico, oltre che interrogarsi sull'esistenza degli Ufo, prende l'argomento molto seriamente. E' proprio la notte estiva e molto calda, quella in cui si possono contemplare le stelle nella loro straordinaria bellezza e luminosità. E allora basta alzare gli occhi al cielo che le troviamo li, che ci riguardano con i loro occhi brillanti e profondi. Nell'esatto momento di quell'incontro fantastico, giungono alla mente tutte le domande esistenziali di cui non abbiamo ovviamente nessuna risposta plausibile, ma che "ci poniamo con l'estrema umiltà di chi si vergogna di tanto ardir pensiero verso la magnificenza a noi innanzi." I quesiti sono sempre i medesimi per tutti e cioè: Chi siamo? Da dove veniamo? Perché siamo qui? ed infine, Se esistono gli alieni? Nel silenzio contemplativo del cielo notturno, si ha anche l'impressione di non sentirsi "soli" nell'universo; infatti la percezione di essere connessi ad una forza cosmica, se vogliamo, ci pone in uno stato d'allerta e di visione ampia, che ci fa accettare con sufficiente serenità la possibilità di nuove forme di vita extraterrestri, rendendoci altresì flessibili agli ostacoli quotidiani della vita presente. Ma alla questione UFO, per esempio, se accadesse davvero che ESSI esistono e sono tra noi, come potremmo mai reagire? Dopotutto, non colpisce affatto l'idea per molti della possibile esistenza degli alieni. Sono infatti centinaia se non migliaia le testimonianze di persone, che hanno visto e raccontato le loro "esperienze speciali" negli ultimi 60 anni, in cui sono stati coinvolti anche militari, esperti piloti e studiosi, pur se non appassionati sul tema. E tutti hanno comunque cercato di dimostrare la "loro verità" condividendola coi media ed il mondo scientifico, ricevendo solo scarsa attenzione e grasse risate alle spalle. Un altro aspetto da tener conto nella divulgazione del Report, è in considerazione di tutte quei testimoni che in passato sono stati considerati Outsiders e quindi derisi, allontanati o considerati pazzi, e che invece ora vivono per la prima volta una tangibile rivalsa. Ciò che è cambiato, è in realtà la prospettiva di interesse sull'argomento, divenendo immediatamente "autorevole e scientifica". Ne parla addirittura il Pentagono con il suo Unidentified Aerial Phenomena Task Force, dando conferme ed informazioni ufficiali sui molti video che lasciano comunque poco spazio all'immaginazione. E le miriadi di domande si inseguono da giorni sui Social, in risposta a quello che potrebbe accadere dopo il Day After 6/25. Ecco le più virali: Cosa sta accadendo realmente nei cieli sopra le nostre teste? Le persone meritano di sapere la verità sugli UFO. Come cambierà il futuro dell'umanità dopo il #ufodayafter? Una tecnologia avanti 1000 anni alla nostra "In breve, le cose che stiamo osservando, che sono difficili da spiegare - e quindi ce ne sono davvero parecchie, e penso che queste informazioni siano state raccolte e saranno messe fuori in un modo che il popolo americano possa vedere". John Ratcliffe - Ex Direttore dell'Intelligence - Nell'intervista che l'ex direttore dell'intelligence John Ratcliffe ha tenuto alla Fox News lo scorso marzo, è lui stesso il primo a porsi alcuni quesiti sulle continue prove di riscontro riportate dai video e dai radar, sul fatto che tali veicoli non identificati, detti anche UAP (acronimo di Unidentified Aerial Phenomena) siano oggettivamente "difficili da spiegare". Egli continua riferendosi alla tecnologia sconosciuta utilizzata dai UAP, che: "Alcuni di questi sono stati declassificati. E quando parliamo di avvistamenti, stiamo parlando di oggetti che sono stati visti dai piloti della marina o dell'aeronautica, o che sono stati ripresi dalle immagini satellitari, che francamente compiono azioni difficili da spiegare, movimenti difficili da replicare, per i quali non abbiamo la tecnologia." Anche l’ex capo specialista in armi della US Navy Sean Cahill, in riferimento all'episodio vissuto nel 2004 sulla Nave Prince ha così commentato l'oggetto volante non identificato: "e senza alcuna superficie di controllo si muoveva a velocità ipersonica, davanti ai nostri aerei che entravano nel punto di pattuglia di combattimento. Sembrava che sapesse in anticipo dove stavano andando gli aerei. Non abbiamo tali mezzi e capacità nel nostro arsenale." E concludendo: "Questa tecnologia supera il nostro arsenale di almeno centinaia o addirittura mille anni". Si tratta di affermazioni coraggiose, soprattutto se si considera che derivano da esperti militari e professionisti di tecniche di guerra avanzate, il tutto acquisisce un atteggiamento totalmente nuovo. In relazione poi all'ufficiosità della notizia presentata in pillole durante questo ultimo periodo, sappiamo che "gli avvistamenti avvengono ormai in tutto il mondo", come prosegue lo stesso Ratcliffe, ponendo semmai la questione su un piano differente, e cioè sulla legittimità della notizia conseguente dall'imminente Disclosure del prossimo 25 Giugno. Nell'impazienza dei moltissimi "Believers" di ricevere le conferme ufficiali, vi è quindi l'interesse smisurato da parte dei media, nell'azione di un crescente coinvolgimento dei propri lettori a letture di approfondimento, con l'uso di titoli ridondanti e di puro impatto emotivo. E' il caso dell'illustre "The New York Times", il quale negli ultimi due mesi ha pubblicato alcuni articoli investigativi molto interessanti sull'argomento, (e che ne consigliamo la lettura) quali: "They Are Not Alone: U.F.O. Reports Surged in the Pandemic" ("Non sono soli: I rapporti U.F.O. sono aumentati durante la pandemia") del 12 Aprile; "What we believe about U.F.O.?", ("che cosa sappiamo o crediamo sugli UFO?") del 13 Maggio; "Even if You Think Discussing Aliens Is Ridiculous, Just Hear Me Out" ("Anche se pensate che discutere di alieni sia ridicolo, ascoltatemi") ancora del 13 Maggio. Il NYT non è ovviamente il solo ad argomentare argutamente degli UFO/UAP; tutte le più accreditate testate giornalistiche a livello internazionale stanno infatti scrivendo fiumi d'inchiostro a riguardo, un pò per inseguire l'audience in continuo aumento, un pò per rimarcare il messaggio di sottofondo comune a quello comunicato a distanza da Ratcliffe e che si potrebbe sintetizzare nella seguente frase:"Essi esistono e sono la fuori". Obama, Rubio, Mellon e gli altri "Ciò che è vero, e qui sono davvero serio, è che ci sono filmati e registrazioni di oggetti nei cieli che non sappiamo esattamente cosa siano." Barack Obama Oltre all'ex Direttore dell'Intelligence Nazionale John Ratcliffe, il cui mandato si è concluso lo scorso 21 gennaio con la presidenza di Donald Trump, vi sono altre eccellenti figure di spicco nella vicenda del vicino Global Disclosure o rivelazione, che sottolineiamo ancora una volta, non ritrova alcun precedente storico che sia pari alla portata di informazioni pubblica ed ufficiale così ben rappresentata. Ma andiamo per ordine. Un nome su tutti è senz'altro quello di Barack Obama, ex Presidente degli Stati Uniti, il quale ad una domanda del suo intervistatore James Corden durante il Late Late Show trasmesso recentemente sulla CBS, diventa subito serio dichiarando che: "Ciò che è vero, e qui sono davvero serio, è che ci sono filmati e registrazioni di oggetti nei cieli che non sappiamo esattamente cosa siano." Sono affermazioni che destano da subito un certo interesse da parte dell'opinione pubblica, soprattutto se a dirle provengono proprio da uno degli uomini più potenti al mondo. E cioè da Obama. Un altra figura determinante è quella del senatore della Florida Marco Rubio, famoso per aver sollecitato l'indagine e successiva azione di una presentazione Report per il prossimo 1 Giugno, al fine di catalogare i dati forniti relativi agli oggetti aerei "inspiegabili", fino a quando non si saranno trovate le dovute risposte. La sua, è certamente una richiesta che riflette egregiamente la politica americana basata da sempre sulla sicurezza nazionale e che lui stesso afferma con: "tutto ciò che entra in uno spazio aereo e che non dovrebbe essere lì è una minaccia". Ma chi sono gli altri protagonisti altrettanto centrali nel suddetto contesto rivelativo alla divulgazione dei dati Top secret UAP e a cui tutti noi forse ci dovremo preparare ad accettare come realtà. Ecco i principali nomi: Christofer Mellon: ex vicesegretario alla difesa per l'intelligence nelle amministrazioni Clinton e George W. Bush, è noto per essere stato presente nel documentario "The Phenomenon", per aver fornito i 3 video del Pentagono, pubblicati poi nella prima pagina del NYT del 2017; Luis Elizondo: è un militare che ha lavorato con l'Ufficio del Sottosegretario alla Difesa per l'Intelligence al Pentagono e famoso per la partecipazione al programma speciale del Advanced Aerospace Threat Identification Program concluso nel 2012; Jeremy Corbell: ufologo e documentarista, ha contribuito massicciamente alla diffusione dei principali 3 video confermati dal Pentagono (Flir, Gimbal e Go fast) direttamente dal suo profilo Instagram ; Steven Greer: medico, noto ufologo e fondatore del CSETI e del convegno internazionale Disclosure Project, ha recentemente diretto il documentario Unacknowledged del 2017 sulle presunte verità nascoste relative agli alieni. Il dibattito si fa serio Da quando sul sito web di The Black Vault (disponibili cliccando qui) è visibile la pubblicazione dei migliaia di declassified files della CIA sugli UFO, la questione sulla divulgazione di certe informazioni "Top Secret" ha iniziato a prendere una piega nuova e più seria rispetto al passato. Basti pensare al primo e celeberrimo caso di Roswell nel New Mexico del 1947, quando furono trovati dei resti alieni con la loro navicella da un contadino, e dal successivo racconto meticoloso esposto dal militare e Colonnello Philip Corso, il quale faceva parte della medesima operazione. Le molte testimonianze ufficiali ed il successivo suo libro "The day after Roswell" divenuto poi un best seller, (e che consigliamo di leggere), trattavano in sintesi dell'eredità tecnologica scoperta in tale incredibile testimonianza, ma che a causa dell'insabbiamento e confusione, il fatto è stato screditato e pertanto ritenuto non veritiero nel suo contenuto. Ma come tutte le storie pressoché incredibili come questa, credere è davvero azzardato. Ed anche se nel corso di decenni, gli episodi su avvistamenti, abduction, segreti militari sono stati raccontati, l'argomento sugli UFO è restato sempre a cavallo tra la favola e la fantascienza. Soltanto il Cinema è riuscito come divulgatore a dimostrare l'esistenza probabile degli alieni, pur se nella versione in celluloide. Vedi per esempio film come La guerra dei mondi, Indipendence Day, Mars Attacks o la serie iconica X-files, tanto per citare i classici del genere, i quali nascono tutti dall'idea del "I want to believe" ("Io voglio credere") come manifesto di un dogma collettivo che intende rispondere ai continui Cover Up e debunkers; e sono proprio il Pentagono, CIA e Casa Bianca, (vedi l'ultima White House Press Conference) i primi ad aver sempre smentito per poi archiviare ogni inizio di discussione critica. Atteggiamento valido fino ad oggi. Le ragioni del cambiamento di prospettiva sugli UAP, se così vogliamo intenderlo e che va a favore di rivelare finalmente talune notizie al pubblico, nascono in realtà da alcuni "elementi straordinari" che si sono intensificati negli ultimissimi anni e cioè: Dagli innumerevoli avvistamenti e testimonianze di militari, esperti piloti e addetti all'interno di apparati governativi; Dagli avvistamenti ripresi dai radar ed altri macchinari molto sofisticati; Dai migliaia di video amatoriali, eseguiti dai civili di tutto il mondo; Dalla ricerca approfondita dei filmati, in relazione all'analisi della particolare tecnologia utilizzata dagli strani AAV (Anomalous Aerial/Aerospace Vehicle), che denotano una superiorità incalcolabile rispetto a quella terrestre. A tal proposito, vi è una celebre analisi forense che fu presentata al Congresso americano nel 2019 dall'organizzazione scientifica militare di "SCU", (Scientific Coalition for UAP Studies) con un video ad infrarossi effettuato il 2004, detto "US Nimitz incident report", proprio per spiegare le straordinarie capacità di Transmedium degli UAP, che "non corrispondono a nessuna tecnologia nota di dominio pubblico. Cinema e Media, semplici divulgatori o anticipatori dei Times to come? Se sappiamo degli UFO, molto lo dobbiamo al Cinema che ci ha raccontato centinaia di storie, facendoci sognare, sperare e a volte impaurire sull'eventualità di un'esistenza di altri esseri e mondi abitati al di là della nostra dimensione terrestre. Ma ci chiediamo se il ruolo del Cinema come quello dei Media, sia anche quello di anticipatore oltre che di semplice narratore. Senza dubbio, l'aumento produttivo di film di fantascienza che sono di sicuro successo al botteghino, ne è una conferma, ma non solo. L'indiscusso aumento di notizie pubblicate dal panorama giornalistico più autorevole a livello nazionale ed internazionale, assume un atteggiamento diverso e pressoché serio sul suddetto argomento, a cui non siamo mai stati abituati prima di adesso. E questa di per se, è già una grossa novità; oltre al fatto che gli aggiornamenti al tema sono ormai una prassi costante presupponendo che "tali informazioni" non si possono più nascondere. Molti si chiedono, inoltre, se c'è da preoccuparsi visto che il Covid ha letteralmente sconvolto il mondo e che ora potrebbe esserci un nuovo stravolgimento dall'ufficialità di una notizia così incredibile. Curiosare tra le pagine dei più autorevoli Newspapers, è un indizio comunque importante su quello che sta succedendo e che non va minimizzato. Eccone qualche esempio che vale la pena di approfondire : The Washington Post, The guardian, The Indipendent, The New York Times, USA TODAY, Corriere della sera e moltissimi altri. Infine, ci sono due ulteriori aspetti da sottolineare nella vicenda della divulgazione UFO e che riguardano: i Media, Politici, Accademici, militari si stanno finalmente esponendo sul tema UFO; il fenomeno UFO/UAP è arrivato ad una soglia di interesse tale da non poter essere più ignorato. Ci sarà un Day After 6/25? Domani, 25 giugno 2021, il mondo non potrebbe essere più lo stesso dopo l'annuncio che presumibilmente verrà fatto dal Congresso, diretto non solo agli americani, ma a tutti i cittadini della terra. Al momento, sono già stati fatti degli importanti passi in avanti, grazie alla Scienza che opera attraverso dei comitati scientifici analizzando tutte le prove, le testimonianze e le conseguenze tangibili lasciate a volte dagli stessi veicoli non identificati. E' sempre la scienza, in rispetto a ciò che essa rappresenta, a prendere da tempo e molto seriamente la questione, affermando che non tutti gli episodi sono riconducibili a semplici allucinazioni o manifestazioni di semplici megalomani. Già nel 1998, Il fisico Peter Sturrock della Stanford University aveva già sollevato la questione sulla complessità e serietà attribuibile al problema UFO, fondando l'associazione Società per l’Esplorazione Scientifica sponsorizzata dal miliardario Laurence Rockfeller, per dimostrare in sostanza che: quello che non può essere compreso, è nel dovere della scienza di porre le domande e creare le ipotesi di indagine, e relativamente di disporre delle attrezzature necessarie allo studio per questo Nuovo Campo Scientifico, non meno importante o necessario di altri. Come sottolinea Sturrock, nelle analisi degli ultimi 60 anni sugli UFO, "tali fenomeni che sono attualmente sconosciuti alla scienza, esigono adesso di tutta l'attenzione ed il rigore scientifico per poter essere studiati". Inoltre, il pensiero di Sturrock, che aveva in qualche modo anticipato i tempi nel pensiero comune di creare un settore di studio degli UAP, si riassume oggi con il termine di "buona scienza", capace di coinvolgere l'interesse del pubblico da un lato e di un pieno riconoscimento al lavoro di quei ricercatori ridicolizzati in passato. Pertanto il momento è particolarmente delicato e allo stesso tempo necessario. Determinare o stabilire un comitato scientifico ufficiale che confermi pur con info drops (micro comunicazioni) la realtà dei fatti, sarebbe un primo e grande passo epocale, che creerà però una probabile spaccatura tra un prima e dopo. (insomma un simbolico DAY AFTER 6/1) E se così fosse, è la storia degli UFO ad essere riscritta. Anche il famoso personaggio iconico della serie X-Files degli anni 90, Mulder, insieme ai milioni di believers in tutto il mondo, alla notizia sugli UFO, siamo certi che salterebbe sulla sedia urlando finalmente. "Io lo sapevo". E noi come la sua scettica collega Scully, gli risponderemmo in coro: "se solo avessimo creduto prima". Non ci resta altro che aspettare domani per scoprirlo. #ufodayafter #disclosureufo #uforeport OutsiderPOST consiglia: The day after Roswell", di Philip Corso (English Edition)

  • Cancel culture o Involuzione del Politically Correct 2.0?

    Ultimamente, si sente molto parlare di Cancel culture. Ma cosa è davvero? E a quali conseguenze pratiche può portare l'utilizzo inappropriato del termine, se riferito nei diversi contesti sociali e culturali? Capire la differenza tra la censura e libertà resta un punto nodale nella società moderna. Se ci pensiamo bene, oggigiorno nessuno è davvero immune dal concetto della "cultura della cancellazione". Basti infatti pensare al potere Sovrastale dei Social dopo gli accadimenti di Capitol Hill, che hanno bannato l'ex Presidente Americano Donald Trump. Ma l'azione di cancellare qualcuno dai Social, come ha fatto Zuckerberg nei confronti di Trump, è solo uno dei numerosi esempi dove le "voci dissonanti dal coro", sono spesso confuse ed etichettate a priori come negazioniste o complottiste, escludendole in concreto dalla "Politically and Social correct community". Nell'ipocrita illusione generale di indicare una sola categoria di buoni e di cattivi (cioè di politicamente corretti e non) è necessario però comprendere il motivo di tanto accanimento verso chi argomenta opinioni diverse dal mainstream stabilito. La terminologia del "cancel culture", che sta mobilitando la discussione pubblica ovunque nell'ultimo anno della pandemia, ritrova il suo apice proprio nel bel mezzo del terremoto sanitario ed economico con la pubblicazione di una lettera aperta della Harper's Magazine, scritta da schiere di famosi intellettuali, il cui fine è di creare una profonda spaccatura sul significato evolutivo del termine di "censura" ai tempi del Covid. La difesa del mantenimento della "libertà di parola" è senza dubbio il messaggio centrale di tale lettera, affinché essa, come essi sottolineano: "resti viva e vegeta" e che "non venga schiacciata dal conformismo del politically correct e dall'opposizione verso chi non è allineato al mainstream divulgativo". La lettera sulla giustizia e il dibattito aperto Dalla pubblicazione della famosa lettera dell'Harpers's Magazine, pubblicata lo scorso 7 luglio 2020, sono stati molteplici i fatti che hanno confermato ad oggi le delicate tematiche sulla libertà di parola, giustizia e discussione aperta, espresse nel loro accorato appello. Ricordiamo in particolare il seguente fatto tra tutti: di Donal Trump e Jair Bolsonaro che vengono addirittura banditi dai principali Social Network. Sulla questione della libertà di parola e del dibattito aperto mossa proprio dalla Harper's letter e dai 153 intellettuali, (tra cui Noam Chomsky, JK Rowling e molti altri) la rimostranza collettiva rimarca appunto l'atteggiamento tendenzialmente pericoloso del cosiddetto "politically correct", in cui il confine sull'impegno e rispetto morale verso alcune categorie di persone risulta piuttosto labile, nel momento in cui non si intende prendere in considerazione anche le altre opinioni, non propriamente allineate al pensiero generalizzato. Di conseguenza, l'opposta frangia costituita dai cosiddetti "politicamente scorretti", etichettati anche come sostenitori reazionari o demagoghi della qualsivoglia destra o sinistra, divengono altresì il gruppo da non seguire e pertanto da cancellare dal medesimo dibattito generale in corso. Nella infausta colpa di non essere allineati al pensiero unico dominante, coloro che decidono di alzare la voce contro lo spettro conformista, annidato subdolamente nel contesto sociale e culturale galoppante, sono recriminati a loro volta di risultare antidemocratici ed irrispettosi, per non accettare le regole di uno scambio filisteo che considera solo le opinioni uniformi ed eterogenee. Nel mentre, la famosa lettera indica lo spartiacque invisibile tra il politically correct e censura così argomentata: "Potenti proteste per la giustizia razziale e sociale stanno portando a richieste attese per la riforma della polizia, insieme a richieste più ampie per una maggiore uguaglianza e inclusione in tutta la nostra società, non ultimo nell'istruzione superiore, nel giornalismo, nella filantropia e nelle arti. Ma questa necessaria presa di coscienza ha anche intensificato una nuova serie di atteggiamenti morali e di impegni politici che tendono a indebolire le nostre norme di dibattito aperto e di tolleranza delle differenze in favore del conformismo ideologico." Il revisionismo storico e la Damnatio memoriae moderna „Il migliore argomento contro la democrazia è una conversazione di cinque minuti con l'elettore medio.“ Winston Churchill Durante l'ultimo anno, da quando è iniziata la pandemia, si sono verificati purtroppo moltissimi fatti deplorevoli ovunque nel mondo, in cui sono state prese di mira alcune statue del passato con atti di ferocia deturpazione, che stanno scuotendo l'opinione pubblica sul nocciolo del discorso, con la crescente divulgazione di cancellare la storia e tutti gli errori del passato, sia nelle piazze che nelle università, (per prime) per azzerare tutto. I casi più eclatanti sono: La statua di Winston Churchill: la nota statua del primo ministro inglese posta in Parliament Square a Westminster di Londra, ha subito ben due atti di vandalismo con la medesima scritta di "Racist"; prima dai contestatori del movimento "black lives matter" e poi dagli attivisti del "Extinction Rebellion" per il cambiamento del clima; Film di Via col Vento: il capolavoro cinematografico del 1939 che vinse ben otto Oscar, dopo l'omicidio di George Floyd e le innumerevoli proteste, viene addirittura rimosso dalla piattaforma HBO Max, perché ritenuto offensivo verso l'etnia di colore. Poi viene inserito nuovamente attraverso un disclaimer evidenziato dal Magazine Variety, che indica che "il film nega gli orrori della schiavitù". Statua di Cristoforo Colombo: il suo monumento viene abbattuto durante una protesta anti-razzista a Minneapolis negli Stati Uniti, perché considerato fautore della colonizzazione bianca negli States. L'azione di cancellazione della storia che si riversa attraverso i brutali ed insensati atti vandalici come sopra, richiama alla già nota condanna alla memoria della damnatio memoriae, già presente nella Roma Antica, in cui tutti i documenti di una determinata persona venivano cancellati (basti pensare alle sorti di Nerone e Calligola); si ha pertanto l'impressione che la pena inflitta dagli antichi romani sia ritornata nei tempi attuali in una modalità aggiornata, in cui: Al traditore, viene data una punizione esemplare con l'esclusione a livello Social, (lontano così dalla cerchia che conta); Come nel caso delle statue di Churchill, Colombo e del film Via col vento, si vuole colpire duro a determinate ideologie di alcuni periodi storici, capovolgendo l'immagine brillante e pressoché positiva di taluni in accezioni negative, e cioè di meri nemici della patria e traditori della democrazia, libertà ed eguaglianza. Vi è poi un altro punto importante che andrebbe pur se velocemente analizzato, che riguarda proprio la tendenza iconoclasta e dell'incauto favoritismo di distruggere ciecamente e di nascondere le prove dell'esistenza e ruolo della storia umana. Il revisionismo storico, che si manifesta come ulteriore pericolo annidato tra la cancellazione della cultura e la damnatio memoriae, mette sullo stesso piano del dibattito le diverse ideologie e periodi storici, senza considerare le innumerevoli variabili del tempo e dello spazio del singolo evento preso in esame (vedi per esempio: il Comunismo, il Fascismo ed il Nazismo). Nello stesso calderone della cancellazione, la comprensione dei fatti non viene analizzata, ma semplicemente rimossa. Invece, la storia serve per il confronto lucido degli eventi sommariamente simili, ma vivamente opposti, affinché i fatti non si ripetano come in passato. Il ruolo educativo dell'informazione e della scuola Il libero scambio di opinioni è chiaramente il fulcro di tutta la questione riportata nella lettera dell'Harper magazine. Nel quotidiano, viviamo continuamente situazioni di scelta tra:"essere politically correct oppure no". Se ci troviamo al supermercato e qualcuno ci fa un apprezzamento per il nostro cane, e magari gli diciamo che lo abbiamo comprato anziché preso al canile, ecco che la censura cade dura e diretta sulla nostra testa, dove le parole colme di giudizio echeggiano: "ah, i cani vanno presi al canile e non comprati, perché ci sono tantissimi canini abbandonati che hanno bisogno", e allora presi dall'imbarazzo o dall'ingenuità, spesso rispondiamo: "ma quando nascono, tutti hanno bisogno di affetto, anche quelli comprati." L'esempio posto è solo uno tra un milione, per chiarire due concetti che sono facilmente verificabili, come: Il trovarsi con persone che sentenziano con ostentata repulsione colui che decide di non seguire la tesi del gregge. I cosiddetti gregari, che accettano di vivere passivamente nel comfort psicologico e dal condizionamento totale, vedono l'altro come una minaccia per la loro sicurezza e la loro verità accettata (vedi J.P.Sartre) ; Il sentirsi pronti a difendere alcuni valori con il cuore e la mente, è ben diverso dal difenderli tutti a prescindere; analizzare dettagliatamente le dinamiche implicite che hanno portato a quel momento invece di accettarle incondizionatamente per vergogna di tradire il gruppo dominante, è invece un atteggiamento non comune e fuori dalla teoria del gregario. Scuola e media, hanno la responsabilità ed il dovere di far uscire l'individuo dall'uniformità gregaria attraverso una formazione ed incentivazione al libero pensiero e di espressione; mentre è invece sempre più tangibile un'uso crescente di censure illiberali ed ipocriti conformismi negli ultimi tempi, che fa altresì accrescere la confusione generale e la conseguente passiva accettazione dei fatti. Conoscere la storia è conoscere noi stessi „Il raro rinoceronte selvaggio sull'orlo dell'estinzione è molto più soddisfatto del vitello che passa la sua breve vita in un minuscolo box, a ingrassare per produrre gustose costolette.“ Yuval Noah Harari Un tassello importante per uscire dall'oblio cognitivo delle false credenze e dai conformismi della Società attuale, è dato ovviamente dalla conoscenza della storia. Laddove la scuola non riesca a formare i futuri adulti di domani, tocca proprio al singolo prendere l'ardua decisione di capire attraverso lo studio personale della storia dell'umanità, prima di argomentare qualsiasi evento e persona. Va detto che decidere di percorrere la strada del sapere, è senza dubbio da coraggiosi guerrieri. Pertanto, il viaggio di scoperta sarà fitto di dubbi, domande ed ancora altri dubbi. Ma nell'ampliare la propria conoscenza della storia, impareremo nel contempo a conoscere noi stessi, le nostre forze così come le nostre debolezze. La soddisfazione sarà quindi ampiamente ricompensata. Per coloro che intendono approfondire, vi è un libro che raccoglie molto della premessa fatta sull'importanza della storia e che si ritrova con "Sapiens, da Animali a Dei", scritto da Yuval Noah Harari, Premio Pulitzer 1998; nel racconto delle tre grandi rivoluzioni della specie umana (cognitiva, agricola ed industriale), vi è l'intento di sottolineare il ruolo centrale della creatività umana e della sua realizzazione sulla terra. Assolutamente da leggere. Un inclusione democratica basata sul confronto aperto e civile E' con i Social che sono iniziate le prime stagioni di caccia alla cancellazione di utenti e gruppi ritenuti pericolosi, in quanto troppo anticonformisti e pertanto capaci di innescare movimenti di rivalsa. Poi, i due movimenti globali nati tra il 2018 e 2019, del #metoo ed #every black lives matter, con le successive proteste in tutto il mondo, hanno spinto da un lato il desiderio di una maggior eguaglianza ed inclusione di alcune categorie, e dall'altro, come espresso nella Harpers' letter, hanno aperto il varco a nuovi atteggiamenti morali e di impegni politici che tendono a indebolire le nostre norme di dibattito aperto e di tolleranza delle differenze in favore del conformismo ideologico. Ma chi ha ragione, veramente? Di certo, si tratta di una "reale" battaglia, che temiamo sia solo agli inizi, tra : chi lotta per i discriminati, condannando senza pietà tutte le persone che non sono d'accordo; e chi vuole mantenere saldo il proprio posto di intoccabilità nel ruolo del "dico quello che voglio"e pertanto non vuole essere contraddetto, cosa che invece è possibile adesso. Secondo il punto di vista di OP, la verità risiede spesso nel mezzo, in quanto: chi ostacola un altro a non esprimersi è da considerarsi un conformista ideologico, pur se con le più alte aspettative di inclusione possibile. In termini pratici, entrambi sono facce della stessa medaglia, in cui uno ostacola l'altro in forme diverse, ma con il probabile fine di far prevaricare la propria posizione sull'altro. Nella distorta dialettica dei due comunicanti che parlano la stessa lingua ma senza ascoltarsi profondamente, ritroviamo tutta quella cieca illusione di aver già capito tutto dell'altro, giudicandolo a priori, ma mai senza cercare di imparare qualcosa di nuovo attraverso l'ascolto, appunto. Potremo aggiungere che il sospetto di un crescente pensiero unico echeggia dunque in entrambi i fronti, anche se con voci apparentemente distinte. La Cancel Culture si muove ovunque, e mentre prima riguardava solo i dibattiti di intellettuali riguardo il Covid, ogni situazione diviene ambito di sfogo e di protesta, contro chi non la pensa come noi; e ci allontaniamo subito se il confronto si fa aspro, senza invece provare a intrecciare un dialogo sincero e profondo, in cui lo scambio di opinioni, dovrebbe essere un opportunità per entrambi gli interlocutori e non una sfida a chi ha la totale ragione. Il Disaccordo civile come nuova frontiera democratica ? "Io so di non sapere". Socrate Non ci sono dubbi che il confine in cui si muove la Cancel Culture è particolarmente labile e pericoloso, ma che offre altresì degli spunti interessanti di ombre e luci, quali: La forma involutiva del politically correct, è profetizzata da coloro che vanno in difesa totale di alcune categorie, escludendone però delle altre se non addirittura rifiutandole (come per la libera espressione di parola e pensiero di scrittori, artisti ed intellettuali in genere); Prende forma un nuovo desiderio di inclusione e di dialogo profondo verso quelle minoranze che prima non venivano neanche considerate e che adesso finalmente cominciano a farsi sentire grazie al potere distintivo dei Social. Cosa hanno di buono entrambi le fazioni (se così le vogliamo chiamare) sono le migliori intenzioni messe sul campo, per far comprendere la propria posizione. Ma l'assoluta cecità e sordità nell'ascolto dell'altro, è un presupposto difficile da cui partire per stabilire un nuovo punto d'incontro. Ecco che allora servono alcuni parametri condivisibili da entrambi i lati, in cui il disaccordo civile possa divenire il luogo o frontiera democratica, in cui il dialogo è l'unico possibile vincitore. Tra l'eccesso di ottimismo di creare inverosimilmente una società pressoché omogenea e piena di filtri, come spesso invocano gli stessi social ad usare, ed il troppo pessimismo dall'altro che induce ad escludere qualsiasi opzione, se non la peggiore a secondo del caso, vi è una via di mezzo che predispone di alcuni vantaggi, se tutti noi iniziamo a riconoscerne le potenzialità, quali: Dialogo inteso come disaccordo civile, che accoglie le varie sfumature del discorso intrapreso; Considerazione dell'opinione individuale ma anche di quella collettiva, come fruibilità dell'accettazione e non della censura a priori; Mettersi nei panni dell'altro, è sempre il modo migliore per comprendere se il nostro punto di vista è influenzato dall'esterno o se semplicemente è "farina del proprio sacco"; Predisposizione nel ricondurre ogni forma di dialogo verso un punto d'incontro in cui l'altro possa essere compreso e nel contempo possa essere compresa ed accettata la nostra posizione. La libertà di pensiero, promossa dal grandissimo filosofo Socrate, che fu condannato a morte per aver divulgato liberamente le sue idee, è un primo e fondamentale spunto di riflessione a tutta la questione attuale sulla cultura della cancellazione, così come per la censura che sulla possibilità di un dialogo più perforante rivolta ad un determinato gruppo. O nell'esclusione delle parti non conformanti al pensiero dominante, con un dettaglio che non sfuggirà certamente ai più arguti: e cioè che la sana e vera conoscenza, è una continua ricerca tra dubbi e finte certezze, in cui l'unica verità resta quella di "sapere di non sapere". L'ideale punto di partenza, quindi, che serve per ragionare e liberare così la propria libertà di pensiero e di parola. OutsiderPost consiglia: "Sapiens, da Animali a Dei",di Yuval Noah Harari.

  • New Normal: le 8 tendenze 2021 per il futuro Post-Covid

    Ammettiamolo. Sia mangiare, studiare, viaggiare, acquistare un paio di scarpe on line che le relazioni con gli altri sono oramai divenute azioni riconducibili al nuovo formato, detto New Normal. Capiamo allora quali sono i reali pro e contro delle 8 tendenze post covid. Da quando è iniziata la pandemia Covid, (nell'ormai lontano 2020!) abbiamo imparato nuove abitudini attraverso le molteplici restrizioni, arrivando spesso a dire che quella che stiamo vivendo ora, sarà la nuova normalità. Ovviamente non sono a dirlo solo le persone comuni, ma le flotte di esperti psicologi, analisti, economisti e scienziati, che ci ripetono interrottamente il solito mantra. E non si può certo negare l'evidenza, dato che le vite di ognuno sono nettamente cambiate ma non nel senso di un miglioramento, semmai di un peggioramento. La cosiddetta Nuova normalità o New Normal, sembra apparire come l'unica via d'uscita percorribile dalla situazione difficile che il mondo intero sta affrontando. Ma quello che viene altresì omesso, è che nella sua obbligata entrata nel quotidiano delle persone, tale opzione non sembra essere poi del tutto "normale". Il nuovo paradigma garantista come trasmissione di un modello di vita collettiva futura, soprassiede infatti sulle questioni di scelta individuale e sulle libertà e diritti costituzionali, e si indirizza a inediti percorsi incentrati invece sulla: digitalizzazione, sostenibilità e forme comunicative post umane. Capire cosa è in realtà già cambiato, ci serve sia da monito per affrontare le prossime sfide future, che di dimostrazione oggettiva di un "passato pre-Covid" non più fruibile se non per essere argomentato in discussioni di ambito intellettuale e puramente accademico. Dedichiamo allora tale approfondimento a tutti i nostalgici del "prima covid", ma anche a coloro che accettano di buon grado di far parte al New Normal Community, pur se inconsapevoli ma fiduciosi; senza escludere infine il grande numero di persone che resiste al cambiamento in atto e non vuol neanche sentir parlare di nuova normalità. L'intento di OUSTIDERPOST è invece di analizzare le questioni relative al post covid, indipendentemente a quale categoria voi apparteniate, affinché il dibattito libero e critico sulle ragioni, dubbi ed eventuali benefici del New Normal, sia intrapreso ed affrontato. Vediamo allora quali sono le 8 principali tendenze 2021, divenute oramai la nostra realtà quotidiana, con tutti i pro e contro generate dal modello New Normali fruibili in era Post-Covid. #1 Il ristorante in casa "L’uomo è ciò che mangia." Ludwig Feuerbach Decidere all'ultimo minuto di andare fuori a mangiare una pizza in compagnia e non tornare a casa per cena, diventa ai tempi del Covid, una scelta da affrontare non certo a cuor leggero. Infatti, il susseguirsi di lockdown e coprifuoco, ha visto la chiusura al pubblico di ristoranti e bar per molto tempo, senza più il classico servizio "ai tavoli". Il ristorante o la pizzeria si sposta direttamente in casa, dove l'unico contatto con l'esterno è attraverso il corriere che ci consegna il cibo ordinato on line. E già, perché nella nuova formula del "resta a casa", tutta la vita si svolge tra le quattro mura domestiche. Pro: la comodità indiscussa di ricevere la cucina preferita attraverso la formula App on line, è qualcosa tra le nuove abitudini ormai consolidate e molto apprezzate. Non si fa nessuna fila per aspettare il tavolo, si evitano compagnie sgradite e soprattutto tutto è a km. 0, restando fermi sul divano di casa. Contro: La mobilità mancata non porta certo dei benefici nel lungo periodo. Si, perché al di là del fattore On line, il viaggio per il raggiungimento del ristorante favorito, l'attesa e l'atmosfera, restano comunque impagabili. Senza poi parlare della realtà della ristorazione che è ovviamente in netto declino. La prova del nove, la faranno le riaperture (già iniziate), per capire se tali attività resisteranno alla tendenza del cibo a domicilio; e con la speranza di poter ritornare a vivere l'esperienza del cibo in loco ed in piena socialità. Lo speriamo davvero. #2 Il lavoro a casa "Ci piace dare alle persone la libertà di lavorare dove vogliono, al sicuro e nella consapevolezza di avere l’impulso e la competenza per esibirsi in modo eccellente, sia che siano alla scrivania o in cucina." Richard Branson, Fondatore e presidente di Virgin C'è chi lo chiama Smart Working, usando un termine anglofono, o chi preferisce invece usare parole diverse come il telelavoro se non addirittura "lavoro agile". Ma va da sé, che al di là della terminologia, lavorare nel proprio spazio domestico, usando orari frazionati e l'uso del computer personale, se da una prima occhiata riduce i costi del trasporto a lavoro ordinario e non presuppone uno standing rigoroso come nel classico posto di lavoro, dall'altro presenta alcune incognite sull'aspetto sociale e non solo. Ecco alcuni spunti di riflessione: Pro: anche nel caso del "lavoro agile, il vantaggio è soprattutto legato alla comodità di muoversi nelle quattro mura di casa, senza l'obbligo di uniformi, trucco e parrucco. Ci si sente più liberi in produttività, senza avere addosso l'occhio del collega invidioso o del capo esigente, pur se la supervisione mantiene le sue regole anche nel nuovo formato "smart". La parola preferita che gira intorno al nuovo tipo di lavoro è certamente quella della ritrovata indipendenza, con un chiaro risparmio su: benzina, spese extra. Ritorna anche il buon umore, perché si spende più tempo in famiglia. Contro: le relazioni peggiorano se non addirittura spariscono per la distanza fisica e laddove si interagisce con la videoconferenza, il distacco e fraintendimento sono all'ordine del giorno, con conseguente diminuzione della produttività sia singola che di gruppo. Nel lavorare a casa, si riduce inoltre lo spazio di distinzione tra dovere e piacere e di relazione e considerazione verso gli altri membri della famiglia. Infine, l'assenza di mobilità di spostamento impigrisce sia il corpo che la mente. #3 La rivoluzione del trasporto ecosostenibile "Quell’Oscar vinto nel 1953 dalla Hepburn per “Vacanze romane” sarebbe dovuto andare alla Vespa, perché mentre Gregory Peck corteggiava la Hepburn, il mondo intero si innamorava dell’altra Lei." Forbes Oltre allo scooter iconico di Vespa e Lambretta, oggi un'esperienza che gratifica soprattutto la coscienza ambientale e corpo fisico, deriva dall'utilizzo di bici e monopattino elettrici. Ma le ragioni nello scegliere un mezzo a basso impatto ambientale, sono in realtà connesse al Lockdown, che riservano di qualche domanda legittima prima dell'acquisto (o noleggio) per capire se si tratta del mezzo migliore da poter usare sempre, indipendentemente dalle misure restrittive anche dopo la fine dell'eventuale Pandemia o se ci sono alternative preferibili sul caso. Capiamo meglio: Pro: muoversi nel rispetto dell'ambiente è un azione che piace sempre di più e che trova le sue fondamenta nel pensiero dell'eco-sostenibilità. Preferire la bici alla macchina, diventa prima di tutto una tendenza e poi uno stile di vita, che mette in primo piano la propria salute, risparmiando in benzina per i molteplici spostamenti. Contro: Non tutte le realtà cittadine sono uguali e tale considerazione nasce dall'idea che anche i monopattini e bike sharing, hanno dei costi che sono da considerare, quali: il noleggio, la manutenzione e lo smaltimento; tutti fattori importanti che vanno ad indicare una eco-sostenibilità ideale ma non ancora concretamente fruibile. Le strade ed i suddetti percorsi sono poi pochissimi; pertanto la pericolosità di tali mezzi o di coloro che non li vedono affatto, è un tema delicato che va decisamente affrontato, visto il crescente aumento ovunque. Laddove possibile, l'opzione migliore sarebbe quello di scegliere i mezzi di trasporti pubblici, sia per diminuire ulteriormente l'inquinamento, che nel far camminare le persone, anziché spostarsi sempre e solo in monopattino o bici. #4 Viaggiare sicuri, vaccinati e controllati "Cos’è più importante, la connettività mondiale o il vaccino per la malaria?" Bill Gates Con i dati pressoché positivi delle ultime settimane e un numero importante di vaccinati in Italia che ha quasi raggiunto la soglia dei 40 milioni di persone, cresce il desiderio di viaggiare e di svagarsi. Lo scopo è di ristabilire un punto di contatto con la normalità precedente al Covid, ridando alle persone la speranza sul futuro. Ma facciamo il punto sul significato di "viaggiare sicuri" ai tempi Post Covid. Pro: mentre le destinazioni turistiche divengono le dimore incontrastate in sicurezza ed igiene costante, per chi viaggia, oltre ad essere vaccinato o reduce da tamponi, si garantisce una miglior tutela su eventuali annullamenti o cambio data, ora più di prima. Si cambia in meglio, quindi, dato che si punta alla cura attenta verso il cliente al quale si vuole innanzitutto regalare un esperienza meravigliosa; e non mancano ovviamente le super offerte, basta però seguire alcuni consigli; Contro: si parla solo e sempre di controlli: prima di partire, controlli durante e dopo il rientro. L'attenzione scrupolosa o forse un pò ossessiva nei riguardi delle regole sulla sicurezza, non fa sentire i viaggiatori liberi di muoversi. E se pur di andare in vacanza, si accetta la distanza e la mascherina (laddove sia ancora obbligatorio) anche a temperature alte (es. 38 gradi) non ci rendiamo conto che la stessa idea della vacanza in libertà è solo un lontano ricordo, mentre prende il suo posto il Covid come principale protagonista dei nostri pensieri, sia al mare che in montagna. #5 La realtà del virtuale dell'e-commerce "Bada alle piccole spese: una piccola falla affonda una grande nave." Benjamin Franklin Uno degli slogan più acclamati è stato quello del "miglior prezzo a prezzo basso" in cui Multinazionali dell'e-commerce hanno triplicato il fatturato nel solo 2020 (senza considerare l'anno in corso). Chi non ammette che almeno una volta ha acquistato on line, magari non facendo proprio un grande affare, anche solo per noia o perché si tratta di un must have da avere a tutti i costi. E' ovvio che l'altra faccia della medaglia rispetto alla comodità di acquisto, riguarda quei tantissimi commercianti che non sono multinazionali, ma che hanno perso il lavoro a causa del Covid o che hanno difficoltà ad emergere, visto il monopolio smisurato ed incontrollato dei big dell'e-commerce. Vediamo i Pro e Contro: Pro: il motto, "facile, veloce e a buon prezzo", è nella preferenza di scelta degli ultimi tempi. E la tendenza resta ancora valida, pur con la riapertura di negozi e centri commerciali, dove la competizione è sempre più feroce. Attraverso l'e-commerce se qualcosa non va bene, infatti, si può sempre restituire senza perdere il denaro. Soddisfatti o rimborsati è il mantra acquisito con l'esplosione dell'e-commerce, che resterà di sicuro una realtà anche dopo il Covid. Contro: comprare on line, esclude completamente una serie di esperienze emozionali che si possono vivere solo in un negozio; anche se la commessa non è stata gentile, si può infatti lasciare un feedback o magari al contrario si può consigliare un brand piuttosto che un altro, tramite la nostra visita Live. Inoltre, scegliere il negozio vuol dire aiutare quei piccoli esercenti e non solo le multinazionali. #6 La scuola del futuro "Sono scettico sul fatto che la didattica a distanza basata su tecnologie Internet asincrone (ad es. video preregistrati, forum online ed e-mail) sia un sostituto per la discussione in classe dal vivo e altre interazioni all’interno della scuola. Gli studenti della formazione a distanza non possono alzare la mano per porre domande agli insegnanti o partecipare a discussioni. Gli assistenti didattici non sempre rispondono alle e-mail e i forum di discussione della classe online possono essere trascurati sia dagli studenti che dai docenti. In questo senso, il “processo di dialogo” è in realtà limitato dalla tecnologia." Ian Lamont Diciamo tutta la verità: non tutti erano sempre felici di andare a scuola e tutti i giorni. Magari per la paura di essere interrogati se non si era preparati o perché tutte quelle ore sui banchi ad ascoltare passivamente materie che non ci coinvolgevano da professori a volte loro stessi annoiati, ci rimandava con la fantasia all'incontro di un famigerato Capitano che come "nell'attimo fuggente" ci salvasse e ci ispirasse dal profondo. Ma nella noia mortale di quelle giornate scolastiche vi è forse di peggio. E quel peggio è riassumibile in una modalità asettica, improntata sull'apprendimento a distanza, in cui l'interazione avviene tramite lo schermo del PC, in cui il dialogo risulta inequivocabilmente più distante. Ma capiamo allora quale scuola del futuro attende i nostri figli. O "se era meglio quando si stava peggio". Appunto. Pro: "non si è smesso di studiare, ma è solo cambiata la modalità di apprendimento"; tra l'altro risulta essere molto apprezzata sia dagli studenti che dagli insegnanti ( come nel caso delle video lezioni con le educatrici del museo sulle opere d'arte delle Gallerie degli Uffizi). La nuove versione della scuola è pertanto un ottimo supporto al modello classico, da migliorare, ma certamente utile e indispensabile per il futuro. Contro: stare in classe ed interagire con compagni ed insegnante non ha eguali. Le regole da seguire per lo spostamento mattutino e ritorno, fanno bene al corpo e rendono gli alunni più attivi, anche quelli meno desiderosi verso la scuola. L'attenzione o concentrazione risulta essere più lunga che in una sessione tenuta a distanza, dove gli occhi invece si stancano guardando costantemente lo schermo. Inoltre i costi dei devices (PC, Tablet) sono a carico della famiglia, per chi se li può permettere. Ed infine cresce l'ansia tra i giovani ed il disinteresse verso il proseguimento agli studi universitari. #7 Tutto il mondo nel mio smartphone "Una volta avevo una vita. Ora ho uno smartphone e una connessione wi-fi." Anonimo Per le moltissime persone nel mondo che lo utilizzano, il telefono è da molti anni inteso come il "miglior amico di sempre", o colui che non ti tradisce mai se non per la batteria scarica. Dai primi smartphone dell'Apple ideati dal visionario Steve Jobs, nel 2008, ad oggi, l'oggetto del desiderio resta sempre lui. Perché con lo smartphone si può fare "quasi" tutto, evolvendo coi tempi, anche in quelli da Covid. Ma ci chiediamo se conviene davvero aprire il proprio cuore ad un smart-device, senza capirne il confine labile che si nasconde dietro e che ci riguarda tutti da vicino. Pro: se chiedi ai giovani (ma non solo) a cosa non possono fare a meno, tutti rispondono in coro: il mio Smartphone. Si, perché il telefono non è più telefono e da molto tempo; potremo dire che fa praticamente tutto tranne le brioche. Inoltre, se la nostra vita sociale vive espressamente dentro il cellulare, tale oggetto può considerarsi a tutti gli effetti il nostro miglior amico di sempre. "Tu chiedi e lui risponde". Meglio di così! Contro: cosa succede se lo perdiamo o se ci viene rubato? la risposta è ovviamente: panico totale. Anche se si va immediatamente a bloccare tutti i dati attraverso la sim, l'ansia rimane. Tutto il nostro mondo nello smartphone ci fa realizzare a che livello di sudditanza siamo arrivati. E questo non ci rende sereni, senza poi dimenticare l'aspetto della Privacy, che non andiamo qui a specificare, ma che meriterebbe un'altro approfondimento. Ma tutto sommato, il panico è utile per aprirci gli occhi alle persone reali che sono intorno a noi, al di là dello schermo Social dello Smartphone. #8 La distanza sociale è la nuova comunicazione "Facile essere coraggiosi a distanza di sicurezza." Esopo Sono soprattutto la Mascherina e la distanza sociale i nuovi Dictat del New Normal. Ad essi, siamo tutti inevitabilmente legati, vuoi per la paura legittima di contrarre il virus, che per la condizione obbligata che ci spinge a non poterne fare altrimenti. Guardarsi negli occhi è una azione importante e adesso tale forma di comunicazione diretta dello sguardo, insieme alla stretta di mano e dell'abbraccio, diventano dei tabù invalicabili, in cui le persone (ahimè) si stanno allontanando, dimenticandone il significato o abituandosi all'assenza di tali linguaggi. Pro: la distanza fisica che presuppone maggior sicurezza propria e per gli altri, è soprattutto il fattore determinante per non contrarre il temuto virus e quindi del tutto necessaria. "Se evito non rischio" è il motto, e pertanto scelgo responsabilmente la sicurezza. E se serve, si può sempre comunicare in altri modi grazie alle nuove tecnologie. Contro: nel tenere lontano l'altro, diminuisce anche l'intensità e la qualità delle relazioni e delle conversazioni. Un abitudine pericolosa che non può far bene all'essere umano in quanto animale sociale, che preferisce così interagire con il proprio smartphone anziché confrontarsi con le altre persone diverse da lui. E nel contempo crescono ansia, stress, depressione e tanta solitudine. La nuova realtà dell'affetto virtuale "Vuoi salire su da me a infrangere la distanza di sicurezza?" Anonimo Come siamo arrivati a questo punto? Vi chiederete. Come si può immaginare un mondo di relazioni dove a mancare sono proprio i legami sociali, e a qualsiasi livello. Se la vita si sta trasformando in una mera illusione consolidata da affetti virtuali ritenuti reali e da immagini fittizie ed accattivanti che rappresentano il nostro mondo personale agli altri, che però teniamo alla dovuta distanza fisica ma restando Socialmente vicini, beh, potremo allora dire che siamo già belli che fritti! Se il Virus ha introdotto nuove regole di vita col New Normal, ciò non vuol dire smettere di vivere la vita che desideriamo davvero. La vera opportunità, come sottolinea Scott Galloway, autore del bellissimo libro "Post Corona: from crisis to opportunity", risiede proprio nel mezzo, tra l'avvertimento e la speranza in equal misura, nel saper riconoscere i veri benefici ed i suoi contrari per ogni nuova tendenza, per ristabilire la nostra idea di "Better life" (o meglio di un migliore stile di vita possibile). Super consigliato! Ribadiamo che riguardo al caso del New Normal, delle eventuali incombenti pandemie future (che speriamo non si ripetono!) e degli scongiurati attacchi alieni, siamo comunque e solo NOI che decidiamo di credere, accettare e ridimensionare l'argomento con un atteggiamento più costruttivo, critico e affine al nostro modo di essere. Non vi è tendenza migliore di questa, e cioè quella di seguire noi stessi. Credetemi! Parola di OUTSIDERPOST. OutsiderPost consiglia: "Post Corona: From Crisis to Opportunity", di Scoot Galloway, (English Version)

  • Cozy & Comfy Chic: IL NUOVO STILE A PASSO COI TEMPI (da Covid)

    Si dice che per essere comodi e chic basta poco: un jeans, una maglietta, e poco altro. E mentre la moda cambia e si adegua ai tempi Covid, la cosiddetta" Moda non Moda", diventa addirittura la tendenza 2021. Tra le tante parole che abbiamo imparato durante il 2020, (legate soprattutto alla pandemia globale del Covid), ve ne sono due che acquisiscono una connotazione pressoché positiva e che racchiudono in sé un chiaro stato d’animo e cioè: "quella di volersi più bene". Nello specifico, con i termini anglofoni di ”Cozy & Comfy”, si vuole indicare appunto un certo stato emozionale che riflette il proprio ambiente domestico come luogo accogliente (Cozy) e che si traduce in uno stile di abbigliamento essenziale e soprattutto comodo (Comfy). Le due parole, sono spesso accompagnate insieme e sono traducibili con i seguenti tratti: accomodante, romantico, comodo, confortevole, casual, rilassante, avvolgente, accogliente, essere al naturale, sentirsi a proprio agio, eccetera. Quindi, chi si veste Comfy, probabilmente abiterà in una casa Cozy, con lo scopo di ottenere il massimo comfort possibile. Si necessita però sottolineare, che spesso tale scelta è dettata dalla situazione d’emergenza, causata dal Covid, e da cui scaturiscono inconsapevolmente alcuni presupposti riguardo la nuova tendenza moda, che derivano soprattutto dal: lockdown, dalla crisi economica, dallo Smart working e dalla conseguente riduzione degli spostamenti consueti, che portano ad aderire involontariamente al nuovo (appunto non programmato) stile di moda e di vita. Vediamo allora come mai lo stile Cozy & Comfy sta conquistando tutti a colpi di pigiama, ciabatte e gran tazze di tè. E comprendere soprattutto se tale "moda non moda" sarà ancora di tendenza nei prossimi anni. Quando il pigiama è Cool “Eliminate il superfluo, enfatizzate la comodità e riconoscete l’eleganza del poco complicato". (Giorgio Armani) Parliamoci chiaro. Tre anni fa, se ci avessero detto che indossare un pigiama in seta sarebbe risultato Cool, come fa la protagonista della serie Cult "Sex and the City" in un noto spot di INTIMO presentato nel 2018, (dove girava addirittura disinvolta per le strade di New York), non ci avremmo creduto un granché. Perché l’idea di vestire in comodità, è un chiaro messaggio di chi resta espressamente in casa, escludendo altre ipotesi, come per esempio: andare a fare la spesa o prendere un aperitivo con le amiche o almeno non nella vita reale di tutti i giorni. Ma se i tempi cambiano, ecco che le mode si adeguano. Infatti, sono sempre più le persone che espongono con una certa naturalezza e senza remore, abbigliamenti magari poco consoni, anche solo per dei piccoli spostamenti. La forza di questo nuova tendenza, espressa dalla iconica testimonial d'eccezione, Sarah Jessica Parker, nasce innanzitutto dal mondo degli Influencer, ma anche degli attori, modelle e cantanti, che sui vari social, si fanno vedere senza ritocchi in outfit "very casual", per comunicare il loro messaggio ad unisono del: "Anche noi viviamo vite normali proprio come voi". Dietro il falso buonismo di alcuni famosi, combinato alla scaltrezza di altri nel fare business attraverso i social, se esiste un punto fermo nel sentirsi realmente Comfy for life, esso risiede attraverso il motto di LESS is MORE (meno è meglio). Come ricorda anche il grande Giorgio Armani, nel suo libro "I cretini non sono mai eleganti", in cui consiglia di "evitare tutto quello che è evidente, quello che si considera lusso sfrenato, per scoprire un lusso più segreto, più riservato, meno diffuso", siamo infatti d'accordo che eliminando il superfluo puntando sulla comodità, si valorizzi l'eleganza della semplicità. E quindi essere Comfy Chic può essere sinonimo di eleganza, se si vuole. La casa come rifugio accogliente e sicuro “Casa. L’ultimo rifugio, aperto tutta la notte". Ambrose Bierce, Dizionario del diavolo, 1911. Nell'ultimo anno, nel cambiare la nostra routine, è cambiata anche la moda. Si è infatti passati dall’idea veloce di un vestimento semplice e comodo, (magari con un look sportivo) per passare ad un concetto più preciso e ricercato. I più attenti alle tendenze moda poi, studiano e combinano i migliori outfit con gli accessori del momento. Quindi, sarà sempre più difficile separarsi dall'idea del sentirsi comodo e avvolgente, soprattutto di questi tempi. E come avevamo anticipato sopra, nel desiderio di ottenere il maggior comfort possibile, sentirsi a proprio agio con certi casual outfit, diventa una priorità; e lo stesso atteggiamento si riflette anche nell'ambiente domestico in cui trascorriamo di più le nostre giornate, (ora a causa del Covid) e cioè nelle nostre case. Ricreiamo così tutte le emozioni di protezione e di amorevolezza che non ritroviamo spesso fuori, (e che vogliamo mantenere il più a lungo possibile) in modo che la CASA sia il nostro rifugio di pace, da tutto il caos del mondo esterno; un Cozy place come luogo magico, costituito da piccoli rituali di "benessere personale quotidiano" che ci coccolano letteralmente, con: trapunte, tè caldi, candele ovunque, Serie tv, Comfort food, ciabatte, buona lettura, bagni caldi, pigiama e tute da ginnastica e molto altro. Ecco una breve lista di 3 Cozy Blogs che consigliamo di andare a vedere, per curiosare sull'argomento o magari per rubare qualche TIPS (consiglio) interessante, da utilizzare per il creare il vostro C&C style. Cococozy: Designer californiana, Coco è una delle 30 migliori influencer nominate dalla rivista Forbes, che ama fornire ispirazione per il design e lo stile, con un approccio personale e talvolta umoristico. Goop: il sito dell'attrice Gwyneth Paltrow, nato nel 2008, parla di cucina, casa, moda, viaggi e benessere (per il corpo, mente e spirito). The inspired room: tutto quello che volete sapere sul decoro della casa e non solo. L'effetto naturale ma con trucco “Una bella donna è mille volte più attraente quando esce dalle braccia di Morfeo che dopo un'accurata toilette.” GIACOMO CASANOVA Durante gli anni 90', si erano già avvisati i primi esempi dell'odierno stile Comfy, anche se i tempi non erano ancora maturi per assegnare a tale stile la dicitura di "iconico". Tra i capi più amati, c'erano i jeans a vita alta e gli abiti a sottoveste, in monocolore. Come dimenticare poi la giacca nera da biker, i Crop Top, gli anfibi, e soprattutto i pantaloni da tuta. Sono i recenti studi della New York University and Fashion Institute of Technology, a riconfermare il ritorno della moda Nineties (aggiornata al 2021) dove la parola chiave è "naturalezza". Risultare acqua e sapone e senza un filo di trucco (anche se il trucco c'è, ed eccome), avere i capelli scomposti, vestendo in modo apparentemente casuale, è infatti il cuore della cosiddetta "Moda non Moda", che si concentra sull'essenziale (ed in combinazione sempre con la Mascherina obbligatoria). Ma vediamo allora quali sono gli indumenti più Comfy del momento: Il Look Sporty & Anorak (giacca a vento): se non si è sportivi, non importa, perché il look sportivo mette d'accordo tutte le età, anche i pigri. I pantaloni della tuta (o Sweatpants) sono in assoluto il capo più amato del 2020 insieme alla giacca a vento, e certamente anche per tutto il 2021... scommettiamo? Il Crop Top: Il top super corto, piace talmente tanto che lo cominciano ad indossare anche chi non ha il ventre piatto e con una certa disinvoltura, con sopra un maxi Cardigan. Potremo dire: Viva La libertà! La Maxi felpa: nato come capo maschile, è amatissimo anche dalle donne. Da indossare a casa e ovunque con un paio di leggings neri e sneakers bianche.. Davvero Top! Le Sneakers e Ciabatte: Se ci fosse un cartello stradale con indicazioni su cosa scegliere come accessorio, ci sarebbe scritto senz'altro: "Qui, sono ammesse solo scarpe ultra comode, Grazie."E come dare torto a tale affermazione. I Pigiama & Co: per chi non si vergogna e vuole osare nel grigiore dei tempi incerti odierni, a volte la scelta più azzardata è anche la più azzeccata; e senza porsi troppi problemi, si consiglia allora un bel vestito sottoveste con giacca in pelle ed anfibi, proprio come le modelle rock degli anni 90 (Kate Moss, tra tutte). Le Mini bags & Occhiali maxi: il contrasto degli accessori è un altra tendenza, che ultimamente si ritrova nelle molte riviste platinate. La tracolla minimal con occhiali giganti, sono super ricercati anche se non proprio adatti a tutti. Ma va bene così. Il futuro sarà sempre Comfy & Cozy? L'anno appena iniziato, non sembra essere migliore del precedente e quindi fare previsioni sulla moda che verrà, è assai arduo. Al momento, tutto il settore è in netta decrescita e mancante di fornire nuove idee, se non quelle riprese dal passato (vedi appunto gli anni 90'). Potremo altresì dire che il fashion Industry si sta adeguando alle nuove regole di vita, dettate dalla pandemia, consigliando addirittura capi "salva vita" con impronta futuristica, che includono: mascherine, guanti, scafandri, anfibi militari, pantaloni anti alluvione e caschi integrali. Ancora una volta, ecco che si punta sulla comodità come scelta obbligata. Ma sarà così anche per il futuro? Scegliere di vestirsi comodi e semplici per rispondere alle varie difficoltà esterne (di virus, lockdown e natura) va bene, ma si ha l'impressione che non torneremo più indietro neanche nella moda: di quella cara vecchia moda che stupiva, trasgrediva con le sue forme e colori contro il rigore e grigiore del mondo moderno. Come nel caso dei talentosi stilisti Rolf Ekroth e AI Riders on the storm, vi è un solo ed evidente sguardo sul futuro incerto in cui viviamo che dovrebbe far pensare; pur se nell'ottica positiva del riuso e della sostenibilità, la moda sembra guardare in una sola direzione. Ci chiediamo se allora la comodità (come viene presentata), è una libertà di espressione individuale oppure una semplice necessità che va in risposta ai problemi economici e climatici del mondo che abitiamo e che ci obbliga altresì a rispettare? Per il 2021, la bibbia della Haute Couture Vogue ha ammesso che "vivere in comodità" è ormai uno stile di moda a tutti gli effetti. Ed in risposta ai migliaia di lettori che amano la nuova tendenza, essa propone la sua alternativa al capo più amato in tempi di Covid e cioè i pantaloni da tuta, con una selezione di ben 15 gonne dedicate a tutte le donne che vogliono valorizzare la loro femminilità, pur restando sempre comode nello stesso modo dei pantaloni. Ecco un altro esempio di come la moda va incontro al cambiamento in corso: e cioè rispondendo alle necessità del momento e ai portafogli delle persone che francamente sono ahimè sempre più sgonfi. Però non vi è niente sul fronte della Inspirational World Fashion per noi in cerca di novità fuori dagli schemi classici, per gli tantissimi Outsiders nel mondo. O almeno non ancora. Ripensando a tutta la questione del "to be comfy or not be Comfy" e "della moda non moda che sembra essere più di moda della moda vera", l'unica idea che ci viene in mente adesso è quella di organizzare l'imminente serata con i seguenti elementi : Nel sorseggiare una bella tazza di tè caldo in tuta da ginnastica, aspettando una selezione di ottimo sushi ordinato dall'App, per vedere la serie preferita su Netflix e postando poi il tutto sui Social per condividere l'esperienza Comfy & Cozy con i miei amici virtuali.. E voi che ne pensate? OUTSIDERPOST Consiglia : "I cretini non sono mai eleganti"di GIORGIO ARMANI.

  • Covid, e se il futuro del Cinema sarà soltanto nel salotto di casa?

    Se il Cinema sta morendo, il primo indiziato è certamente il Covid mentre il secondo è invece lo Streaming, che viene ormai visto come "la nuova forma di rappresentazione del Cinema del futuro". Vediamo insieme tutti i Pro e contro e le novità a riguardo. “Il cinema non morirà mai, ormai è nato e non può morire: morirà la sala cinematografica, forse, ma di questo non mi frega niente". Mario Monicelli Da quando è iniziato il Covid, anche le abitudini di vedere il film sul grande schermo sono cambiate. Se si andava espressamente al Cinema per vedere le nuove uscite, ora è possibile vederle direttamente dal salotto di casa in streaming. Indiscusse protagoniste, le piattaforme dei siti streaming in questo lungo anno, stanno guadagnando una vera fortuna (basti pensare agli ultimi Oscar 2021) Tra film sospesi come James Bond e film nati per essere messi da subito in streaming come Borat2, quale posto merita il grande schermo? Come ricorda Roberto Benigni, "Il Cinema è composto da due cose: uno schermo e delle sedie. Il segreto sta nel riempirle entrambe". Quindi, se un film è di qualità, va bene anche il divano di casa? Potremmo rispondere con un Ni, dato che ci sono alcuni film che necessitano obbligatoriamente del grande schermo per essere valorizzati, come i cosiddetti Blockbuster; a tal proposito, va citato il prossimo "Jurassic World: Dominion", ancora in fase di riprese, che è l'esempio perfetto dello show dai grandi effetti visivi e che speriamo di poterlo vedere nelle sale nel 2022. Le emozioni del Grande Schermo L'atmosfera familiare del salotto prevale quindi alla sala cinematografica, come la cena a domicilio, al ristorante. Ma ricordiamoci che l'esperienza è totalmente diversa: è il contesto che rende speciale l'evento (di una cena o di un film). Come afferma Nino Motta al Qds.it, titolare dello storico Cinema Aurora a Siracusa, intenzionato a non chiudere il suo sogno: "Le sensazioni che regalano il suono e il colore delle immagini restano uniche, ma lo sono soprattutto quelle di contatto tra le persone; è quello che manca di più adesso" . Ci sono poi le profetiche parole di chi il Cinema lo conosceva bene, come nel caso dell'eminente regista Mario Monicelli, scomparso nel 2010, che in tempi non sospetti disse: "Il cinema non morirà mai, ormai è nato e non può morire: morirà la sala cinematografica, forse, ma di questo non mi frega niente". Il suo saper vedere oltre il momento presente, ci offre un immagine chiara del "Futuro del Cinema in casa", attualmente già fruibile, con: Schermo Smart TV + Home theatre ad impianto integrato; Piattaforme streaming ricche di tantissimi contenuti, su serie Tv e Film, con abbonamenti annuali, mensili a costi medio bassi; Internet illimitato e ultra veloce con tecnologia 5G; Nessun rischio di contatto con persone sconosciute, come nelle sale al pubblico. A dispetto di chi pensa sia meglio stare a casa, al sicuro ed in completa privacy, oppure no, serve sottolineare un aspetto importante e cioè che una pluralità di scelta è necessaria al fine di optare liberamente per la propria "Esperienza di Cinema preferita", che al momento viene purtroppo meno con il Covid. I Pro e contro dello streaming In sintesi, le case di produzione delle piattaforme streaming si stanno prendendo l'enorme fetta appartenuta da sempre al Cinema, prima del Covid, incrementando i propri numeri a dismisura. Ma quali sono gli altri elementi che vanno a Pro dello streaming in questa fase di dell'eventuale "ristrutturazione del Nuovo cinema del Futuro"? Ecco alcuni spunti di riflessione: Comfort totale dell'utilizzo per gli utenti: gli abbonati ai siti streaming possono infatti scegliere quanti programmi vedere, quando e rivederli in piena libertà da casa; Guadagno sugli abbonamenti in offerta: le piattaforme di video streaming con i loro tantissimi contenuti offerti, si basano sugli abbonamenti mensili, che sono il vero e grande guadagno, perché puntano sulla quantità di ore consecutive trascorse davanti allo schermo; Guadagno sulla distribuzione simultanea di più prodotti e sulla Pubblicità: al contrario del Cinema che offre la pubblicità solo prima della visione in sala e non distribuisce due Film insieme della stessa Casa cinematografica, il mondo streaming è libero di muoversi come meglio crede, guadagnando anche in tempi piuttosto ridotti. Ciò che è più sorprendente è che il senso di rilassamento finisce quando il televisore viene spento, ma i sentimenti di passività e di diminuzione della vigilanza continuano. I partecipanti al sondaggio riflettono comunemente che la televisione ha in qualche modo assorbito o risucchiato la loro energia, lasciandoli esausti. Dicono di avere più difficoltà a concentrarsi dopo la visione rispetto a prima. Al contrario, raramente indicano tale difficoltà dopo la lettura. Dopo aver fatto sport o essersi impegnati in hobby, le persone riportano miglioramenti nell'umore. Dopo aver guardato la TV, l'umore delle persone è circa lo stesso o peggiore di prima. Kubey e Csikszentmihalyi (2004) La comodità e la ricca scelta per l'utente insieme al guadagno veloce ed importante per le piattaforme streaming, sono una realtà già presente nelle nostre case. Ma non molti sanno, che ci sono alcune forme pericolose per la salute, come il Binge Watching, che vanno tenute d'occhio e che riguardano tutte le persone che spendono molte ore ad "abbuffarsi nel vedere"le varie Serie TV/Film in vere e proprie "Maratone Televisive". Il rischio di una dipendenza, (che vale anche per i PC) è concretamente molto alta; ci sono da anni degli studi specifici e pubblicati sulla rivista Scientific American, che vigilano infatti sull'umore e sugli aspetti neuro cognitivi e psicologici in senso peggiorativo, espressi da un comportamento passivo e disattento, dopo aver visto la TV per molte ore. Dunque, un problema da non sottovalutare contestualmente alla pandemia del Covid19. E' bene parlare di Covid19 in Streaming? “Songbird è un progetto di Hollywood che usa la quarantena come ispirazione e tenta l'intrattenimento dal trauma collettivo...con una versione all'ultimo stadio del "Covid-23", che muta per infettare addirittura il cervello della gente". THE GUARDIAN In un Cinema che sta cambiando a favore della Smart TV (in casa), vi è un'altra questione delicata che si collega alla crisi del grande schermo e che riguarda le "sceneggiature a tema Lockdown" e sulla pandemia ancora in corso, che sono ovviamente un arma a doppio taglio. Se da un lato, potrebbe risultare costruttivo conoscere le storie (che sono infinite) delle persone e la loro prospettiva di vita prima e dopo il Covid, nel contempo, sarebbe come infierire ulteriormente dove la ferita è ancora fresca e il che non gioverebbe certo ad una futura guarigione. Un ulteriore motivo di polemica riguarda poi quei film sul Covid, che quando usciranno nelle sale, saranno già considerati vecchi rispetto alla situazione attuale in continua evoluzione. L'irriverenza nel parlare di certi temi come il Covid mentre le persone continuano a morire in tutto il mondo, è a parere di OUTSIDER POST un gesto di cattivo gusto se non addirittura irrispettoso. Ma resistono alcuni Film che intendono comunque raccontare la loro versione dei fatti o che sono spinti dai dirigenti di Hollywood per scopi di puro intrattenimento e di mero guadagno. “l’idea del cortometraggio è nata in una notte di marzo, nel pieno lockdown. La paura del futuro e la voglia di dare un contributo, mi hanno spinto a raccontare il Covid-19 dal mio punto di vista. Lo scopo fondamentale del progetto è dare un contributo che possa rimanere negli archivi, come monito per le generazioni future, affinché tutto questo non venga mai dimenticato. Sarà un racconto corale a 360 gradi." Regista DAVIDE BONGIOVANNI di "(Re)Esisti" Va sottolineato innanzitutto "Songbird", film horror distopico sulla pandemia, prodotto dal regista Catastrofico Michael Bay, previsto per la fine del 2021 e girato prima della reale quarantena a Los Angeles. Come suggerisce il "The Guardian", il film in questione "è un progetto di Hollywood che usa la quarantena come ispirazione e tenta l'intrattenimento dal trauma collettivo...con una versione all'ultimo stadio del "Covid-23" che muta per infettare addirittura il cervello della gente". E non è l'unico caso, sottolinea sempre "The Guardian" visto anche altri Film come Love in the Time of Corona di Freeform, Connecting della NBC, e Social Distance di Netflix, hanno tutti preso la pandemia come prerequisito, accogliendo però recensioni miste. Tra le grandi major americane, (tra cui menzioniamo anche Disney, Universal e Warner Media che viaggiano sia al Cinema che in streaming) vi è un modesto e breve documentario che vale la pena ricordare, con il titolo di "(Re)Esisti", che racconta i cinquanta giorni che hanno cambiato la Valle d’Aosta, così come in tutto il mondo. Il Regista Davide Bongiovanni ha spiegato che: "l’idea del cortometraggio è nata in una notte di marzo, nel pieno lockdown. La paura del futuro e la voglia di dare un contributo, mi hanno spinto a raccontare il Covid-19 dal mio punto di vista. Lo scopo fondamentale del progetto è dare un contributo che possa rimanere negli archivi, come monito per le generazioni future, affinché tutto questo non venga mai dimenticato. Sarà un racconto corale a 360 gradi" . (Re)Esisti, a differenza degli altri sopra citati, ci piace perché racconta la drammaticità e la tragedia del Covid attraverso gli occhi della solidarietà, del coraggio e della speranza. E' un viaggio nelle emozioni dell'anima, attraverso la sofferenza, la verità e soprattutto l'amore per gli altri. Assolutamente da vedere. Tra i molti Pro e Contro argomentati sul futuro del Grande schermo, vi è un aspetto su tutti cha va certamente evidenziato: e cioè che l'emergenza da Covid19 ha di fatto stabilito nuovi parametri ed abitudini di pseudo normalità, come quella di restare in casa per evitare il contagio, dirottando ad una scelta obbligata verso lo streaming anziché alla sala cinematografica. Ma l'acquisizione non volontaria a nuovi stati d'animo quali paura, incertezza e diffidenza derivanti dal rischio di ammalarsi, soppianta quei sentimenti di socialità e scoperta del mondo, che sono ben rappresentati da luoghi come ristoranti, palestre e Cinema. E' quindi ora che serve ridare fiducia a tali luoghi, per uscire da quel limbo cognitivo pandemico e guardare al mondo con occhi di speranza e di apertura (soprattutto) nei confronti dell'altro. E per ritrovare quella voglia di evasione ed avventura smarrita tra le stanze di casa, e che solo il grande schermo ci può regalare. Ritorniamo allora a sognare nei Cinema (ora di nuovo aperti).

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