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- Albert Camus, " The Outsider "
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- Firenze: 8 segreti che conoscono solo i fiorentini
I molti volti di Firenze sono spesso legati anche a storie, leggende e segreti che solo i "locali" conoscono. Scopriamo insieme le curiosità più affascinanti della "Firenze la Bella". “Roma la santa, Bologna la dotta, Genova la superba, Firenze la bella, Venezia la ricca". Proverbio Francese Quando si pensa a Firenze, si pensa all'arte e al Rinascimento. E soprattutto alla bellezza senza tempo dei suoi Palazzi, Chiese, Piazze e degli innumerevoli capolavori unici al mondo, ideati dai più grandi Maestri di sempre, tra cui: Dante Alighieri, Leonardo Da vinci, Raffaello, Giotto, Michelangelo e moltissimi altri. L'aria che si respira in città, è innondata di grandezza ed umanità, a cavallo tra la magia ed il sogno. A volte, le storie, le leggende ed i segreti legati a Firenze, sono mantenute così ben nascoste o soltanto rivelate ai pochi intimi e sinceri ammiratori della "Firenze bella". La curiosità vien scoprendo Firenze Esistono una miriade di libri che parlano della Firenze La bella e da ogni punto di vista: storico, architettonico, culturale e molto altro. Ma per chi vuole mantenere vivo l'interesse e la curiosità o semplicemente per chi non la conosce affatto ed aspetta solo la prima occasione per poterla visitare, ecco una breve ma ricca lista dei migliori Top 4 che OutsiderPost intende consigliare. Quattro testi moderni ed alternativi, per scoprire e riscoprire il significato della "bellezza", racchiusa nella città senza tempo di Firenze. Firenze segreta. Curiosità, fatti divertenti, notizie interessanti, aneddoti e verità nascoste sui più grandi artisti e monumenti di Firenze antica, di Giuseppe Cenci. Un libro che oltre a raccontare bene i tantissimi aneddoti e curiosità divertenti della Firenze Antica, si fa leggere bene e non impegna, pur se denso di informazioni storiche. E alla fine, si ha l'impressione di divenire un pò dei Fiorentini; Non sei mai stato a Firenze se... 4 passeggiate fuori dai soliti giri turistici, di Wikipedro. Una guida pratica alla scoperta della città, lasciandosi accompagnare ciecamente dal Cicerone locale, che con chiarezza e senza fronzoli e con spiccata goliardia tipica fiorentina racconta la sua Firenze in una versione di un saggio semiserio, che ti fa innamorare e divertire dalla prima riga. La Firenze segreta di Dante. Alla scoperta della città accompagnati dal sommo poeta, di Dario Pisano. Dalle terzine del Paradiso della Divina Commedia, si tratta di una esplorazione giornaliera nella Firenze che rivive attraverso i versi danteschi, in una visita diversa dai classici tour per turisti e dedicato a tutti gli ammiratori del sommo poeta. Il segreto di Firenze, di Tea Stilton. Un libro giallo per bambini denso di mistero, ed avventura e che racconta di una Firenze inedita che non parla soltanto di arte. Pe gli amanti del famoso topolino, la serie di incredibili avventure narrati dalla sorella giornalista (che è poi autrice del libro) avvince fin dalle prime righe, e con tanto di disegni per catapultarci nella Firenze dei cartoon. Il fascino indiscusso di Firenze attrae ogni anno milioni di visitatori che poi se ne innamorano e vorrebbero tornare almeno per una seconda volta. Ne confermano gli ultimi dati positivi sul turismo fiorentino presenti al 2019 (Pre-Covid), in cui l'afflusso totale di stranieri nella città metropolitana, tra il settore alberghiero ed extra alberghiero, si aggirava intorno agli 8 milioni. Il trend positivo, ha visto poi un arresto repentino e sostanzioso nel successivo anno del 2020 che con l'arrivo della pandemia Covid e con il suo proseguimento anche nel 2021, i dati espressi risultano diametralmente opposti ai precedenti e cioè con appena 2.679.294 degli stranieri più Italia che sono arrivati a Firenze. Nella speranza e fiducia che il Covid non duri per sempre e che #FinalmenteViaggiare diventi la nuova tendenza dell'estate 2021, trascorrere almeno una notte nella splendida Firenze è necessario per due semplici ragioni: Per scoprire la bellezza unica di una città indimenticabile come Firenze, dove si ha quell'impressione di entrare in un bellissimo sogno, che non vorremmo mai finisse; Nel comprendere appieno il significato di viaggiare e di vedere con i propri occhi, ci si accorge sopratutto di quanto possiamo imparare da un particolare luogo e dalla sua cultura, arricchendo sia lo spirito che la pancia (grazie alla Magnificient Gastronomia Fiorentina). E allora, perché aspettare? Nel frattempo che cresce la curiosità per il nostro viaggio virtuale e poi (speriamo presto) quello reale, eccoVi intanto svelati alcuni dei segreti della città di cui solo i cosiddetti "Fiorentini" conoscono davvero. Un modo anche per condividere come la grande intelligenza della storia Fiorentina ha influenzato e predominato nel lontano passato dell'uomo. E di cui oggi ne siamo tutti i testimoni viventi. “La sorpresa di Firenze che si rinnova a ogni viaggio. Il piccolo golfo dell’Arno così bene “male” illuminato la sera nei lungarni, la linea sempre aurea dei palazzi, lo svolgersi delle strade, la nettezza dei particolari, il nitore del cielo e dei profili." ENNIO FLAIANO 1# Firenze Underground Già nel l secolo I A.C. al posto di Palazzo vecchio e Palazzo Gondi, tra Borgo dei Greci e Via dell'Anguillara verso Piazza Santa Croce (precisamente sotto il famosi edifici storici), ergeva un vero sito archeologico molto importante e che riguardava un anfiteatro romano costruito ai tempi della Florentia Romana (scomparso poi nel Medioevo). Tale cavità con i suoi innumerevoli cunicoli sotterranei, senza luce e dette le "burelle" offrono una Firenze piuttosto insolita, segreta e soprattutto lugubre. Tanto è che lo stesso Dante riprende il termine per il suo XXXIV Canto dell’Inferno (vv. 98-99) così: "natural burella/ ch’avea mal suolo e di lume disagio". Il terrificante luogo delle "burelle", serviva per diverse funzioni in due principali e diverse epoche: epoca romana: la utilizzavano i gladiatori per allenarsi e servivano come gabbie per i leoni; epoca medioevale: le burelle erano usate come delle vere e proprie carceri per rinchiudere i prigionieri scomodi alla città, come nel caso dei più di 740 prigionieri ghibellini che furono catturati durante la sanguinosa battaglia di Campaldino del 1289. 2# La sedia di Dante Oltre il Duomo, vi è Piazza delle Pallottole, dove si mormora che Dante Alighieri avesse l'abitudine di fermarsi e sedersi su di un specifico "sasso"per riposare dopo le sue lunghe passeggiate per contemplare il Duomo in costruzione. Vi è poi un altra versione che vede Dante sedersi sul sasso mentre un passante gli chiede inopportunamente quale sia il suo cibo preferito e lui risponder "l'uovo". L'uomo che mise alla prova la memoria di Dante, dopo parecchio tempo, ritrovandolo su quel sasso gli disse "con cosa?"e Dante placidamente rispose "con il sale". 3# Michelangelo il ritrattista Proprio in Piazza Signoria, sulla destra dell'entrata del Palazzo vecchio e precisamente sulla facciata dietro le statue di Ercole e Caco, vi è una nicchia preziosa in cui pare che Michelangelo Buonarroti abbozzò un ritratto di un passante insistente. Vi è poi un altra versione che invece vuole Michelangelo ispirato a tal punto di abbozzare un viso di un uomo che andava alla gogna davanti ai suoi occhi. 4# Il fantasma della finestra In Piazza Santissima Annunziata nel Palazzo Grifoni o Palazzo Budini Gattai, vi è una finestra al primo piano che viene lasciata sempre semi aperta. La leggenda vuole che una appartenente della famiglia Grifoni salutò per l'ultima volta il marito per la guerra, proprio da quella finestra. La maledizione nasce nel momento in cui (pare) che dopo la morte della donna, la finestra fu chiusa completamente. E da quel momento strane cose accaddero nella casa. Di li a poco, la finestra venne riaperta e nessun strano fenomeno accadde nuovamente. 5# La Madonna dell'Ufo in Palazzo Vecchio All'interno di Palazzo Vecchio, tra le varie bellissime stanze, ve ne è una alquanto singolare. Nella cosiddetta Sala di Ercole al secondo piano, dove è raffigurata la Natività di Cristo, prestando un pò di attenzione, si può scorgere a destra del dipinto uno strano disco ovale che sembra fluttuare nel cielo sopra tutta la scena. Inoltre, è curioso notare la figura di un pastore ed il suo cane, che con lo sguardo rivolto in su cercano di seguire l'oggetto misterioso. Molti studiosi e soprattutto ufologi si chiedono ancora oggi come sia possibile che "un disco volante" sia presente in un quadro del 400'. L'idea più probabile e confermata da quasi tutti i critici d'arte è quella che il misterioso sia in realtà "un angelo del signore" sceso per illuminare la nascita di Cristo, specificato anche nel Vangelo di Luca:"C’erano in quella regione alcuni pastori che vegliavano di notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò davanti a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande spavento, ma l’angelo disse loro: “Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore”. 6# Il Vento del Diavolo Appena si entra in Via dello Studio, in una stretta via che riconduce direttamente al Duomo, si ha subito l'impressione di essere colti da costanti raffiche di vento. Si mormora infatti che tale"rifrullo"di vento sia costante tutto l'anno e che derivi da una leggenda in cui un certo religioso per scappare dal Diavolo che voleva la sua anima, gli chiese di poter entrare in Duomo (dalla Porta dei Canonici) per un ultima preghiera. Acconsentendo il Diavolo, si rese poi conto che era stato buggerato, perché il religioso era invece scappato dall'altro lato della chiesa e allora sbuffando per l'accaduto, si dice che il Diavolo si trasformò in vento. 7# Il rebus delle api Al centro di Piazza Santissima Annunziata, in asse con Piazza del Duomo, vi è una imponente statua bronzea equestre (ideata da Giambologna), che riguarda il Granduca di Toscana Ferdinando I de' Medici che con corazza e croce di Santo Stefano sul petto, rimanda alle galee turche, vinte dall'ordine dei Cavalieri istituito da Cosimo de' Medici. La curiosità risiede però sul retro del piedistallo che regge la statua. Si denota infatti la presenza di una lastra con inciso il motto di "Maiestate Tantum" e che ha il seguente significato: "il granduca al centro (o ape regina) che non incute nessun timore, attorniato dal pacifico popolo fiorentino rappresentato dalle api operose". Sotto la breve trascrizione vi è la raffigurazione dello sciame d'api disposte in cerchi concentrici sfalsati, che richiama all'allegoria del potere Mediceo a Firenze. Sta di fatto che risulta essere un impresa assai ardua, se non impossibile quella di riuscire a contare tutte le api senza un aiuto, dato che la disposizione del gioco confonde da subito il calcolo. Quindi, si può dire che "Il rebus delle api" è senza dubbio il gioco perfetto sia per bambini che per adulti; inoltre, una leggenda vuole che solo coloro (i più temerari) che riusciranno a contare le api senza indicare o toccare, riceveranno enormi fortune. Allora, perché non provare? 8# La Pietra dello Scandalo Presso la Loggia del Porcellino dove risiede il famoso e grosso Cinghiale in bronzo (che dice porti fortuna se si tocca il naso), e precisamente al centro della Loggia stessa, vi è un tondo marmoreo bicolore, (facile da notare quando non vi sono turisti e soprattutto la sera, quando non ci sono le bancarelle), denominato come Pietra dell'acculata o Pietra dello Scandalo. La suddetta lastra (è un rifacimento del 1839) richiama al simbolo della Repubblica Fiorentina ai tempi del rinascimento, con la forma della ruota del Carroccio, il quale veniva issato il gonfalone prima di ogni battaglia della città. Ma tale simbolo svolgeva anche un altro compito: sul punto esatto della ruota venivano incatenati e puniti a braghe calate tutti quei fiorentini che non pagavano i loro debiti e lì maltrattati sulle natiche spoglie con delle pietre. Da qui il famoso detto popolare "essere con il culo a terra".
- Banksy: l'artista che vi farà volare via con uno starnuto
Banksy è senza dubbio l'artista più rivoluzionario, provocatore ed ironico dei nostri tempi. Ma anche il più influente pur restando anonimo. E quindi potremo dire "geniale". “I graffiti, sono uno dei pochi strumenti in mano a chi non ha quasi niente. E anche se non si inventa un’immagine in grado di cancellare la miseria umana, può sempre riuscire a strappare un sorriso”. Banksy Se esiste un artista simbolo del genere Street Art, quello è senza dubbio Banksy. Il suo dissenso attraverso la provocazione ironica e pacificamente sovversiva alla società moderna, lo rende l’artista più influente dei nostri tempi. Attento osservatore dei conflitti sociali, etici e politici, comprende perfettamente che la strada è il luogo perfetto per risvegliare le coscienze, in cui "i graffiti – spiega l’artista – sono uno dei pochi strumenti in mano a chi non ha quasi niente. E anche se non si inventa un’immagine in grado di cancellare la miseria umana, può sempre riuscire a strappare un sorriso"; inoltre, Bansky è riuscito ad esprimere in modo versatile un genere artistico, quello di strada, appunto, con originalità ed essenza rivoluzionaria. OP Update: Al momento è possibile vedere alcune delle opere di Banksy presso il Chiostro del Bramante a Roma dal 5 Maggio al 9 Gennaio 2022. Un occasione unica in cui si ritrovano ben 250 opere dell'artista, il cui scopo, a detta dei curatori della mostra, è quello "di aprire il loro archivio per documentare la sua carriera dall’inizio degli anni Duemila, tra la strada e le mostre”. E' altresì anche una opportunità di ritornare finalmente nei musei, per respirare un pò di arte e di pseudo normalità. Da non Perdere! Il mostruoso panorama di Venezia L'opera sopra, per esempio, raffigura un quadro di Venezia, conosciuto come "Venice on Oil"e presentato proprio durante la famosa Biennale d'arte di Venezia nel 2019, in una bancarella allestita da un ambulante abusivo e che alla fine si scopre essere proprio di Banksy. Ci sono due polemiche sollevate dall'artista in data occasione: di non essere stato invitato alla Biennale d'Arte, anche se risulta essere l'artista più apprezzato dal grande pubblico; il quadro esposto (che è rappresentato da una nave da crociera moderna), si scontra con lo sfondo della pittura classica. (notare i gondolieri del' 700) La polemica riguarda il passaggio che tali navi "mostruose" compiono proprio nel Canal Grande negli ultimi anni, mettendo a rischio sia il fragile equilibrio tra natura ed arte e rovinando il bellissimo panorama della laguna stessa. Un anonimo rivoluzionario “Ci sono persone che entrano nella polizia perché vogliono fare del mondo un luogo migliore. Ci sono persone che diventano vandali perché vogliono fare del mondo un luogo dall'aspetto migliore." - Banksy - Per chi non conosce questo artista geniale, Banksy opera ormai dal 1993, con opere miste tra: murales, installazioni, dipinti, sculture e soprattutto tanto uso dello Stencil. Un vero eclettico, quindi, di cui non si conosce ancora la reale identità, dato che lavora esclusivamente in anonimo, scuotendo l’opinione pubblica, ogni volta che esce una sua nuova opera. Ma il suo essere un passo avanti ad altri artisti come disturbatore ironico della condizione umana, lo mette spesso al centro di ampie polemiche riguardo alcune sue opere alquanto spiazzanti, che intendono richiamare i molteplici problemi sociali, economici, ambientali, a livello globale. La sua insoddisfazione ed insofferenza artistica si riversa pertanto nella sua arte, come un tonante SOS che si rivolge alla collettività, per sensibilizzare le varie tematiche comuni. Ma per far arrivare chiaro il messaggio, serve un concetto con immagini dirette e scioccanti, in cui le regole, secondo Banksy, devono essere infrante e così come gli stessi tabù. Dove osano gli Stencils “La TV ha fatto sembrare inutile andare a teatro, la fotografia ha praticamente ucciso la pittura, ma i graffiti sono rimasti gloriosamente incontaminati dal progresso.” - Banksy - Chi osa ed insegue la verità, come Banksy, ha pertanto un compito arduo: e cioè quello di far pensare le persone. Ma vediamo nel dettaglio alcune delle sue opere, sparse nei vari continenti, per comprendere meglio il loro significato e la natura di questo artista unico, con i suoi occhi sul mondo da lui raffigurato. I temi principali affrontati da Banksy, sono di natura sociale, culturale, ma anche politica e sull'ambiente. Dato che le sue opere sono tantissime, ne abbiamo selezionate soltanto 7, alcune poco conosciute ma altrettanto importanti per aiutare ad entrare nel Crazy'n real world di Banksy ed apprezzarne appieno il suo genio. Per chi invece intende approfondire l'argomento ed avere a casa quasi tutte le opere dell'artista rivoluzionario, vi è un libro del 2019, intitolato "Siete una minaccia di livello accettabile", degli autori inglesi Patrick Potter e Gary Shove, che riassume in immagini e racconti il percorso unico dell'artista più influente dei nostri tempi. Super consigliato. #1 Il mondo stravolto da uno starnuto E' l'ultima opera di Banksy, apparsa nei sobborghi di Bristol, da cui sembrerebbe provenire il noto ma sconosciuto artista. In una strada in salita, la scena è così descritta: una vecchietta starnutisce e le parte via, la borsa, il bastone e la dentiera nella direzione di un uomo (in carne ed ossa) che non riesce quasi a tenere l'ombrello per la forza dello starnuto. Il riferimento è certamente attribuibile alla Pandemia del Covid19, che di fatto ha sconvolto e stravolto il mondo, mettendolo sotto sopra, come puntualizza Banksy con la sua opera. Ancora una volta, Banksy è riuscito dove altri non riescono neanche ad avvicinarsi; il messaggio dello starnuto, la strada in salita, l'uomo in preda ad una bufera di starnuti, è il quadro esemplare di un momento cosi tragico e grottesco per tutto il mondo. #2 La caduta di una stella Nel Porto di Dover nel Regno Unito, dove si collegano i traghetti al continente europeo, dal 2017 si trova un murales di Banksy, che rappresenta il risultato delle elezioni per la Brexit e cioè per l'uscita dalla Comunità Europea. Il murales, inserito in una facciata di un edificio, è un chiaro messaggio sul futuro incerto del Regno Unito dopo il verdetto sulla Brexit. A vederlo a distanza, l'uomo che rimuove la stella con martello e scalpello la stella dalla Bandiera della Comunità Europea, lasciando visibile una profonda crepa sul muro, sembra essere del tutto reale. in esso, si racchiude un messaggio importante che non riguarda solo l'uscita del Regno Unito ma la conseguente destabilizzazione di tutta la Comunità europea. #3 I sogni non son più desideri... Il concetto di futuro espresso negli ultimi anni, risulta essere sempre più incerto ed oscuro; anche se a dir il vero, la speranza spinge le persone a non mollare puntando tutti gli sforzi personali nella realizzazione dei propri sogni. Ma ecco che Banksy puntualmente smorza i toni entusiastici ed illusi di chi crede sia possibile, perché con la sua opera “ogni sogno da realizzare, risulta cancellato”, tutto sembra ormai irrecuperabile. Con l'uso dello Stencil, strumento prediletto dall'artista, l'opera che viene effettuata a Boston, negli Stati Uniti, si rivolge alle classi più disagiate, le quali non hanno possibilità di emergere, perché l’economia capitalista spezza a loro le ali; Banksy diffonde un messaggio alla massa, quindi, di una società che sfrutta l’uomo moderno, senza nessuna concessione della libertà individuale ed in cui l'occasione di farcela, viene cancellata, esattamente come uno Show che non avrà mai vita. Ancora una volta, Banksy, con la sua ironia sovversiva, che lega una semplice immagine ad uno slogan diretto, riesce nel suo intento di far riflettere, e nel luogo più democratico di tutti e cioè la strada. #4 Quell'amore di Smartphone L’opera in questione, chiamata originariamente Mobile Lovers, tocca il tema delle tecnologie, come espressione dei nostri tempi ed ormai veri Influencer delle nostre vite. Nell’abbraccio dei due amanti (nell’immagine sopra), lo sguardo di entrambi è in realtà rivolto al proprio smartphone e senza che l’altro se ne renda conto. I rapporti umani, come sottolinea l’artista in questa opera, si stanno ormai sgretolando ed anche a causa dell’ossessivo utilizzo dei vari strumenti tecnologici a nostra disposizione, in cui: i sentimenti ed emozioni risultano in secondo piano rispetto al mondo virtuale e social; la vita corre veloce ed in linea con la tecnologia, senza riflessioni ed incertezze, ma con una superficiale occhiata alle situazioni e persone. #5 Fakes snow but real feelings Nella cittadina industriale di Talbot, nel sud del Galles, Banksy affronta un altro tema scottante, e cioè quello dell’inquinamento. In quella particolare zona, infatti, vi sono moltissime acciaierie che producono polveri tossiche e cenere, che ogni giorno si posano vistosamente su macchine e vetri delle case. L’artista invia un video su Instagram in cui si vede inquadrato un bambino che riceve con gioia la neve sul suo viso, ma che invece si rivela essere cenere, quando l’immagine si allarga sul resto, invocando ad uno scenario inquietante. Un immagine certamente scioccante, che ha lo scopo di far scuotere le masse e le istituzioni locali, nel promuovere un economia diversa, più green ed in difesa dei più fragili, come i bambini, appunto. #6 Il Babbo Natale che non ti aspetti Il tema della solidarietà è molto sentito da Banksy, tanto che decide di fare un esperimento raffigurando due renne accanto alla panchina in cui un senzatetto (il suo nome è Ryan) sta dormendo pacificamente, per poi osservarne le reazioni dei passanti quando notano la scena del Santa Claus clochard. A dire poco geniale, dato che tocca due aspetti interessanti da sottolineare e cioè: che aiutare gli altri, è un dovere etico che dovrebbe essere reso possibile tutto l’anno e non solo per le festività, da usare come monito per ricordare che siamo esseri umani e di aiutare chi ha più bisogno di noi. L’ironia di un babbo natale stanco dal duro lavoro e che si nasconde dietro l’identità di un Clochard, arriva direttamente al cuore, soprattutto a quelle persone con una spiccata sensibilità e di sentimenti, come la compassione ed appunto la solidarietà. #7 Un nuovo genere di specie: l'escluso globale Murales del 2014, detto anche “Bird of feather”, eseguito nella regione inglese dell’Essex, riprende il tema scomodo sull’immigrazione, proprio prima delle future elezioni nello stesso anno. L’immagine riguarda 4 piccioni che deridono ed allontanano un uccello esotico con vari cartelli di non benvenuto. Il tema dell’escluso, è molto sentito per Bansky, che lo enfatizza in questa opera scegliendo due particolari: lo stesso genere animale ed il medesimo spazio, non condiviso e disequilibrato, a favore del gruppo. La divisione di classe, data dalla differenza etnica sono i punti chiave di questa opera, che venne purtroppo rimossa, perché considerata offensiva e razzista. OUTSIDER POST Consiglia: "Siete una minaccia di livello accettabile", di Patrick Potter e Gary Shove, 2019.
- Elon Musk: l'ultimo Insider-Outsider dei nostri tempi
Elon Musk è il secondo uomo più ricco del mondo (dopo Bezos) ed ha già vissuto molte vite in una. Con un grande sogno da realizzare: "andare a vivere sulle stelle". Quando si pensa ad Elon Musk, la prima associazione mentale è quella di SpaceX, o meglio della prima azienda privata che lancia autonomamente veicoli spaziali per le missioni nell'orbita terrestre. Ma non solo; quando si pensa ad Elon Musk, viene subito in mente l'azienda automobilistica elettrica di Tesla Motors, di cui era Cofondatore dal 2003 e poi Amministratore Delegato. Ma Elon Musk è molto altro ancora. Le altre aziende, in ordine cronologico, sono in breve: Zip2: con il fratello fonda la sua prima società, che si occupa di creare una directory che ricerca le attività commerciali e le connette poi ad una mappa. (oggi Google Maps) L'azienda verrà poi acquistata dalla Compaq per ben $307 milioni. Paypal: il più famoso sistema di pagamento On line, cha eBay acquista nel 2002 per 1,5 miliardi di dollari. Neuralink: sviluppo di elevata tecnologia per l'interfaccia cervello-macchina. The Boring Company: un sistema di trasporto elettrico, con l'utilizzo di tunnel veloci, per smaltire il traffico urbano e le lunghe percorrenze. Dagli ultimi aggiornamenti della nota rivista Forbes, Elon Musk, il cui detto di:"uomo che si è fatto da solo", vale oggi letteralmente $151 miliardi di Dollari, è superato soltanto da Jeff Bezos, che ne vale ben $177 miliardi di Dollari. Ma sembra una battaglia ancora aperta tra i due (come richiama ironicamente la vignetta dedicata su Forbes). Dunque, un uomo ammirato ma certamente non sostenuto appieno dall'establishment, che lo considera più come eroe delle folle e contro il sistema. Va da se che è certamente l'ultimo vero Insider Outsider dei nostri tempi. Le domande che ci poniamo sono dunque: è l'uomo che potrebbe salvare questo mondo così malato? E perché non è supportato dall'establishment? E soprattutto, riuscirà a portarci su Marte? Un grande visionario come Steve Jobs “Io vi porterò su Marte". Elon Musk Elon Musk insieme a Steve Jobs, è considerato uno dei maggiori visionari del nostro tempo. Entrambi, sono personalità uniche. Entrambi sono pionieri dell'era tecnologica, con lo scopo di rendere migliore le qualità di vita delle persone nel mondo, dove: uno ha trovato gli strumenti giusti per semplificare le vite delle persone, migliorandole (jobs); mentre l'altro vuole creare un Plan(et) B, in caso di una eventuale catastrofe(Musk). Le affinità tra i due geni però finiscono qui, visto che Musk "è un uomo tutto suo", come sottolinea il suo biografo Ashley Vance, dato che non si trovano dei concreti parallelismi con altri grandi come Henry Ford e Nicola Tesla. Se esiste comunque un comune denominatore che lega tutti questi uomini straordinari, potremmo riassumerlo con una parola: perseveranza. Che in forme diverse, si traduce con: elevata autostima di se stesso; mantenere il focus sull'obiettivo; la competizione lo aiuta a crescere, dare il meglio per poi "stracciare gli avversari". Su Marte e Ritorno “Vorrei morire su Marte. Basta che non sia al momento dell’impatto." Elon Musk L'obiettivo più ambizioso che Elon Musk intende raggiungere entro i prossimi venti anni, è quello di costruire una vera e propria città sostenibile nel suolo del pianeta Marte, creando di fatto una nuova specie di esseri umani, i cosiddetti "uomini multi-planetari". Nel suo progetto visionario, la sfida titanica comprende ben 1000 navicelle (Starships), che serviranno per portare le strutture edificanti, merci e persone nella città del futuro. E ci vorranno esattamente 20 anni perché è possibile solo un volo ogni quattro anni dalla terra a Marte. Negli ultimi messaggi inviati da Elon Musk su Twitter, vi è uno scoop "ufficiale" riportato dal sito di Space X e commentato da Forbes, in cui si promette che entro la fine del 2021 ci sarà il primo volo commerciale, detto Inspiration4, che porterà tre persone pubbliche ad orbitare intorno alla terra per alcuni giorni. Si richiede una donazione minima di $10 al St. Jude Children's Research hospital per divenire gli ipotetici prescelti che verranno estratti e poi annunciati tramite il sito ufficiale di Inspiration4. Fantascienza? No, è la visione-realtà di Elon Musk. Musk, l'Iron Man in carne ed ossa “Il mio segreto? Ho creduto in me stesso quando nessuno l’ha fatto." Elon Musk Elon Musk è certamente un tipo singolare, non c'è che dire. Ogni sfida portata avanti nella sua vita, è stata per lui come "masticare vetro, guardando l'abisso". Ogni decisione presa è una formula perfetta, in cui il fallimento non sembra concepito, anche se lui stesso afferma che l'errore è "La cosa più preziosa che puoi fare è un errore: non imparerai nulla dall'essere perfetto." Chi lo ha conosciuto bene è Ashley Vance, uno dei pochi giornalisti che ha potuto intervistare Elon Musk e scritto il libro best seller "Elon Musk. Tesla, SpaceX e la sfida per un futuro fantastico", cercando di dare un quadro il più completo possibile sulla figura controversa ed estrosa di Musk. Nel contempo, l'autore ha acquisito delle lezioni importanti su stesso come quella di: "aver imparato a concentrarmi sulle grandi cose che voglio davvero realizzare nella vita. E a dire no". Una definizione interessante che Ashley Vance ha dato riguardo la personalità di Elon Musk tra le tante, riguarda l'analogia con l'eroe della Marvel, che si muove come "un autentico Iron Man" che fa cose impossibili, proprio come il personaggio Tony Stark. Ma i cosiddetti "superpoteri" di Musk non si limitano soltanto alle innumerevoli vittorie andate a buon fine, ma all'atteggiamento di vedere oltre, stando ben 10 passi davanti agli altri, riversando a tutti la sua implacabile schiettezza, l'infallibile memoria e la determinazione quasi al limite del maniacale. Inoltre lo stesso Vance, riserva su Musk una sintesi perfetta sulla sua essenza e cioè che: "Ha gli stessi difetti, commette gli stessi errori e affronta gli stessi ostacoli di chiunque altro, ma non è programmato per fallire!". Anche l'imprenditore milionario Richard Branson, fondatore della Virgin Group, dopo aver letto la biografia su Musk ha rimarcato su un dato importante e cioè che:"Elon Musk è un uomo del mio stampo: uno che rischia senza paura di fallire, spinto dal desiderio di assicurare un futuro luminoso all’umanità. La splendida biografia di Ashlee Vance restituisce la straordinaria avventura di Musk e il suo spirito indomabile.» Per diventare Elon Musk, forse, bisognerebbe vivere la vita di Elon Musk. E non basterebbe. Un infanzia difficile tra la separazione dei genitori e poi vittima di bullismo, un nonno avventuriero, i tantissimi libri letti che rappresentavano i suoi veri ed unici amici e la bancarotta, sono solo alcuni dei frammenti di una vita "costituita da molte vite", che sembra appartenere ad una sceneggiatura di un film o di una serie tv. Oltre ad un libro che gli ha letteralmente cambiato la vita, ("Guida galattica per gli autostoppisti. Il ciclo completo") la costante del suo essere "a modo suo", deriva soprattutto dall'attitudine "ad avere fiducia in sé stesso, proprio nel momento in cui il mondo non crede in te", che è certamente d'ispirazione ai milioni di persone nel mondo, che inseguono i loro sogni, proprio come Elon Musk. Il naturale talento dell'eroe anti-establishment “Investo sempre i miei soldi nelle aziende che creo. Non credo in chi usa solo i soldi degli altri per fare le cose. Non penso sia giusto. Non chiedo a qualcuno di investire in qualcosa, se non sono pronto a farlo in prima persona." Elon Musk La sua storia, la sua personalità estrosa e il suo genio indiscusso lo rendono il perfetto eroe No establishment (o anti-sistema), che si schiera soprattutto per se stesso e che non le manda a dire a nessuno, scatenando le folle a suo favore "a colpi di un Tweet alla volta". Nell'articolo del NYT del 29 Gennaio 2021, viene raccontato come l'intervento da maestro del Super magnate Sudafricano Elon Musk (poi naturalizzato statunitense) sia stato determinante nella saga di Gamestop. Tutto è iniziato dal Social forum di Reddit, in cui lo stesso Elon Musk ha sostenuto dei piccoli investitori, che hanno fatto schizzare i titoli della famosa catena di videogiochi contro l'élite dei fondi speculativi di Wall Street che pingono invece allo short selling (cioè alle vendite al ribasso). Le tendenze di rialzo a favore dei piccoli investitori, si è poi fermata a causa dello stop al trading da parte delle società più influenti di finanza speculativa, lasciando però liberi i grandi nomi per lo scambio delle azioni. Tale misura restrittiva a sfavore dei cosiddetti investitori retail, ha acceso una battaglia social su Twitter, che sia Musk che la deputata democratica Alexandria Ocasio-Cortez, hanno chiesto l'apertura di una indagine in relazione a questa "decisione inaccettabile". La saga di Gamestop, è solo uno dei tanti episodi in cui Elon Musk mostra un particolare talento: e cioè quello di richiamare le folle per muoversi con loro verso una certa direzione, purché sia distante dall'establishment. Come riportato dall'articolo del "The New York Times" e dalle parole del professor Scott Galloway della NW University, Elon Musk "è un vero maestro del web, perché sa che gli algoritmi di Twitter preferiscono una sola parola, che ispirano alla rabbia o sentimento". Cosa vuol dire essere un Insider Outsider? “La formula del successo è semplice: inizia qualcosa ovunque, in un campo in cui sei davvero preparato, metti in discussione le tue certezze, aggiusta quello che non funziona, e adatta ogni cosa alla realtà." Elon Musk Pertanto, Elon Musk si identifica perfettamente nella definizione di Insider/Outsider, come espresso nell'articolo del "The New York Times", per molte ragioni: Elon Musk è probabilmente un libero battitore; Opera esclusivamente attraverso scelte alternative rispetto alla classica formulazione (unica) decisionale; Conosce bene l'establishment senza esserne parte integrante, a differenza dei molti colleghi ricchi. Sceglie di seguire sempre "se stesso", o magari puntando solo sugli "Outsiders" come lui. Essere un Outsider, gli da la giusta prospettiva di vedere le cose esternamente e da angolazioni diverse, dimostrando una visione più ampia. Viste alcune definizioni, è doveroso a questo punto approfondire il ruolo di Insider/Outsider dei nostri tempi, che ha acquisito e confermato con i fatti. Le varie sfumature (viste sopra), girano intorno ad un concetto principe e cioè, quello in cui l'Insider sta all'interno del sistema, pur non confermando la sua adesione e quindi rimanendo fuori per una scelta coerente con se stesso nell'essere un dichiarato Outsider. Inoltre, vale la pena sottolineare che poche persone, possono in realtà permettersi di richiamarsi all'appellativo di Outsider facendo Outing come ha fatto lo stesso Elon Musk. Per la maggior parte delle persone, l'appellativo di Outsider è soprattutto negativo. Si parla infatti di Outsider quando ci si riferisce ad un tipo da tenere lontano perché "strano" e non affidabile, con scarse chance di farcela, se non si adegua alle regole comuni, imposte da altri. Ma il bellissimo caso di Elon Musk, ci fa ben sperare nell'idea che numerosi Outsiders con talenti straordinari, possano trovare il loro posto nel mondo e con orgoglio urlare "Si, sono un Outsider e ne vado fiero". Essere un Outsider, (lo sappiamo bene noi di OUTSIDER POST) è soprattutto una scelta, come ha fatto Elon Musk molto tempo fa, quando ha sentito che non veniva apprezzato. E da li è ripartito. E guarda dove è arrivato oggi! ... Meglio costruire altrove un mondo migliore? Premettendo che OUTSIDER POST (per scelta) cerca sempre di argomentare con pensiero critico e libero le notizie più interessanti, il sogno di Elon Musk di "un mondo migliore altrove", è al di la delle nostre più ragionevoli considerazioni. Ci immaginiamo pertanto la seguente scena, in cui OP ha il privilegio di intervistare quel genio di Elon Musk per porgli alcuni quesiti da discutere insieme e che sono fondamentali per il futuro dell'umanità. Perché vogliamo capire e perché anche noi abbiamo i nostri sogni da esaudire! In una ipotetica intervista, ecco cosa vorremmo chiedere a Elon Musk: 1) la prima domanda, forse molto ovvia è la seguente: Perché è meglio progettare di vivere su un pianeta che non si conosce affatto come Marte, invece di continuare a scommettere sulla Terra? Certamente, sarebbero necessario investimenti su progetti e tecnologie che possano aiutare il cambiamento climatico, e così la ricerca sui vaccini e contro il cancro, eliminare la povertà e molto altro. Una vera sfida, ci attende qui " sul Pianeta Terra", se vogliamo. Perché investire così tanto altrove? 2) Vale la pena investire così tanto in capitale per lanciare dei razzi nello spazio (pur se riutilizzabili) al fine di avere una colonia su Marte, anche se gli effetti di tale azione si riversano pesantemente sull'impatto ambientale? La nota positiva è che il traffico aereo dei voli, inquina molto di più quello spaziale, ma ciò non preclude che il problema dell'inquinamento nel lungo termine. 3) Il terzo quesito, si lega ai primi due punti e cioè: Dalle previsioni e valutazioni inerenti le attività umane, che come abbiamo visto, si ripercuotono sull'impatto ambientale in modo devastante e già da moltissimi anni, ci chiediamo se il Piano B (consolidato dalle operazioni di SpaceX), non sia altro che l'unico piano per salvare la razza umana, dato che le verità sul destino della terra non sembrerebbero così favorevoli? Ragion per cui gli sforzi incredibili di Space X nel portare a compimento il prima possibile il progetto degli umani nello spazio, stanno andando così veloci.. Nella speranza che quell'ultimo giorno per la terra non arrivi mai, ci manteniamo fiduciosi, affinché le azioni di Elon Musk, possano essere di ispirazione per le nuove generazioni, per la creazione di una migliore specie terrestre, oltre a quella multi-planetaria. OutsiderPOST consiglia: "Guida galattica per gli autostoppisti. Il ciclo completo", di Douglas Adams, 2016
- Oscar 2021: tra Outsider Films e Glam Mask, si svolgerà la prima cerimonia Covid Free
Considerata una edizione spartiacque, gli Oscar 2021 fanno il punto sul futuro del Cinema. Si inizia dai Film, che il grande pubblico non ha ancora visto, (se non in Streaming) in nome della sicurezza e del "Glam Mask". La prima buona notizia è che anche quest'anno, come già anticipato da calendario, ci sarà la consueta celebrazione della notte degli OSCAR. La 93esima edizione si svolgerà a Los Angeles il prossimo 25 Aprile e sarà naturalmente la prima cerimonia Covid Free. Infatti con un ritardo di circa due mesi dalla consueta cerimonia annuale che si svolge a Febbraio, le diverse misure adottate per l'ammissibilità e sicurezza dell'intero evento, confermano che oramai non torneremo più indietro e che anche nella notte più glamour dell'anno, si attuano le nuove modalità di comportamento, in nome del motto generale di "stay safe and Healthy". A tal proposito, l'Academy of motion Picture Arts and Sciences ha predisposto l'invio di una lettera a tutti i candidati ed ospiti affinché venga seguito perfettamente l'iter preparatorio, sia della quarantena che di "due" test molecolari, che gli ospiti dovranno effettuare poco prima della Big Night. Oltre a garantire la massima sicurezza nel rispetto delle norme anti Covid, l'Academy intende testare il futuro del Cinema con il crescente consenso delle piattaforme streaming, le quali risultano essere le vincitrici proclamate di questa edizione "Covid free". Se lo scopo del Cinema è quello di raccontare storie e di far sognare, la questione da porre è in relazione alla sopravvivenza delle sale cinematografiche e del loro significato sociale oltre che esperienziale. il Mini Cinema che entra direttamente nel salotto di casa, resta quindi il timore più grande sulla fine del cosiddetto "Grande schermo", ricordo di un Cinema che fu. In conseguenza ai cambiamenti organizzativi di quest'anno, vanno sottolineate la presenza di due interessanti novità rispetto alle ultime precedenti edizioni, in particolare: la scelta delle location, che oltre al tradizionale Dolby Theater, verrà utilizzata anche la famosa costruzione ferroviaria dell'Union Station, perfetto esempio stilistico ed architettonico della fine degli anni 30, che unisce diversi stili, come: l'art deco, mission revival e lo streamline moderno, ed in cui verranno filmate delle scene tra il 25 e 26 (per chi si trovasse in zona in quei giorni, ecco la mappa ufficiale). Steven Soderbergh, il famoso regista del profetico film "Contagion" del 2011, (e già in lavorazione per un sequel a sfondo filosofico) è anche il responsabile degli Oscar 2021. In un intervista con Vanity Fair del 1 Aprile, Soderbergh spiega la sua idea di portare il grande Cinema nello show televisivo più glamour al mondo, dove gli spettatori "Si sentiranno come in un film, nel senso che, alla fine, speriamo che vi sembrerà di aver visto un film". E continua dicendo che: "Ognuno sarà un personaggio: ogni candidato, ogni persona che darà un premio, si sentirà come i personaggi di un film. E alla fine, saprai chi erano tutti e cosa volevano. Avrai una connessione con tutti in questo spettacolo. Quello che vogliamo fare è avere questo film di tre ore in cui vengono assegnati alcuni premi". Una sfida importante, dunque, ma anche doverosa, per ridare fiducia al futuro del Cinema. 8 Outsiders per una statuetta "Niente è meglio del confronto". The Mank Ma la vera sorpresa degli Oscar 2021, riguarda i film nominati quest'anno. E' chiaramente l'edizione degli Outsiders e di altri più Outsiders dei primi; tutti con storie estreme, nude e crude che raccontano un mondo difficile ma allo stesso tempo autentico. Persino in The Mank, (il film più hollywodiano dei nominati) che gioca sui toni di un vecchio thriller in bianco e nero, vi è tutta la schiettezza e sregolatezza del suo protagonista, che non conosce le mezze misure se non quella di raccontare la sua verità per lasciarla ai postumi che vorranno capire. Sembrano passati secoli dal multi premiato La La Land, manifesto del Cinema e del sogno americano, per approdare a film cupi come Promising young woman, in cui sembra prevalere solo il lato oscuro dell'essere umano, o con Nomadland in cui il territorio e un furgone diventano la nuova casa della protagonista, che scopre il senso della vita insieme ai nomadi come lei. Ma ecco in breve qualche altro dettaglio sui fantastici 8 in lizza per gli Oscar 2021: ManK: super favorito con 10 Nomination, tra cui miglior attore per Gary Oldman, è la storia di uno sceneggiatore assai talentoso quanto problematico e soprattutto vero autore del capolavoro cinematografico di "Quarto potere"; The trial of Chicago 7: o meglio un gruppo di attivisti contro il Vietnam che vengono accusati di cospirazione per gli scontri avvenuti durante il '68; The Father: da una famosa piece teatrale, arriva la vicenda di un anziano malato di Alzheimer magistralmente interpretato da Anthony Hopkins, il quale non vuole essere accudito, arrivando a dubitare di tutti ed addirittura di se stesso; Nomadland: una donna che dopo la morte del marito decide di attraversare gli Stati Uniti in un viaggio "on the road", per ritrovare il senso della vita; Promising Young Woman: (dedicato a tutte le donne e si consiglia la visione anche agli uomini), è la storia di una donna con una vita apparentemente normale, ma che nasconde una missione segreta di vendetta o di "revenge" contro tutti gli uomini, in quanto paladina in difesa dagli abusi delle donne e forse anch'essa in cerca di redenzione; Judas and the Black Messiah: la vera storia del leader dei Black Panther, del suo omicidio nel '69, del suo traditore ed infiltrato FBI e del processo che poi ne seguì; Minari: un film piccolo ma potente che racconta la storia di un bambino coreano che si trasferisce con la sua famiglia in Arkansas per il lavoro del padre, il quale vuole seminare i Minari per venderli agli americani. L'arrivo della nonna mai conosciuta, e del suo stile di vita influenzerà il bambino e non solo; Sound of metal: è la sorpresa degli Oscar che insieme a Minari, si ritrova meritevolmente tra i grandi. Tratta la storia di un batterista metal il quale perde l'udito e scopre nel silenzio una nuova dimensione, tra gli alti e bassi della sua tormentata vita. Appare evidente che, nella scelta operata dall'Academy di stravolgere le regole per inserire nuovi standard di inclusione e di diversità (a partire ufficialmente dal 2024), l'ottica di "non escludere nessuno" si ritrova nelle candidature di questa edizione; pertanto sembrano convivere pacificamente film indipendenti, distribuiti dalle piattaforme streaming e con attori semi sconosciuti al grande pubblico, insieme a cineasti del Cinema americano e veterani della recitazione. In un mondo già difficile prima del Covid, la varietà dei temi affrontati e l'indiscusso livello di qualità presentate dalle pellicole, evidenzia inoltre un ulteriore elemento di riflessione, e cioè: Vi è una certa tendenza (siglato da un pacato velo di orgoglio) nel voler risultare dichiaratamente "Politically Correct", nei confronti di tutte le minoranze e diversità possibili. Ma va altresì sottolineato, che per la prima volta si raggruppano sapientemente tutti "Outsiders in cerca di statuetta", che si esprimono con totale esasperazione, emarginazione e volontà cieca nel riscoprire se stessi, e che riguarda anche il senso di rivalsa, di redenzione e di verità assoluta. Tra le tante categorie nominate, gli Italiani si presentano nella sezione Trucco e Costumi, per il suggestivo Film di Pinocchio, mentre Laura Pausini per la sua candidatura di Miglior canzone Originale, con "Io si". Ad entrambi va ovviamente il totale supporto di OutsiderPost, per un meritato riconoscimento internazionale, che è la prova tangibile dell'eccellenza artistica italiana nel mondo. I favoriti di OutsiderPost “C’è una crepa in tutto. È così che entra la luce.” Leonard Cohen - Nomadland - Quando si presenta una qualsiasi lista dei preferiti, al di là che sia un film, un libro o una canzone, ci sarà sempre qualcuno che vorrà influenzare la vostra scelta, dicendo magari: "è meglio l'altro" oppure "non è un granché come dicono", magari senza aver visto il film, ma soltanto per buttare giù un giudizio a priori. Detto ciò, OutsiderPOST propone i suoi Top5 o favoriti, nella speranza che possano davvero trionfare nella notte del 25 Aprile; e se così non fosse, ne consigliamo comunque la visione in streaming (ma si spera presto nelle sale). Ecco allora la nostra scelta e previsione per gli Oscar 2021: Miglior Film: Nomadland (Searchlight Pictures) Perché: è un film straordinariamente grande anche se è così nudo di qualsiasi effetto visivo, che ti scava dentro e non ha quindi bisogno ne di fronzoli o finti sorrisi per arrivare a toccare l'animo umano ed il senso della vita. La natura ed il viaggio diventano i migliori compagni della protagonista, che scopre la sua verità, la sua comunità e quindi la sua direzione, coinvolgendo nel contempo gli spettatori al raggiungimento di tale meta. Miglior Regia: Chloé Zhao, (Nomadland) Perché: si potrebbe considerare come una vera Outsider agli Oscar, in quanto donna e pure asiatica, ma non vale visto la sua bravura ed esperienza, già molto apprezzata nel cinema indipendente americano. Ispirata dal libro di Jessica Bruder ed attratta dalla strada americana, che considera "incredibilmente bella e profondamente complicata", Chloè Zao riesce a far rivivere nei bellissimi fotogrammi un America intimamente fragile quanto amabile ed autentica, e rivelando un delicato accenno di western moderno ispirato alla nuova gentilezza degli umili e sconfitti che ci piace davvero. Brava! Miglior Attore protagonista: Gary Oldman (The Mank) Perchè: ogni volta che si guarda recitare Gary Oldman, ci si dimentica subito di lui e si entra nella vita di Winston Churcill, così come per il famoso sceneggiatore, detto Mank. Ogni suo primo piano, è il risultato di un meticoloso lavoro di straordinaria interpretazione ed autenticità, che davvero pochi altri attori sono capaci di raggiungere. Gary Oldman ti prende dal primo fotogramma fino all'ultimo. Da vedere. Migliore Attrice protagonista: Frances McDormand (Nomadland) Perché: Difficile non tifare per lei visto la straordinaria bravura e spontaneità che ci regala in questo "miracolo di film". E perché il terzo Oscar la confermerebbe, come molti esperti già dicono da tempo, come la più brava, visto il rischio preso fino ad oggi in ruoli sempre scomodi e complessi. Poi la sua scelta di non "sentirsi affatto una star", è un mood che adoriamo. Unico neo: l'avversaria Carey Williams che dimostra talento da vendere con tanto di unghie affilate, (letteralmente) con un ruolo da paladina delle donne che senza mezzi termini si fa giustizia contro gli uomini ottusi. Vedremo chi vincerà... Miglior Attore non Protagonista: Sacha Baron Cohen (Il processo ai Chicago 7) Perché: vederlo in un film drammatico fa sicuramente un certo effetto, ripensando a ruoli come Borat (per esempio), ma fa ancora più effetto vedere quella intensità interpretativa, che non ti aspetti ed una carriera nel cinema, che è per lui ancora tutta da riscrivere. Un lavoratore instancabile che davvero meriterebbe l'Oscar, visto la sua palese dedizione e passione per il Cinema. Miglior Attrice Non protagonista: Maria Bakalova (Borat2) Perché: vincere un Oscar con una commedia, sarebbe la vera sorpresa di questa edizione e quindi una doppia vittoria. E poi non parliamo di Maria Bakalova, che è una vera Outsider alla serata degli Oscar, ma che non sfigura visto la sua esilarante e strepitosa interpretazione, in un film che secondo OutsiderPost merita a priori almeno un Oscar, sia per il coraggio che per quel geniaccio di Borat. And the Winner are... le Piattaforme streaming Nell'ultimo anno, a causa del covid, le visioni di film e serie TV in streaming sono aumentate inverosimilmente, superando di gran lunga il grande schermo (visto la chiusura delle sale cinematografiche). In questo switch dal grande schermo a quello piccolo e conseguente cambiamento nelle abitudini degli spettatori, ci sono le piattaforme di Netflix, Amazon ed altri, i quali come i principali fruitori sono pertanto i veri protagonisti (se non i vincitori annunciati) di questa edizione Oscar 2021. Ed infatti, con molta probabilità, viste le nomination che essi posseggono, ne usciranno come tali. Vediamo nel dettaglio: Netflix: 35 candidature, tra cui 10 nomination solo per The Mank e The Trial of Chicago 7; Amazon studios: 12 candidature, tra cui "Sound of metal" e "Borat Subsequent Moviefilm"; Disney: 2 una candidatura per il film d'animazione di "Soul" e "Onward"; Apple Tv: 2 candidature con "Wolfwalkers" e "Greyhound". Ma in mezzo alle novità obbligate del "Covid free", delle mascherine e della massiccia presenza dei giganti dello streaming (che saliranno sul podio?), una delle poche cose che forse resteranno immutate sarà la valanga di Glamour, che star di Hollywood proporranno per ispirare ed emozionare più che mai, i milioni di spettatori che guardano lo Show dei Show. E non mancheranno poi i grandi nomi come Harrison Ford, Brad Pitt e tanti altri ancora, per regalarci quella magia quasi dimenticata e mai così desiderata dopo un anno così disastroso, sia per il Cinema che per il mondo. E come ribadisce Steven Soderbergh, regista ed organizzatore dell'evento: "questa è un occasione unica per trasformare gli Oscar e allo stesso tempo da inguaribili romantici, speriamo che sia anche una lettera d'amore a chi fa cinema". Noi concludiamo con una ulteriore dedica anche "a coloro che il Cinema lo guardano per continuare a sperare e sognare un mondo migliore". E allora VIVA il CINEMA!
- L'importanza del Proverbio Popolare ai tempi del Covid
Tra i tanti modi di dire e proverbi Italiani, non vi è che l'imbarazzo della scelta nel raccontare la pandemia in corso. Si, perché in un mondo così incerto, affidarsi alle previsioni della cosiddetta "saggezza"popolare, resta (forse) l'unica strada possibile. A chi non sarà mai capitato almeno una volta di rispondere ad una frase o ad una situazione con un modo di dire o proverbio? O chi invece lo ha messo addirittura in pratica nel quotidiano. (es."chi dorme non piglia pesci"). Chi siano i veri artefici della saggezza popolare, resta pressoché anonimo. E forse non ci è dato sapere, dato che sembrerebbero avere origine con la storia iniziale dell'uomo. Le origini lontane del Proverbio “Se sei saggio, sei saggio per te stesso; se sei beffardo, tu solo ne porterai la pena.” L'invito della saggezza e l'invito della follia. (Pr 1:20, ecc.; 8) Is 55:1-7 L'ipotesi più accreditata sulla nascita dei Proverbi deriverebbe dalla parola di Salomone, il quale incapace di governare la stirpe di suo padre Davide, chiese a Dio di avere un "Cuore intelligente", per regnare con saggezza e responsabilità. E così fu; tanto che l'autore principale scrisse ben 31 Capitoli sul comportamento da preservare nella quotidianità. Ed in realtà, non molti sanno che tale libro sui proverbi era addirittura contenuto nella Bibbia ebraica, i cui i testi sono risalenti a secoli precedenti della sua scrittura definitiva. Potremo dire che allora i Proverbi, nascono quasi con l'inizio dell'umanità. La saggezza in poche parole E' incredibile se si pensa a come poche parole concatenate tra loro, possano esprimere uno stato d'animo se non addirittura fornire una concreta soluzione ad una qualsiasi questione del quotidiano. E soprattutto i proverbi, sono a volte così facili da ricordare se brevi, e terribilmente attuali se si paragonano ai tempi moderni. Comprendere e mettere in pratica un Proverbio o modo di dire, è per moltissime persone uno scelta di vita. Vi è a tal proposito il Dizionario dei Modi di dire, che è colmo di innumerevoli perle di saggezza popolare. Un libro che fa divertire e che allo steso tempo insegna parole nuove e filosofie nascoste. Insomma, uno di quei libri che non dovrebbe mai mancare in casa se non tenuto vistosamente aperto e semmai pronto per l'uso. Perché diciamo questo? Ovvio, perché abbiamo bisogno di ricollegarci coi nostri antichi saggi per carpire da loro almeno un briciolo della loro infinita conoscenza e per affrontare con maggiore intuito ed intelligenza questi tempi sempre più incerti. Proverbi, detti e modi di dire Quando ci troviamo a ripetere un proverbio, un detto o un modo di dire, ci siamo mai chiesti se esistono delle differenze o se uno vale l'altro? Certamente ci si focalizza sul significato che vogliamo comunicare e non sulla scelta consapevole del cosa e perché. Ed invece esistono (eccome) delle differenze tra le tre locuzioni. In breve, vediamo a cosa servono e come utilizzarle: Proverbio: nel proverbio vi è sempre un insegnamento morale o lezione di vita, presentato in una frase pressoché sintetica, ma ricca di elementi che aiutano l'uomo attento, a capire il mondo e le sue leggi e rispondere con rima, grazie alla saggezza infinita del Proverbio. Un esempio di come si presenta il proverbio, è riferito a quando invita qualcuno a "non" seguire un certo comportamento; per esempio: "Bacco, tabacco e Venere riducono l’uomo in cenere", o meglio "sia il vino, il fumo che l'amore distruggono l'essere umano". Detto: è una frase ridondante di massime moraleggianti. Un esempio calzante si ritrova con il seguente detto:"Tutte le strade portano a Roma". Modo di dire: nel raccontare una certa azione, la caratteristica del modo di dire risiede nell'uso dell'analogia. Per esempio "Tagliare la testa al toro", indica una decisione importante da prendere, a rischio di eventuali danni prossimi, con riferimento dell'azione contro il toro. Tra Perdita del lavoro, crisi e distanza sociale Tra proverbi, detti e modi di dire, come abbiamo notato, non vi è che l'imbarazzo della scelta quando si vuol dire qualcosa a qualcuno. E di questi tempi, è proprio la saggezza popolare a ritornare di gran tendenza, come lo strumento comunicativo migliore per raccontare la nostra storia attuale; con le sue inspiegabili dinamiche di narrazione, la "saggezza popolare" indovina sempre la situazione ed in questo caso quella della pandemia e le sue sfumature. Vediamo allora le locuzioni che secondo OutsiderPost coincidono magicamente con il momento storico del COVID. Gli è tutto sbagliato, l'è tutto da rifare: Gino Bartoli rese famosa questa frase, che è entrata nell'uso comune di tutti. Bartoli, ricordiamolo, non era un uomo qualsiasi; era innanzitutto un grandissimo campione del ciclismo italiano, e soprattutto un vero eroe di guerra o "giusto tra i giusti". (si dice abbia salvato circa centinaia di ebrei) Le sue parole fanno rabbrividire oggi, perché sono così attuali, capaci di leggere nel caos in cui viviamo. Riprovare continuamente era il motto del Grande Bartoli, mentre la macchina rotta e "sbagliata" nella famosa frase, era in riferimento a quel sistema paese interrotto dalla guerra e dai meccanismi burocrati lenti che rallentavano la crescita effettiva dell'Italia. Si intravede una profetica frase della storia che associata all'attualità, non perde del suo implicito contenuto. Avere il sedere per terra: Lo ritroviamo nei cartelli delle proteste delle moltissime persone che a causa del Covid hanno perso purtroppo il lavoro e si trovano in questi mesi in gravi condizioni economiche. Quindi, "ritrovarsi sul lastrico", oppure "essere col sedere all'aria" sono altri sinonimi di "avere il sedere per terra"; in pratica è un modo di dire, che esprime problemi finanziari e che deriva da un fatto lontano della Firenze medievale, in cui vi era l'usanza di punire i debitori, mettendoli con le brache calate sulla lastra di marmo, con ripetute battute sulle natiche nude. Meglio soli che male accompagnati: sembra essere scritto per la situazione surreale di Lockdown vissuta da tutti nell'ultimo anno. Il detto, che è ben intuibile, vuole intendere che nella solitudine, si trova a volte miglior conforto e sincera compagnia, di chi si incontra per strada o di chi si conosce ma risulta comunque inaffidabile. Ma anche che bisognerebbe imparare a scegliere con maggior consapevolezza le amicizie. Oggi, con l'uso della mascherina e della distanza sociale, questa locuzione oltre che riflettere esattamente i tempi del Covid, mostra un lato poco felice di alcune persone, che preferiscono non socializzare per non mettere a rischio la propria salute, e preferendo la solitudine alla compagnia. Procedere spediti o rimanere impantanati Con i se e con i ma la storia non si fa: frase di origine pressoché recente, sembra attribuita al noto conduttore televisivo, attore e professore di Storia Medievale Alessandro Cutolo, personaggio noto soprattutto negli anni 50 e 60, il quale con la sua spiccata ironia partenopea era capace di intuire i tempi attraverso la suddetta locuzione, che recitava così:"Con i se non si fa mai la storia, e nessuno può dire con serietà quello che sarebbe avvenuto ove la storia non avesse camminato come effettivamente ha camminato." Un modo di dire che riflette bene i tempi odierni, dato che le decisioni prese in ambito Covid, sono all'ordine del giorno nei dibattiti infiniti del "se e ma". Ma i fatti restano comunque fatti e spesso l'uso irragionevole del pericoloso "se e ma", invece di aprire a nuove ipotetiche soluzioni per il futuro, crea dei vortici ambigui e di fraintendimento sul momento attuale. Ciò per dire che giusto o sbagliato, se una una scelta è stata presa, vale la pena rifletterci per interpretarla, ma poi andare decisamente avanti. La legge non ammette ignoranza: una delle sigle più utilizzate e riportate dai Talk show e Telegiornali, è senza dubbio quella del DPCM, (o meglio del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri ed ora Decreto legge) che da un anno a questa parte è la linea guida degli Italiani nei spostamenti e varie restrizioni, legate al Covid. Chi non segue le suddette regole, viene ovviamente perseguito dalla legge e multato. Pertanto, come riportato dalla locuzione latina Ignorantia iuris neminem excusat e Ignorantia legis neminem excusat (famosa in ambito legale) si presuppone che ogni cittadino deve essere a conoscenza delle leggi, per poter evitare di incorrere a multe ed altro. Anche se può verificarsi il caso che l'ignoranza risulti scusabile, qualora una legge non sia chiara o vi sia una disinformazione di carattere collettivo (vedi la sentenza del 1988, la n. 364). Sta di fatto che ancora una volta, la massima calza a pennello la situazione attuale di emergenza. Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire: In questo lungo anno di divieti, mascherine e distanza sociale, vi sono certamente persone che non hanno seguito alla lettera le misure restrittive. Basti pensare quando ci si trova al supermercato e si trova qualcuno che non rispetta la distanza della fila o che preferisce tenere la mascherina abbassata (sotto il naso). Tutti piccoli esempi, ma espliciti, che si rifanno perfettamente al detto cui sopra, dato che il vero sordo è colui che con ostinata volontà non intende ascoltare e che per scelta o disinteresse, si volta dall'altra parte e continua con le sue vecchie abitudini. Sarà pertanto inutile far comprendere il valore di tali parole a chi non è interessato alcunché. Mai un detto fu così veritiero, se ci pensate. Tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare: il proverbio era già usato ai tempi dei Latini, che così recitava: "Aliud est dicere, aliud est facere". Il significato è semplice e diretto e riguarda tutti coloro che promettono ma che poi non mantengono. Se ci pensate bene, quanti politici o celebrità varie hanno usufruito inconsapevolmente (o consapevolmente) di tale frase per compiacere l'audience e senza giungere al dunque? E adesso, poi, vi sono una miriade di esempi validi sulle mille parole spese a favore di una possibile ripresa economica o risoluzione del Covid con l'uso del vaccino. Vale la pena quindi analizzare il fatto e poi considerare quello che vive in mezzo tra la parola e l'azione, e cioè l'immensità del mare, appunto. Covid e Lockdown nel mondo Ambasciator non porta pena: questo modo di dire, si ritrova addirittura nel Capitolo V dei Promessi Sposi del celeberrimo Alessandro Manzoni, il cui significato chiarisce il ruolo se pur sgradevole del messaggero, come solo portatore di cattive novelle, e non radice del problema. In riferimento all'attualità, il portavoce di brutte notizie, si traduce con le figure di Ministri, giornalisti e scienziati, i quali annunciano l'infausta notizia ogni giorno, attraverso numeri e decreti. Ancora una volta, una frase particolarmente azzeccata, perfetta per raccontare l'interminabile annus terribilis che tutti noi stiamo vivendo. Non c’è due senza tre: tale proverbio può continuare con (...e il quattro vien da sé), per indicare che un evento, se ripetuto due volte, è molto probabile che avvenga per una terza volta. Tale perla di saggezza si addice perfettamente alle tante ondate di Contagio da Covid, che stanno attraversando l'Italia da ormai un anno (al momento siamo già a quota tre). Ci sono virologi, che addirittura stanno già annunciando una "quarta ondata" in arrivo il prossimo autunno; pertanto la locuzione non sbaglia, anzi si conferma quasi matematicamente esatta! Paese che vai usanza che trovi: è un proverbio super attuale, che rimanda alla gestione di come ogni paese sta affrontando il Covid, oggi. Anche se ci sono delle direttive Europee (per quanto riguarda l'UE), ogni Nazione di tutto il mondo si presta a cercare risoluzioni in linea con la propria sovranità, nei vari momenti di lockdown e coprifuoco in diversi modi, ed in considerazione dai numeri giornalieri del contagio e dell'economia stessa. Se ci spostiamo in un altro paese, quindi, dobbiamo ricordarci questo modo di dire, che è soprattutto uno stile di vita e di cultura differente dal nostro e pertanto, dobbiamo essere capaci di adattarci il più umilmente possibile. Usare il bastone e la carota: l'alternanza delle restrizioni da Covid a quelle più estensive, sembra essere il rituale d'espressione del 2020 e del 2021, ovunque nel mondo. Tale frase, per chi non lo sapesse, derivava da una serie di articoli che Benito Mussolini pubblicò nel Corriere della Sera del 1944, in cui oltre a raccontare i fatti ed avvenimenti più tragici di quel momento, egli esortava all'uso del bastone e poi della carota per trattare correttamente i cittadini Italiani. Pira cotta, pira crua, dognunu a domu sua: è un detto sardo che vuol dire "pera matura, pera acerba", in pratica che ognuno torni a casa propria. Stare a casa è infatti tra le regole principali del Lockdown per fermare il contagio da Covid. L'origine del modo di dire viene dalla Sardegna, ma sfortunatamente non si hanno ulteriori informazioni e storia a riguardo, se non l'invito chiaro che dopo un qualsiasi incontro per strada, (aggiungiamo con la dovuta distanza) pur se gradevole, finisce sempre col ritorno a casa. Qualcuno direbbe anche: "tante belle parole, ma poi ognuno a casa sua". Fate voi la vostra scelta. Siamo alle porte co' sassi (coprifuoco): per chi non è Fiorentino, sarà difficile comprendere questo vecchio modo di dire. In breve, in tempi medievali la città di Firenze, apriva e chiudeva le sue porte ogni giorno e pertanto le persone dovevano sbrigarsi di rientrare in tempo. Una sorta di coprifuoco, quindi, se ci pensate bene. E coloro che a pochi metri restavano fuori mentre chiudevano la suddetta porta, sollecitavano con dei sassi affinché si rallentasse la chiusura definitiva. Potremo anche aggiungere che:"chi è fuori è fuori, chi è dentro è dentro", per indicare che una certa scelta difronte all'imposizione di un ultimatum, può causare delle conseguenze positive oppure negative. (basti pensare alle multe) Guardare il futuro con speranza ed opportunità Non tutti i mali vengono per nuocere: attraverso la situazione del Covid (non ancora risolta) è davvero difficile per moltissime persone riuscire a vedere il bicchiere mezzo pieno anziché mezzo vuoto. Ma infondo a tutto il caos e la preoccupazione che sembra controllare le nostre vite, vi è sempre la presenza di una piccola finestra a nostra disposizione, da cui poter scorgere un mondo relativamente nuovo e diverso. Quella finestra da cui osservare le cose in modo alternativo, non è altro che l'opportunità che si presenta davanti ai nostri occhi, per liberarci dall'ossessione del problema che ci affligge. Imparare a scoprire il lato positivo delle cose, o cogliere l'occasione dietro l'avversità od ancora la lezione dietro la sofferenza, è certamente l'atteggiamento migliore per andare oltre ed evolvere profondamente in questi tempi incerti. La speranza è l’ultima a morire: Se ci pensiamo bene, infondo al tunnel più cupo ritroviamo sempre quella luce di speranza, che ci fa sperare che le cose possano migliorare. Soprattutto è adesso, con la pandemia in corso, che notiamo come le persone cercano di mantenere viva quella speranza, pur sottile, affinché tutto passi prima e poi e possa tornare di nuovo il sole. Ma l'origine di questo bellissimo detto, ha una storia davvero interessante: dall'antica Grecia, Prometeo, rubò a Zeus il fuoco per regalarlo agli uomini. Ma la furia di Zeus fu così grande, che oltre a punire lui, egli decise di punire i mortali con la creazione di una fanciulla, detta Pandora, la quale doveva custodire un vaso con tutti i doni della terra, ma che poi ella stessa non avrebbe mai dovuto aprire. Così non fu, ed ecco che dal vaso uscirono tutti i mali e in ultimo ad uscire fu appunto la speranza. Ed anche noi ci affidiamo ad essa, ora più che mai. OutsiderPOST consiglia: "Dizionario dei Modi di dire", di Giuseppe Pittàno, Zanichelli Ed. 2009.
- Covid, non ci resta che il Lockdown?
Come per il Natale, anche la Pasqua degli Italiani è stata segnata dal Lockdown (esclusi quelli scappati alle Canarie). Ma guardare oltre il confinamento obbligato è possibile. Ecco qualche suggerimento utile... Da oltre un anno dall’inizio della famigerata pandemia del Covid19, l’Italia vive il suo ennesimo Lockdown, (o zona rossa) con il motto di: "Pasqua con i tuoi". La nostra vita è ormai cambiata (se non stravolta) dalle tante restrizioni su spostamenti, mascherine e distanza sociale. Nel ritrovarci nuovamente blindati a casa, la sensazione che assale è quella del tempo che non passa, eclissato ad un anno fa, appunto. Se poi ci soffermiamo a riflettere alle occasioni di vita che abbiamo perso perché sospese dal Covid, l’amarezza incombe nell’animo. E il primo pensiero va ovviamente a tutti quei bambini e giovani che hanno perso un anno di scuola, (sostituendo la maestra o Prof. con il Computer) e soprattutto alla loro fanciullezza rimandata a chissà quale data futura. Durante questo lungo anno e nel bel mezzo della pandemia è ovviamente successo di tutto: tantissime persone hanno perso il lavoro o si trovano in cassa integrazione; a causa delle varie restrizioni, le libertà fondamentali sono rimaste "sospese a casa"; ci sono stati milioni di morti di Covid nel mondo, mentre l’economie sono quasi al collasso ed ogni forma di cultura è stata dimenticata in un angolo. E se pensiamo a come eravamo solo un anno fa circa, sembra impossibile immaginare che tutto questo sia realmente successo, ma forse ancora peggio è che ci stiamo dimenticando di come eravamo prima del Covid. C'è da chiedersi dunque, se non ci rimane altro che il Lockdown? I Lockdown nel mondo In una pandemia che muta forma come le varianti a cui è legata (vedi la variante Inglese, considerata al momento la più contagiosa) il ruolo del Lockdown, anche nel 2021, è ovviamente centrale; la prerogativa di ’’istituire una chiusura totale per salvare le vite”, diviene la costante della medesima gestione pandemica, ma che non porta spesso ai risultati sperati. Sono infatti moltissimi i paesi nel mondo che hanno adoperato tale "misura di contenimento". Vediamo il trend di alcuni paesi: Argentina: dal 19 Marzo al 2 Novembre (è il Lockdown più lungo al mondo). Germania: ha iniziato con un 1° Lockdown dal 23 Marzo al 10 Maggio; nella 2° ondata, il Lockdown è durato dal 02 Novembre al 30 Novembre; la 3° ondata e conseguente Lockdown è dal 01 dicembre al 16 aprile. E sembra ancora lontana la fase di rallentamento dal Lockdown. Spagna: 1° ondata e LK (dal 14 Marzo al 9 Maggio); 2° ondata (dal 25 ottobre 2020 al 9 maggio 2021). In Spagna è in vigore al momento un nuovo “stato d’allarme”, in cui sono attivi molteplici Lockdown localizzati e restrizioni della mobilità nelle regioni spagnole, anche nelle ore notturne. Per il periodo pasquale (dal 26 Marzo al 9 Aprile) si vieta ogni movimento da una Regione all’altra. Coprifuoco, durante la fascia oraria 22-6. Francia: 1° ondata e LK (dal 17 Marzo al 11 Maggio); 2° ondata e LK (dal 30 ottobre al 14 Dicembre); 3° Lockdown (dal 3 Aprile al 3 Maggio) con le scuole che rimarranno chiuse fino al 26 Aprile e con il coprifuoco dalle 19. La decisione di Macron nel ritardare la chiusura totale, sta creando non poche polemiche interne al paese. Italia: tra il 1°Lockdown (dal 9 Marzo al 18 Maggio) ed il 2° (dal 21 Dicembre al 15 Gennaio) l'Italia ha visto un allentamento delle misure di contenimento solo dal 4 Maggio al 14 Giugno. Dal 6 Novembre, con l'utilizzo di zone di colore a rischio, l'Italia viene così suddivisa in scenari di rischio e per tutta la durata fino ad oggi; per la Pasqua, è stata istituita una zona rossa "nazionale". Coprifuoco dalle 22 alle 5. Regno Unito: nella prima ondata, il Lockdown è stata scaglionato tra le regioni, con una prima ed ultima data (dal 23 Marzo al 29 Giugno); la seconda ondata ha seguito lo stesso iter (dal 16 Ottobre al 12 dicembre ); il terzo Lockdown è iniziato da Gennaio 2021 fino a Pasqua (Aprile); ci sono dei lievi rallentamenti, ma in alcune zone restano ancora chiuse le attività e persiste il divieto agli spostamenti. Stati Uniti: anche se si tratta del paese più colpito al mondo, per numeri assoluti, con mezzo milione di decessi e 30 milioni di contagi, ogni stato ha deciso di intervenire sulle regole restrittive autonomamente, a secondo degli aggiornamenti sui numeri del contagio. Come infatti riportato nella mappa sul Covid19 dal "USA Today", è evidente come le restrizioni variano da stato a stato, da contea a contea e persino di città in città. Chiaro è, che il trend della situazione statunitense, come per gli altri paesi, rispecchia l'evoluzione giornaliera dei numeri Covid19. A parità dei rapporti di cui sopra, vi sono invece alcuni paesi che non hanno mai avviato la misura del contenimento e che meritano una speciale menzione, quali: Svezia, Svizzera, Giappone, Bielorussia, Indonesia, Taiwan, Malawi, Nicaragua e Corea del Sud. Per tutti gli altri stati, invece, che vedono aumentare il Covid e che non riescono a debellarlo, l'unico modus operandi per scongiurare un peggioramento dei contagi, (oltre alla distanza sociale, mascherina e lavarsi spesso le mani), resta sempre quello del Lockdown, come unica via d’uscita (per salvarci la cosiddetta "pelle"). Ma dove stiamo andando con tutte queste misure così severe? Schiere di psicologi e psichiatri, sono già da tempo allarmati sulle ripercussioni che l’isolamento per lunghi periodi può sfociare e con conseguenze negative, sia per il benessere mentale, che quello fisico. Ma va da se che le regole vanno senza altro seguite, anche se è doveroso chiedersi: a quale prezzo un virus e la sicurezza stanno cambiando e privando (se non peggiorando) le vite delle persone? E la risposta temo che già la conosciamo bene. Restare a casa da soli non è sempre facile Quando ci si trova a casa per ragioni "eccezionali" come il Lockdown, lo stato d’animo predominante è certamente quello dell’incertezza sul futuro. Se poi, si è perso il lavoro o si è in cassa integrazione e si vive questa esperienza da soli, senza condividerla con il partner, i familiari o amici, sia le preoccupazioni che ansie, si amplificano e rendono la situazione ingestibile. Ma è proprio in tale momento che bisogna reagire. Il primo passo è cercare delle attività per tenersi occupati in casa; poi, quando ci siamo occupati di noi stessi e della casa in cui abitiamo, può essere d'aiuto una bella chiacchierata al telefono con chi ci conosce e ci vuole bene, che è la migliore terapia di sblocco da eventuali peggioramenti delle emozioni. Come sottolineano i dottori, i pensieri che ci scorrono davanti quotidianamente, sono centinaia se non migliaia, e quando ci troviamo soli con noi stessi, è importante interagire e confrontarsi con gli altri, perché non dimentichiamo che l’uomo è comunque un animale sociale, che impara ed evolve quando si confronta col mondo. Un esempio può essere quello di gestire al meglio la nostra giornata, (magari con l’ausilio di un agenda), in cui organizziamo il nostro tempo all'interno dello spazio casalingo; renderlo divertente, (magari con una caccia al tesoro) può divenire una sfida davvero elettrizzante. Quando lo spazio della casa non è confortevole Quando si ritorna da una giornata di lavoro, spesso si esclama con enfasi “Casa dolce casa”. Ma non è sempre così. Infatti, non tutti posseggono una casa agevole, ben arredata e spaziosa. Anzi, la realtà è che oggi diminuiscono gli spazi ed aumentano gli affitti e lo spazio interno può rivelarsi angusto e poco vivibile, rivelandone solo aspetti negativi. Ma il Lockdown può divenire occasione per lavorare sul proprio spazio interno (inteso come mura domestiche). Si inizia ad operare con dei micro cambiamenti, (es, tipo spostare il divano, pulire la cucina, riordinare l’armadio) che ci aiuteranno gradualmente ad apprezzare le cose piccole e semplici della vita quotidiana. Essere poi curiosi e cercare nuovi stili, sia nell’arredamento che altro, (senza spendere soldi, magari navigando solo su internet) è un modo di progredire e che ci apre a nuovi stimoli; approfittiamo quindi del tempo a nostra disposizione per inventare nuove abitudini che ci cambieranno la nostra vita ogni giorno, per esempio: come l’idea di scrivere un libro, scrivere una canzone o dipingere; oppure dedicarsi a 3 piccole buone azioni, che daranno colore alle nostre grigie giornate di Lockdown ed un maggior senso alla nostra esistenza. Quando la compagnia non aiuta a superare il momento Il Lockdown è innanzitutto un opportunità di approfondimento e miglioramento di noi stessi ed insieme agli altri, se lo desideriamo. Ma poi succede che lo stato di ansia, diffidenza e preoccupazione, prendono il sopravvento sulla voglia di comunicare e di comprendere l’altro, fino ad arrivare al disprezzo e al distacco emotivo. Nelle relazioni più intense, cioè quelle familiari, il danno può essere immenso se non si interviene subito con il buon senso, dato che la convivenza obbligata e la differenza di caratteri, può innestare situazioni di alta tensione. Si deve intervenire come anticipato, il più tempestivamente possibile, considerando i propri spazi e quelli dell’altro, lasciando che ognuno si possa muovere in piena libertà nella stessa casa. Ma anche in questo caso, servono delle micro regole da seguire, in pieno accordo; come: decidere insieme: orari di pulizia della casa, delle spese in comune ed orari di condivisione degli spazi; comunicare all'altro: in piena tranquillità che ogni tanto abbiamo bisogno di restare in solitudine per ricaricarci (se siamo onesti, l'altro apprezzerà la nostra sincerità e magari farà lo stesso). Il significato della Pasqua nel 2021 Vale la pena soffermarsi un momento sul significato che il Natale e la Pasqua assumono in tempi di Covid. Che cosa rappresentano oggi tali festività? La buona notizia è che per i moltissimi credenti, il messaggio di fede resta pressoché immutato, dato che: oltre alla natività, alla passione e morte di Cristo, si riconosce nel sofferto sacrificio di Gesù sulla croce, il simbolo centrale e potente della Pasqua, come azione salvifica, che ha come scopo quello di purificare dall'espiazione del peccato tutti i suoi fedeli. Ma, dato che a causa dell'emergenza dal Coronavirus, tutte le liturgie pasquali (del Venerdì santo, della veglia, della Pasqua e della Pasquetta) sono state celebrate senza fedeli se non addirittura cancellate, ci chiediamo se il luogo sacro della Chiesa permane ancora come il principale spazio della preghiera oppure no. Se i tempi stanno cambiando, è necessario chiedersi se la sacralità del suddetto luogo e del suo rituale religioso si debbano adeguare inequivocabilmente all'ordine superiore del virus, in ragion della Securitas Publica Sanitas. Visto che per l'emergenza, sono state disposte delle nuove regole straordinarie sia per la Pasqua che per il Natale, le festività cristiane assumono un valore più sfumato ed individuale, in cui l'intima relazione con Dio avviene esclusivamente nel cuore del fedele, escludendo però ogni tipo di celebrazione condivisa insieme al gruppo religioso. E a tutti quei fedeli che hanno perso la fede o che la stanno cercando per la prima volta, ci chiediamo se coloro che non possono recarsi all'interno della Chiesa quale rifugio per il loro spirito, se esiste un'alternativa che possa essere offerta a loro. Se la pseudo normalità del Lockdown, pone dei limiti anche alla salvezza dello spirito attraverso l'assenza di un luogo per poterlo contemplare, la questione è dunque legata alla dualità del significato corpo-anima, in cui oggi il primo prevale nettamente sul secondo. 5 strategie efficaci per reagire al Confinamento È arrivato il momento di guardare avanti, oltre l'apatia e l'incertezza che ci vuole travolgere come se fosse uno Tzunami. Procediamo in avanti, dunque. Che non vuol dire ignorare la situazione, ma semplicemente focalizzare l’attenzione verso altro. Dato che il confinamento forzato, porta via energie fisiche e psicofisiche notevoli, abbiamo bisogno di reindirizzare tali energie in azioni piacevoli e costruttive. È arrivato il tempo di sfidare noi stessi in piccole “Daily Mission”, che ci renderanno sicuramente più forti, equilibrati e soprattutto più sereni. La cosa buffa è che tutti stiamo vivendo questo momento, pertanto possiamo condividere la nostra trasformazione con chi amiamo (e non soltanto sui Social). A tal proposito, vi è un piccolo manuale davvero curioso che ci allontana dal mostro del divano e dalla noia del confinamento in casa; con un titolo già di per se esplicativo, “100 cose da fare durante il Lockdown” di Maurice Calo, si presenta come una lettura pratica, veloce, divertente e di vera ispirazione, da poter svolgere tra le mure domestiche, e che serve per far scoprire l'artista che vive in ognuno di noi, o per trascorrere piacevoli momenti in compagnia. Ecco i nostri 5 consigli per reagire positivamente alla terza ondata, al Lockdown e al Coprifuoco: Alleggerire lo spazio esterno: con la primavera il nostro ambiente domestico, piccolo che sia, riflette il nostro mondo interiore. Pertanto fare pulizia fuori, aiuta ad alleggerire sia l'armadio che l'umore. Curare lo spazio interno: che vuol dire prendersi cura del proprio corpo, senza cadere nell'ossessione. Dedicarsi a se stessi con un massaggio, un bagno caldo, o una maschera sono tutti toccasana dello spirito; perché ricordiamoci che il corpo è la macchina che ci accompagna nel viaggio di tutta la nostra vita. Migliorare lo spazio condiviso: nel coinvolgere l'altro in azioni comuni per migliorare lo stesso ambiente domestico, si rafforza il rapporto con gli altri e la fiducia reciproca, valore indispensabile di questi tempi. Scollegarsi da Internet: la paura di non essere connesso, può portare all'ossessione per alcuni. Ma se invece imparassimo a spegnere tutto almeno un ora al giorno, alla lunga la nostra salute psicofisica ringrazierà. Collegarsi alla natura: se non si può uscire, possiamo recarci in balcone o alla finestra e chiudere gli occhi, accogliendo i raggi del sole sul nostro viso ed immaginando di visitare posti lontani ed esotici, respirando a pieni polmoni. Se arrendersi all’evidenza è l’unica soluzione “Concedimi la serenità di accettare le cose che non posso cambiare, il coraggio per cambiare quelle che posso e la saggezza per riconoscerne la differenza". (San Francesco) Aspettare che tutto passi affinché il vaccino sia pronto e che tutti vengono vaccinati, è allora l’unica cosa che possiamo fare, in questa delicata fase? Potremo rispondere con un semplice NI. Nel senso che, in teoria è decisamente l’unica via a cui possiamo affidarci (oltre a seguire le regole sul distanziamento). Ma nella pratica, possiamo cambiare il nostro vecchio orientamento riguardo la vicenda Covid, con un atteggiamento più propositivo, scegliendo per esempio la resilienza attiva anziché quella passiva. Come ricordava San Francesco: "ci vuole coraggio per cambiare le cose che si possono cambiare e serenità d'animo per accettare quelle che non possono mutare"; potremo aggiungere che nel cercare di fare ciò, non serve certo una preparazione specifica, se non alcuni accorgimenti determinati dal buon senso, come: Non sovraccaricare la mente con troppe informazioni giornaliere sul Covid, sul vaccino e simili ed allontanarsi saltuariamente dai vari Devices (Smartphone, ect.) Resilienza attiva o meglio fronteggiare la situazione del confinamento a casa con accettazione attiva; cioè mettersi in discussione e allo stesso tempo accettare chi siamo; Allentare la presa, lasciando andar via tutti i pensieri fissi "sul Lockdown" e sull'ipotetico tempo perso in casa; aiuteranno l'ausilio di una musica Zen o di letture motivanti, che svelano un lieto fine. Nel rispondere al quesito iniziale "Non ci resta che il Lockdown? E' ovvio che dipende da noi adoperare delle strategie efficaci per affrontare con maggior serenità e riconoscere nel Contenimento a casa, una reale opportunità che sia a favore del nostro benessere fisico e psicologico, e divenendo così Resilienti al cambiamento. OutsiderPOST consiglia: “100 cose da fare durante il Lockdown” di Maurice Calo, 2020
- Covid: l'appello dei registi, attori e non solo, affinché "Il Cinema possa andare avanti".
Il cinema sta vivendo i suoi giorni più neri, tra chiusure e posti di lavoro persi. Un intero settore che rischia di scomparire, se non ci affrettiamo a salvarlo presto. A pochi giorni da Pasqua, si contano i giorni (oltre i 100 giorni) dal momento in cui i Cinema (ed anche i Teatri) restano ancora chiusi al pubblico, a causa della pandemia. Mentre la cultura sta vivendo il suoi "giorni più neri", il Cinema resta immobile a guardare l'ombra di se stesso, abbandonato proprio nel luogo in cui le magie più belle, prendono vita. La cruda realtà è che rischia di scomparire per sempre se non riaprirà a breve le sue sale al pubblico di tutto il mondo (chiuse ormai quasi ovunque). Una paura concreta che è confermata dai più grandi cineasti e gli altri appartenenti del mondo dello spettacolo. E' infatti plausibile pensare che "le sale cinematografiche potrebbero non sopravvivere all'impatto della pandemia", senza un reale aiuto economico da parte dei vari governi. Si scrivono allora appelli di SOS da Hollywood per Hollywood e non solo, affinché le istituzioni si attivino per salvare la cosiddetta settima arte. Come possiamo dunque salvare il Cinema da questa "morte annunciata"? E siamo ancora in tempo per poter agire? "Il Cinema non deve morire", come il capolavoro Thriller di Steven King Nel capolavoro thriller di "Misery non deve morire" del 1991, riadattato dal best seller di Steven King e che valse una statuetta a Kathy Bates come miglior attrice, si narra la storia di un famoso scrittore, che al termine del suo ultimo lavoro non ancora pubblicato, viene sequestrato da una sua fan ossessionata dalla beniamina del libro (Misery, appunto). Lo stesso scrittore viene così costretto a letto per riscrivere un finale a favore di "Misery". Proprio come nella trama del film, anche al Cinema servirebbe un finale alternativo, con una rinascita di tutto il settore artistico (mantenendo però l'accortezza di utilizzare delle modalità non drammatiche rispetto alla famosa pellicola). Lo slogan di "#CinemasMustgoon"è quindi un forte grido di allarme che nasce da tutto il mondo del Cinema e milioni di appassionati del grande schermo. Ma la strada sembra essere in salita, affinché si possa parlare di un Restart concreto, che dovrebbe essere indirizzato verso due principali direzioni: nel rispetto delle regole anti Covid, mantenendo le sale sanificate, con il corretto distanziamento e numero delle persone consentite; mantenere alto l'appeal verso la sala cinematografica, costruendo delle strategie di rilancio per rendere protagonista il pubblico, ( es. creando degli eventi indimenticabili, con la presenza di attori e registi famosi). Le produzioni si muovono ma non il Cinema in sala Nell'incertezza di cosa accadrà nei prossimi mesi, alcune produzioni cinematografiche (soprattutto ad Hollywood) si sono comunque rimesse a lavoro. Se si pensa all'enorme sforzo di investire in un settore che al momento risulta inattivo, è di per sé un dato positivo importante. Anche se impiegare ingente denaro con ridotti margini sulla certezza dei risultati, apre a scenari incerti sui: tempi, qualità dei prodotti ed incassi ai botteghini. Ne è una chiara dimostrazione l'ultimo capitolo di "Mission Impossible 7", (e con l'intenzione di far uscire nel 2022 MI8)con il super action actor Tom Cruise, il quale ha ripreso a girare in Italia soltanto nelle scorse settimane. Come riportato dal quotidiano "The Sun", una fonte ha dichiarato che lo stesso attore "si sente il primo responsabile nel cercare di far rispettare tutte le precauzioni anti Covid, affinché si possa continuare a fare il film", dato che l'ingente investimento "porta lavoro a migliaia di persone". La sua "sfuriata" verso alcuni membri della troupe sulle regole da rispettare, è oramai divenuta virale, mentre l'uscita del film, (ancora senza un titolo) è slittata ulteriormente a Novembre 2021. Le innumerevoli difficoltà che grandi e piccole produzioni stanno incontrando con il Covid, è un fatto drammatico, che indebolisce la settima arte, mentre il cinema in sala resta a guardare se stesso senza prospettive future. Se lo spettacolo non può continuare “Durante la Seconda guerra mondiale il cinema non si è fermato, anche sotto le bombe le persone hanno continuato ad andare in sala." Marco Bellocchio Il 2020 è stato l'anno dell'ecatombe di film non usciti o rimandati a nuove date ancora da confermare; come nel caso dell'ultimo James Bond "No time to die", che sembra aver finalmente stabilito un uscita ufficiale per il prossimo Aprile 2021 (ma vedremo se verrà mantenuta). Poi, ci sono casi di film che parlano di Covid in piena pandemia e che vengono distribuiti direttamente dalle case produttive sulle piattaforme Amazon prime Video (ma anche su Netflix); un esempio su tutti è il film "Borat 2", (trasmesso lo scorso 23 ottobre in streaming) il finto documentario in cui il giornalista Borat va in America per comprenderne la cultura, nel bel mezzo del Coronavirus. Oltre al Cinema, tutto il settore artistico è ovviamente in profonda crisi. Il Teatro, la Musica ed i Musei hanno perso innumerevoli posti di lavoro in questi ultimi mesi e le perdite risultano incalcolabili. Ma per gli esperti virologi, è ancora troppo presto per riaprire e ridare un pò di sana normalità e divertimento alle persone. Se ripensiamo però al passato, in tempi di guerra e bombe che passavano sulla testa (per esempio durante il secondo conflitto mondiale) i Cinema restavano comunque aperti. A tal proposito, il regista italiano Marco Bellocchio insieme ad altri colleghi, aveva recentemente firmato una lettera aperta al Governo, per richiamare ad una maggior fiducia verso il luogo del Cinema come esempio virtuosismo e di responsabilità nel controllo delle regole anti Covid (vedi la Mostra di Venezia) più efficace che in altri contesti, ed in cui i dati confermerebbero il suo pensiero. Lo stesso regista, evocando poi il passato, conclude che: "Durante la Seconda guerra mondiale il cinema non si è fermato, anche sotto le bombe le persone hanno continuato ad andare in sala". Il cinema è un bene primario e un grande simbolo, una possibilità di sogno e di speranza". Anche Hollywood scrive il suo accorato appello, in cui i maggiori cineasti di sempre, come Clint Eastwood, Martin Scorsese, James Cameron ed altri, insieme ai tanti proprietari delle sale di proiezione, si sono uniti al Directors Guild of America, alla National Association of Theatre Owners e alla Motion Picture Association, per chiedere un sostegno economico ai leader della Camera e del Senato Americano con un intervento soprannominato Restart Act. La situazione è talmente critica negli USA, che si teme la bancarotta o chiusura di circa il 69% delle piccole e medie imprese cinematografiche su tutto il territorio statunitense. La cura del Cinema contro il rigore quotidiano “Ricorderemo il mondo attraverso il cinema". BERNARDO BERTOLUCCI Come abbiamo visto, andare al Cinema, non è solo una forma di svago, ma una vera esperienza trascendentale, se si vuole, capace di trasportarci in altri mondi. In due ore e poco più, ci si può infatti immergere in una realtà lontano dalla nostra, "pur restando immobili mentre le immagini si muovono intono a noi" (Ennio Flaiano), in una danza degli occhi e dell'anima. Inoltre, una delle ragioni più interessanti sul Cinema, è proprio quella di partecipare allo spettacolo attraverso il mito stesso del Cinema. Nel momento in cui si entra in sala, ci si siede e si aspetta quei primi istanti che inizi la pellicola; ed ecco che la magia prende forma con i primi suoni e colori e solo allora si entra nel mito stesso del Cinema, indossandolo e diventando parte di esso, senza che noi ce ne accorgiamo. “Il Cinema è la raccolta di tutte le arti in una: e cioè della filosofia, musica, letteratura, pittura e teatro". Akira Kurosawa Infine, vedere un film è anche un "modo per ricordare il mondo che viviamo", (Bernardo Bertolucci) quello che è esistito prima di noi, ma anche quello futuro (ipotetico), mentre la "sala cinematografica diviene il luogo di educazione per le generazioni di persone in tutto il mondo". (Giuseppe Tornatore) La prassi del Cinema, quindi, non è solo intrattenimento, ma come sottolinea il grande Akira Kurosawa: "è la raccolta di tutte le arti in una: e cioè della filosofia, musica, letteratura, pittura e teatro". E siamo d'accordo anche con le bellissime parole di Bellocchio che dice: "Il cinema è un bene primario e un grande simbolo, una possibilità di sogno e di speranza". Perché è proprio in tempi di emergenza come oggi che il cinema serve più che mai, a ridare speranza laddove vi sia sconforto, a riportare la luce nell'animo umano oscurato dalla preoccupazione e dalla sofferenza. E perché il Cinema è la cura migliore al rigore ed il grigiore quotidiano. (OP) Per mille altre ragioni ancora, ribadiamo che "il cinema non può morire"; anzi, tutti i Cinema devono poter continuare i loro show. (#CinemasMustgoon) Possiamo salvare il Cinema e dobbiamo farlo presto, per noi stessi e per quel che resta dell'umanità. A detta ciò, ci chiediamo se sia giusto sacrificare la cultura e tutto ciò che rende una vita piena, per combattere il virus? Senza dubbio, bisognerebbe ricordarsi ogni tanto, (ed a voce alta, possibilmente) che l'animo umano va curato in egual misura del corpo fisico. E su questo non si discute.
- Megxit: la verità così è (se vi pare)
Se la verità dei Megxit sarà confermata, è ancora tutto da vedere. Intanto si scrivono milioni di inchiostro per l'intervista Bomba che fa tremare la Casa reale inglese; ma non certo la Regina, che è la più amata di sempre dal popolo britannico, e non solo. Nel capolavoro teatrale di Luigi Pirandello, "Così è (se vi pare)", il tema centrale in cui ruota l'intera l'opera è senza dubbio quello del relativismo e dell'inutile ricerca verso una verità assoluta. In pratica, l'interpretazione personale prende sfogo nei vari personaggi che riconoscono soltanto la verità che meglio li esprime davanti ai cosiddetti "dati di fatto" che invece perdono di significato davanti al muro delle innumerevoli "verità plausibili" e pertanto possibili. “Eh caro! chi è il pazzo di noi due? Eh lo so: io dico TU! e tu col dito indichi me. Va là che, a tu per tu, ci conosciamo bene noi due. Il guaio è che, come ti vedo io, gli altri non ti vedono... Tu per gli altri diventi un fantasma! Eppure, vedi questi pazzi? senza badare al fantasma che portano con sé, in se stessi, vanno correndo, pieni di curiosità, dietro il fantasma altrui! e credono che sia una cosa diversa”. Luigi Pirandello In questo scenario, ci sembra giusto collocare l'ultima vicenda legata alla saga dei Megxit (ovvero di Meghan Markle e del suo consorte, un certo Principe Harry dei Windsor), i quali ormai trasferiti in terra americana e convinti della loro verità su alcuni accadimenti successi, intendono (pur se a distanza) gridare forte la loro voce al mondo intero. E lo fanno alla grande, dato che si affidano alla lunga esperienza della giornalista numero uno in USA, e cioè Oprah Winfrey per questa esclusiva a livello mondiale. Fatti e Misfatti divulgati al globo "I panni sporchi si lavano in famiglia." Proverbio popolare L'intervista avvenuta in una location da sogno sulle colline Hollywoodiane lo scorso 7 marzo dalla nota giornalista Oprah Winfrey sul canale della CBS (che poi ha venduto l'intervista al mercato internazionale) alla coppia "non più reale" di Harry e Meghan, vuole essere un racconto a cuore aperto dei protagonisti, che per la prima volta svelano le ragioni della loro scelta di vivere negli Stati Uniti. Ma soprattutto l'intento è quello di rivelare alcune vicende vissute a corte ai tempi del loro matrimonio. Con le migliore intenzioni e senza desiderio di incolpare nessuno, (almeno pare) vengono sviscerate alcune affermazioni shock che automaticamente sollevano un enorme polverone mediatico del tutto inaspettato (o forse no) in terra inglese ma non solo, su alcuni temi "caldi" toccati dai diretti protagonisti, quali: il colore della pelle troppo scura (del loro bambino Archie); il desiderio di non voler più vivere di Meghan; il fatto di non essere stati assistiti dalle istituzioni nei momenti di particolare crisi. Argomentare di razzismo, bullismo e depressione, è sempre assai complicato, perché i fraintendimenti dialettici si sovrappongono al reale messaggio che si intende realmente trasmettere; si ha infatti l'impressione di camminare su un vasto campo minato, in cui ogni passo può essere quello fatale. E mentre l'opinione pubblica è certamente sensibile a tali tematiche così delicate e che non può certo ignorare, la scelta di parlare pubblicamente di temi scottanti e sempre attuali, pone una questione a cui sono doverose due prime riflessioni: e cioè perché mai tali eventuali fatti e misfatti sono stati divulgati al globo, senza aver provato prima "a lavare i panni sporchi in famiglia", e perché affidarsi proprio a quei media, che fino al giorno prima, essi stessi consideravano il loro peggior nemico, dai quali fuggire lontano? E' evidente che vi è la presenza di una contraddizione in termini, come fil rouge nell'intero discorso dell'intervista, dato che: si vuole raccontare il peccato ma non il peccatore; si sceglie di veicolare il personale messaggio con il supporto di quei stessi media, considerati prima traditori ed ora come migliori alleati nella battaglia della "loro" verità. Sta di fatto, che se la verità deve essere rivelata, varrebbe la pena di raccontarla tutta, impugnando con responsabilità la scelta di fare i cosiddetti "nomi e cognomi", invece di "lanciare il sasso per poi nascondere la mano", dato che alla fine il messaggio univoco è soltanto quello di una sfida aperta alla "famiglia reale". E niente più. Meghan, tra Hollywood Star e vittima inconsapevole La vera star dell'intervista resta comunque sempre Meghan, che dopo la sua fuga d'amore negli States con l'amato Principe Harry, decide oggi di raccontare la sua verità attraverso il colloquio a cuore aperto con la cara amica Oprah Winfrey, a rischio della sua futura reputazione e carriera professionale. Tra "chi non crede una parola di quello che ha detto" (vedi la reazione del giornalista britannico Pierce Morgan) e chi l'acclama per "il suo grande coraggio, leadership e di ispirazione" nell'aver raccontato the "Royal Affair", (vedi il commento di Beyoncé) Meghan è paragonabile ad una bomba ad orologeria, pronta per esplodere ad ogni momento causando ingenti "danni mediatici", di immagine a molte persone. Lei compresa. Non è chiaro se le sue vere intenzioni, sono dettate dall'orgoglio o dalla vendetta oppure da una profonda missione di giustizia in difesa di tutti coloro che non sono stati mai ascoltati fino adesso, ma sta di fatto che l'intervista è stata organizzata meticolosamente, da far sembrare a tutti gli effetti una semplice chiacchierata tra amiche, informale e apparentemente di basso profilo. Se si pensa che ad oggi hanno visto l'intervista ben 50 milioni di spettatori in tutto il mondo, il risultato è davvero incredibile, anche se non è lontanamente paragonabile alle cifre da SuperBowl americano (circa 94,5 milioni). Le persone che sono rimaste incollate alla TV per tutta l'intervista, l'hanno seguita attentamente al pari di una Serie Netflix; e questo grazie anche alle sapienti inquadrature e pause della protagonista, che in sintonia coi tempi televisivi e l'invio degli innumerevoli spot pubblicitari, ha fatto guadagnare un bel pò di dollari alla società di Oprah Winfrey. Pertanto, non stupisce se i dubbi sull'autenticità di tale racconto emergono proprio in relazione alla figura di Meghan, che pur se radiante per la dolce attesa, trasmette un linguaggio chiaro e determinato, al fine di dichiarare un j'accuse rivolto ad una "parte della famiglia reale". Se si tratta di una vittima inconsapevole degli eventi a lei avversi o di una professionista della finzione, è davvero difficile dirlo, dato che usa sapientemente il miglior lato di sé per veicolare il suo messaggio al mondo intero. Come è altresì complicato comprendere la ragione per cui l'intervista si è svolta in due tempi (in cui Meghan è sola per un ora e dopo arriva Harry), o della palese accettazione di Oprah che non controbatte mai per formulare eventuali domande scomode agli intervistati. Ci sono ovviamente diversi punti che non collimano in questa intervista che appare più come un set Hollywoodiano (non a caso ci troviamo sulle colline di Los Angeles, chissà) che una sincera confessione, anche in previsione di un eventuale riavvicinamento alle loro famiglie di origine (non dimentichiamoci delle vicissitudini della famiglia di Meghan!). Cresce la distanza culturale tra USA e UK I due mondi, quello inglese e quello americano, in risposta alla ben nota Intervista di Meghan ed Harry, apre a scenari non proprio felici, visto l'evidente distanza che cresce a livello culturale tra i due paesi. Infatti, mentre il mondo anglosassone risponde furente verso le parole ingiuste pronunciate da Meghan e di ovvia protezione nei confronti di una Regina sempre più amata dal popolo, l'establishment americano, si schiera invece a favore dell'attrice, che è considerata la moderna paladina dei nostri tempi; forte, bella ed intelligente, Meghan incarna per molti americani quel modello dell'eroina senza paura, che si batte per i diritti civili e di tutte quelle libertà fondamentali mai ascoltate fino infondo. Ne è conferma l'ultimo sondaggio della americana Morning Consult, che ha visto salire l'indice di gradimento di Meghan Markle di ben 22 punti percentuali, rispetto a un sondaggio pre-intervista fatto tra tutti gli adulti. Pertanto, il timore di una rottura dei rapporti tra USA e UK, resta un punto nodale, che non va sottovalutato e che necessita quanto prima di essere rinsaldato, affinché quel legame secolare non divenga un ulteriore campo di battaglia a colpi di penna o di scongiurata spada. I supporters dei Megxit “Meghan è l'incarnazione del sogno americano. Un giorno potremmo vedere Meghan diventare presidente”. Omid Scobie (amico e biografo di Meghan Markle) Da quando si è tenuta l'intervista esplosiva, non si fa altro che parlarne ovunque, sulle affermazioni shock ed ipotesi alternative, a quella raccontata dai protagonisti. E su tutte spuntano i vari dubbi relativi alla famiglia reale tirata in ballo, con domande tipo: Ma chi ha rivolto queste accuse? E perché non vengono fatti i nomi? E perché non viene fatta una conferenza stampa che cerchi di rispondere a tali infamanti accuse? Per par Condicio, è doveroso elencare anche i cosiddetti Lovers o Supporters, che all'opposto degli Haters, sostengono e credono fermamente nella versione e nella scelta di ribellione avanzata dai Megxit, contro le consuetudini monarchiche. In realtà si tratta di tutto quell'establishment liberale come Joe Biden, Beyoncè e molti altri, che supportano incondizionatamente la posizione della scomoda verità per il raggiungimento finale della giustizia, che va contro quell'ostinata perfezione dogmatica di un vecchio sistema che non è più capace di argomentare con le nuove generazioni. Anche se in termini di paragone con la mai dimenticata Lady Diana, non vi è gara, ovviamente, Meghan piace soprattutto per il suo senso di dolce ossessione nel "rompere continuamente le regole", in tutti i modi possibili. A tal proposito, vi sono diversi rumors sempre più insistenti sul desiderio di Meghan Markle su una futura Presidenza degli Stati Uniti. In particolare, Omir Scobie, suo biografo ed amico ha detto: "Meghan è l'incarnazione del sogno americano. Un giorno potremmo vedere Meghan diventare presidente". Di nuovo, è quindi chiaro che la protagonista indiscussa è sempre lei e non certo Harry, che si vedrà se la sosterrà fino infondo, mentre la battaglia appena iniziata si preannuncia tutta al femminile. Vedremo. La prossima mossa della Regina "Dubium sapientiae initium est." (Il dubbio è l'inizio della sapienza). Cartesio Mentre tutto il mondo si chiede cosa starà pensando la regina di tutta questa Racism Storm sulla sua famiglia, lei stessa ha fatto sapere in un breve comunicato di essere molto dispiaciuta dell'accaduto ed addolorato per quello che essi hanno provato e che intende usare tutta la sua influenza per cercare di risolvere la questione nel migliore dei modi. Cosa sta succedendo allora adesso? Va da se, che delle questioni " familiari" non risolte che sono alla luce del sole, ce ne sono altre di carattere pubblico che stanno emergendo giorno dopo giorno. In primis, la spaccatura della famiglia reale rischia di creare delle divisioni all'interno della famiglia del Commonwealth, costituito da ben 54 paesi (la maggior parte ex colonie britanniche) che sono legati da accordi storici. Ecco perché è importante riportare gli scontri al interno della famiglia, prima che la spaccatura sia così profonda ed irreversibile, sembra lo scopo della regina. Inoltre, a seguito dell'intervista, la Regina Elisabetta II intende aprire delle indagini sulle affermazioni fatte da Meghan. Se ci sono delle accuse alzate verso la famiglia reale ed al quale William ha già risposto repentinamente ai giornalisti di non essere una famiglia razzista, si aspettano poi le prove dell'evidenza, che per il momento sembrano ancora chiuse in una cassaforte in casa Markle. E' chiaro che il grande imbarazzo di tutti e il fastidio da parte di William nel rispondere alle domande insistenti dei giornalisti, non fa che peggiorare la posizione reale, mentre è evidente la distanza tra i due fratelli. Ci sentiamo di sottolineare che come in ogni famiglia, è comunque difficile comprendere alcuni comportamenti al di fuori della situazione concreta. E questa verità è forse inconfutabile. Megxit, gli haters resistono Come abbiamo visto sopra, mentre sale il consenso americano, cala invece quello inglese nei confronti di Harry e Meghan. Dal sondaggio di YouGov effettuato solo qualche giorno dopo l'intervista esplosiva, il 58% vede negativamente Meghan e il 48% è per Harry. Ma resta invariato il favore degli inglesi verso tutta la famiglia reale. E questo non sorprende, visto gli ultimi aggiornamenti sullo stato di salute del Principe Filippo, ricoverato già da settimane all'ospedale di Londra. Nel riflettere il più criticamente possibile, rispetto all'intera questione avanzata dalla stessa Meghan sul razzismo, bullismo e depressione subite durante la sua permanenza londinese, sembra chiaro che la sua versione accoglie più favori che contrari. Ma allora come mai che i media (soprattutto inglesi) giudicano aspramente ogni sua mossa, senza provare di comprendere almeno un pò anche la sua posizione? Alcuni ulteriori elementi di centrale importanza che andrebbero sottolineati in relazione alle ragioni supportate dai cosiddetti Haters della coppia, oltre alle manifeste differenze culturali tra USA e UK nell'accogliere le parole di Meghan ed Harry, sono da attribuire ad una dialettica che spesso appare contraddittoria e sconclusionata da entrambi gli intervistati, in cui le frasi shock, si legano a mezze verità senza mai rivelare "i peccatori" di tali misfatti. Inoltre, con un allusione all'ingenuità quasi fanciullesca trasmessa a volte dalla coppia, si alternano frasi in cui Meghan, per esempio, si riferisce alle poche informazioni che aveva su Harry e sulla famiglia reale agli inizi, (come se Google in casa sua non funzionasse) che a dir del vero, ci lascia alquanto sconcertati. Oppure nell'aver scelto il momento peggiore di condividere tale intervista (di nuovo), quando le attuali condizioni del Principe Filippo risultano ancora piuttosto gravi, senza neppure menzionarlo. Mosse decisamente inopportune che non sono certo piaciute ai media inglesi e da cui emerge un J'accuse in grande stile Hollywoodiano, che non sviscera nessuna prova evidente a loro favore, se non la perenne ricerca della verità inoppugnabile, ma che si traduce più in un grottesco Psico dramma da Soap Opera. In un momento così critico nel mondo, a causa della pandemia in continua crescita e problemi economici, ci si chiede se questo forsennato show mediatico, era davvero necessario. Al fine di raccontare una verità su un milione di verità possibili (riprendendo l'opera di Pirandello) ci si chiede se questa volta, si poteva almeno evitare. Intendiamoci, ci sono argomenti come il razzismo, bullismo e depressione che richiedono sempre il massimo ascolto e rispetto, ma che in un contesto mediatico così plasticamente digitalizzato, perdono della loro efficacia, proprio come una freccia che tirata in aria, non colpisce alcunché e cade poi a terra. Certamente, la loro unione si può considerare a cavallo tra una favola per molti ed una rottura con il passato ed i suoi protocolli rigorosi, per altri. E ad ogni modo, ognuno interpreta come vuole e liberamente la vicenda di Harry e Meghan, concordando però su un dato fondamentale: cioè che essi rappresentano appieno l'incertezza e la confusione dei nostri tempi, mostrando una densa nebbia di molteplici verità che si intersecano tra loro e da cui è ancora difficile intravedere un chiarore di luce. In nostro potere, ci resta almeno la ragionevolezza del dubbio, come unico modo per avvicinarsi al quel chiarore inteso come saggezza e che ci consoli alla fine, con la migliore verità plausibile. OUTSIDER POST
- Bucatini-gate: alla "ricerca della pasta scomparsa" negli USA
Quando il giornalismo d'inchiesta incontra la buona tavola, il risultato è un grande scoop e un mistero (quasi) risolto. Vi è al momento un mistero in USA che sta appassionando tutti e che riguarda le tavole degli americani che non possono più deliziarsi il palato, lo stomaco ed il buonumore con il particolare formato di pasta dei bucatini, dato che sono letteralmente "dissolti" nel nulla. La causa non riguarda l'acquisto forsennato dei consumatori per accaparrarsi l'ultima confezione della pasta più amata e di tendenza (come si potrebbe supporre), ma vi sono altre ragioni che hanno portato ad un vero Bucatinigate. Vediamo allora nel dettaglio cosa è successo. Il mistero dei bucatini scomparsi La storia del Bucatinigate ha inizio con la pandemia, all'inizio del marzo 2020. Da quel momento si nota la mancanza di una particolare pasta gialla dai scaffali dei maggiori supermercati americani: e cioè degli intramontabili e super gustosi bucatini. Chi si accorge della sua fortuita ma inconsueta "scomparsa", è la giornalista Rachel Handler del sito gastronomico Grub Street, che facendo un giro a New York presso i suoi luoghi italiani preferiti non ne trova neanche una confezione disponibile. Il mistero quindi si infittisce e si chiede dove diavolo siano andati a finire. Ecco, che allora la stessa Rachel decide di intraprendere una vera e propria indagine d'inchiesta per ricercare le cause dello "shortage" che ha sconvolto le tavole americane e della sua "favorite pasta ever". La consapevolezza di chiamarsi "Bucatini" Intendiamoci bene. La pasta è buona in tutte le forme; l'unico vero consiglio è quello di preservare la miglior cottura possibile per poterla gustare al meglio (come descritto specificatamente sulla confezione). E tanto per fare un breve riepilogo, ecco le principali famiglie di pasta: pasta corta: di semola di grano duro (penne rigate, rigatoni, fusilli, maccheroni, etc) pasta lunga: di semola di grano duro, (spaghetti, linguine, Bucatini, vermicelli etc) pasta fresca: tortellini, cappelletti pasta all'uovo: lasagne, ravioli Ma i bucatini, hanno una storia a parte. Derivano dalla famiglia della pasta lunga, di grano duro, ma risultano ampiamente più ruvidi, con un foro all'interno che velocizza la cottura e rende i sughi più gustosi, grazie alla capacità di trattenere bene la salsa. I bucatini non sono quindi come gli altri tipi di pasta. Non si parla solo di eccellenza, che è presente su tutta la linea produttiva dei molti tipi di pasta), ma nella flessibilità di accogliere perfettamente gli altri sapori della cucina e di : favorire la cottura perfetta attraverso il foro interno o trafilata in bronzo; accogliere meglio le varie salse (di pomodoro, l'uovo e il pecorino) grazie alla sua ruvidità della superficie; far vivere un esperienza unica del gusto. Inoltre, i bucatini sono diventati negli ultimi anni la pasta più richiesta nei Ristoranti più alla moda degli Stati Uniti, grazie alla particolare cura nella presentazione del piatto e soprattutto alla convivialità che la "Pasta bucata" crea tra i commensali e dove l'eccellenza del gusto incontra sia gli occhi che il palato. Come rimarca Rachel Handler nella sua inchiesta, i Bucatini hanno una certa personalità, che offrono la prima interazione sociale con la pasta, dato che si tratta di una esperienza in crescendo di emozioni sensoriali. “Ma ecco il vero segreto del successo di questa pasta: I bucatini sono divertenti da mangiare. I bucatini forniscono questa gioia dieci volte tanto. Gli spaghetti sono unidimensionali, ma il loro contrappunto vuoto è una delizia, fornendo un mix di salsa, carboidrati densi e sacche d'aria che fanno rumori divertenti quando li si succhia. I bucatini sono una lezione sulla follia del dogma, un caso contro l'impegno assoluto verso un ideale. Io sono una persona da pasta corta. Ma sono disposto a fare delle eccezioni. Bucatini mi ha insegnato la flessibilità e l'accettazione. Grazie, bucatini. Ti amo." Review del Bon Appétit, 2018 Dalla recensione poetica espressa per i Bucatini dalla rivista culinaria americana "Bon Appetit"del 2018, menzionata nell'articolo del Grub Street, OUTSIDER POST, a tal proposito, suggerisce "La cucina Italiana", una delle riviste più autorevoli nel settore, che dedica una vasta pagina ai tantissimi Bucatini Lovers, ma anche a chi non li conosce ancora, tutta da provare con le migliori ricette di Bucatini e gli abbinamenti più golosi. Una vera esperienza di colori e sapori che soltanto i bucatini possono offrire. Chi ha incastrato i Bucatini? Nel 2020 in Italia, a mancare sono state soprattutto le mascherine, guanti e gel per le mani, mentre la pasta (a differenza degli USA) non ha rischiato di svanire dagli scaffali, e così per i mitici Bucatini. Il mercato interno è riuscito infatti a salvaguardare la cosiddetta scorta a livello nazionale, continuando a produrre anche durante la pandemia. Inoltre, la pasta che è "l'alimento più amato sulle nostre tavole", come richiama l'Unione Italiana Food, ed il prodotto italiano più esportato all'estero, che ha visto per il solo primo semestre del 2020, un incremento del 30%, accertato anche dal "Il sole 24 ore". E allora chi ha incastrato i Bucatini e perché sono scomparsi in America? Tornando all'indagine che Rachel Handler ha portato avanti nei mesi precedenti ed iniziata per pura curiosità e passione viscerale verso i Bucatini, sono state svelate delle verità che la stessa Rachel non si sarebbe mai aspettata di conoscere. Le varie tappe nella ricostruzione della scomparsa e parziale risoluzione dell'affascinante mistero dei "Bucatinigate", è così sintetizzato: Marzo: già non si trovano i Bucatini nei vari Supermercati Americani, (Whole foods, Russo’s, New York Market e Key Food) mentre sono disponibili gli altri tipi di pasta; Maggio: discussioni su Zoom con amici e colleghi per carpire qualche informazione extra sulla loro scomparsa. Si vocifera che la scarsità derivi dalla pandemia in corso; Estate/Autunno: la ricerca si estende in tutto il paese ma senza risultati, dato che anche gli altri stati non hanno nessuna disponibilità dei Bucatini e non si hanno previsioni positive neanche per i prossimi mesi; Ottobre: Rachel scrive una mail al Manager del servizio clienti della De Cecco, (il suo brand preferito), il quale risponde, segnalando che esiste un problema con il Food and Drug Association, che non fa arrivare la pasta sul suolo americano; Una settimana dopo: Rachel scrive alla National Pasta Association per saperne di più su questo blocco. Rosario del Nero, la introduce poi al CEO il quale gli conferma ciò che appena scoperto dal sito FDA in un report del 30 marzo 2020, dove si specifica la sigla"Maccheroni arricchiti" ai suddetti Bucatini; Successivamente: ora è chiaro che la FDA ha bloccato l'importazione perché i Bucatini hanno un livello di ferro inferiore (di circa 2, 1 milligrammi) a quello classificato e che deve essere aggiornato agli standard dei "Maccheroni arricchiti". Dopo la comunicazione della FDA, Rachel prova a rimettersi in contatto con la De Cecco per arrivare ad una risoluzione, ma prima richiede alla FDA di accedere alle copie inerenti le "allerte" nei confronti della De Cecco. Alla fine della sua inchiesta, la giornalista Neworkese riesce ad accedere ai files della FDA ed avere una spiegazione completa su tutta la questione dei "Maccheroni arricchiti", che sono i reali colpevoli di aver incastrato i Bucatini, a non essere più visibili sulle tavole Americane. "La gente merita di sapere" La giornalista arriva alla soluzione del caso, così potremmo dire. Infatti, i documenti e la spiegazione della FDA raccontano una storia interessante e cioè: che durante il secondo conflitto furono introdotti degli Standard di identità di nutrizione con il termine di "arricchiti", riguardanti i prodotti importati negli Stati Uniti, che però hanno messo ad un duro confronto reciproco, la Big Pasta e i Noodles Manufactures. La De Cecco si è pertanto trovata in questa diatriba dopo un controllo di sorveglianza, in cui sembravano non essere rispettati tali indicazioni. Vi è anche un altra versione non confermata che vede un concorrente fare pressioni all'agenzia nei confronti della azienda in questione. Quello che conta è che comunque : "la gente merita di sapere", come ha sottolineato la giornalista, e per capire se i bucatini toneranno prima o poi negli stati Uniti. Quindi le ragioni della scomparsa sarebbero: l'elevata domanda di pasta, che necessita poi di essere "arricchita" di altri 2,1 milligrammi di ferro per il mercato statunitense; Intervento di blocco alle dogane USA da parte della FDA, dopo il controllo degli standard non rispettati sulla quantità di ferro; I tempi di attesa per ritrovare i famosi Bucatini sugli scaffali dei Supermercati, non sembrano così immediati, visto che la giornalista ha recentemente contattato la De Cecco a Febbraio per sapere del futuro della sua pasta preferita. Pur se i tempi sono piuttosto incerti, la questione si sta comunque muovendo in direzione favorevole, per un ritorno in USA nel 2021. L'impero della Pasta ai tempi del Covid L'impresa coraggiosa di Rachel Handler, che è riuscita a rivelare lo scoop e risolvere il mistero dei bucatini con tenacia, fornendo ai consumatori informazioni sul settore del cibo, ci pone alcuni quesiti che vale la pena discutere celermente. La prima riflessione riguarda ovviamente l'impero della Pasta, che ai tempi del Covid, vede intensificare la propria produzione con l'aumento conseguente sia dei fatturati interni che nell'export, come mai nel passato e che a differenza di altri settori, non conosce crisi. La seconda riflessione vede le maggiori aziende di Pasta in una improbabile guerra infinita, a colpi di numeri, controlli e strategie di marketing che arrivano ai consumatori tramite messaggi confusi, e disorientando nell'acquisto finale. Va da se che gli standard di identità utilizzati dal dopoguerra non sono più conformi ai tempi che viviamo e che necessiterebbero di modifiche da parte del Congresso Americano, per poter essere aggiornati ai nuovi slanci culturali, offrendo semmai una varietà di pasta a scelta del consumatore (es. preferenza con o poco ferro). un punto non chiarito nella minuziosa indagine della giornalista del Grub Street, forse volontariamente, è il fatto che a scomparire siano proprio i suoi Bucatini preferiti (De Cecco); ma non è mai stato specificato se gli altri marchi fossero comunque disponibili nel paese, oppure no. Dato che il cavillo sul ferro è nei confronti di quell'azienda soltanto, un eventuale compromesso nell'utilizzo di altri marchi non viene neanche messo in discussione. La domanda allora se i bucatini non disponibili sono assoluti? e se cosi fosse, il problema del ferro mancante è molto più complesso e ampio, rispetto ad un solo brand accertato. Un ultima breve valutazione si rivolge ai prodotti Italiani, che non hanno certo bisogno (secondo OUTSIDER POST) di alcunché "adjustments" per essere accettati nei mercati esteri, ma semplicemente accolti per come sono e cioé: Originali e soprattutto non arricchiti. Se il problema è colmare la minuscola quantità di ferro assente, si possono sempre consigliare dei bucatini ai spinaci, semmai. Perché la pasta non può mancare, dato che stimola anche la serotonina, ormone del buon umore ed aiuta il sistema nervoso a lavorare più efficacemente. Ed infine perché la pasta Made in Italy per la sua eccellenza, ed unicità inimitabile, non si tocca. Semmai si mangia!
- HOLD UP: il Documentario francese che va contro il Covid19
Diventato subito virale su internet, "Hold Up" è un film controverso che rivela una verità (alternativa) sul Covid19. Non mancano le polemiche ed i sostenitori famosi; tutti all'inseguimento della verità, a tutti i costi. Attraverso il passaparola su Whatsapp, Social e lo sponsor di alcune famose attrici come Sophie Marceau, dallo scorso 10 Novembre sulle piattaforme Vimeo ed Odysee (non più disponibili) è uscito il Film Documentario, “Hold Up, Retour sur un Chaos”, che è già un piccolo grande fenomeno, dato che in pochi giorni dall'uscita, è stato visto da ben oltre 2,5 milioni di persone su internet. Il contenuto del film cha ha spopolato in Francia, riguarda ovviamente la pandemia da coronavirus, che a giudizio del regista ed ex giornalista di TF1, Pierre Barnérias, si tratta di un "vero e proprio complotto globale indetto dai governi, dai media e dai potenti del mondo, per diminuire nel concreto la popolazione mondiale". Ma perché sta facendo discutere così tanto? Cerchiamo di scoprirlo in questo approfondimento dell'OUTSIDER POST. Film Verità o Negazionista ? “All'inizio, il tono suggerisce un sano scetticismo e una critica. A differenza dei tipici video di cospirazione, il film si prende il suo tempo prima che il pensiero cospiratore si metta in moto". Sylvain Delouvée (Researcher) Innanzitutto, il film"Hold Up" finanziato da Ulule, sito Crowfunding numero 1 in Europa, cerca di mettere in luce le ombre della politica sanitaria francese nella gestione della Pandemia, "che applica la sua logica d’azione sostenendo innanzitutto l’area della malattia, in quanto più proficua, e mettendo in secondo piano quella della salute". Le tante figure che intervengono nella pellicola di “Hold Up”, raccontano la loro competenza ed esperienza di settore, sollevando alcune questioni delicate su: numeri, mascherine, esposizione del virus e molto altro. L’ipotesi che prende forma durante la pellicola, è quella della cospirazione globale, sviluppata per portare il mondo ad un numero nettamente inferiore di persone e per favorire la salvaguardia stessa del pianeta e una migliore qualità della vita. Come espresso nell'interessante articolo del France24.com, vengono argomentati vari livelli di contenuto sulle cause del virus attraverso la formula delle interviste, senza mai approfondire il dibattito su un singolo aspetto e che dia allo spettatore il tempo di pensare. Sylvain Delouvée, ricercatore in psicologia sociale all'Università di Rennes 2 sottolinea infatti che:"il film utilizza tutti i codici del documentario d'inchiesta con musica angosciante e convocazioni di esperti. Ma non è un documentario giornalistico!". Si tratta dunque di un film verità o negazionista? Difficile dirlo, dato che non vuole negare l'esistenza del virus, a detta di Luc Montagnier (Nobel 2008 per aver partecipato alla scoperta dell'AIDS) ma intende ribadire il catastrofico errore del "virus scappato dal laboratorio", che serviva per un vaccino contro l'HIV. E mentre il mondo Social condivide ampiamente la pellicola, favorendo al grande successo del documentario, in tempi così incerti in cui viviamo, il film pretende pertanto di rivelare delle risposte certe ed ovvie, senza che vengano confermate da alcuna prova realmente tangibile. E questa è l’unica vera (e grande) pecca di questo piccolo Film controverso ma certamente scomodo, nella misura in cui si è sviluppato e reso virale su internet, anche dopo la censura sulla visione del documentario. I Francesi e quella Rivoluzione mai conclusa “Non c’è una fine; le rivoluzioni sono infinite". Yevgeny Zamyatin Da sempre i francesi, si sono distinti nella storia per aver creduto e lottato spesso fino alla morte, nei valori di libertà, fraternità ed eguaglianza. Dalla Rivoluzione Francese, passando per i ben noti moti sessantottini, fino aI nostri giorni coi gilet gialli (del Collettivo "Force jaune"), sono tanti gli esempi che riconfermano un popolo certamente coraggioso, anche se a volte complesso da comprendere. Nel concetto di scoperchiare un sistema, i Francesi dimostrano di essere sempre un passo avanti rispetto agli altri paesi europei. Se ne ammira soprattutto la determinazione ed il persistente desiderio della verità a tutti i costi; nell’integrità di un pensiero controcorrente in difesa dei pieni diritti e delle libertà dell’uomo. “Le rivoluzioni più clamorose non fanno rumore". Alessandro Morandotti Altro non è che "La Passion Francaise", traducibile con "il coraggio", sintetizzato da modalità litigiose e non certo remissive nei confronti del potere, che portano a conseguenze inaspettate e persino pericolose, a volte , e che si percuotono anche a livello internazionale. Forse, questa certa sicurezza o sfrontatezza nell’andare diretti alla fonte del problema, che viene spesso erroneamente fraintesa dai media, è comunque un monito che sottolinea un dato importante: e cioè che la rivoluzione non è mai finita davvero per i francesi. Ora che siamo al centro di una guerra pandemica, è proprio lo stesso Pierre Barnérias a sollevare nel documentario la questione del coraggio, della verità e dell'identità nazionale: "vale la pena capire perché ciò sta succedendo e perché tutti i governi si stanno movendo in coro, esclusivamente in nome della cosiddetta salute". Il coraggio di metterci la faccia “Il guerriero sa che è libero di scegliere ciò che desidera: le sue decisioni sono prese con coraggio, distacco e, talvolta, con una certa dose di follia.” Paulo Coelho Il coraggio, come Fil Rouge di questo approfondimento e della natura francese in generale, in tempi di Covid, si ritrova attraverso il sostegno "incondizionato" di alcuni volti noti del Cinema di oltremanica, come Sophie Marceau, Juliette Binoche, Marion Cottilard. Ribadiamo che nel mettere la propria faccia e condividere il personale parere sui social, dimostra una certa dose di ammirevole coraggio non comune. E se tale coraggio nel dire cosa si pensa, dovrebbe essere inteso come un diritto fondamentale dell'espressione libera ed individuale, (il che meriterebbe rispetto), le polemiche non sono certo mancate. Tra tutte, quale paladina del film è stata appunto l’attrice Sophie Marceau, che ha incentivato a vedere il documentario tramite diversi messaggi espressi su Twitter e su Instagram. Vale lo stesso per Juliette Binoche, che ha addirittura usato dei termini più espliciti sulla "responsabilità che ognuno di noi possiede, per poter uscire da questo enorme inganno tirannico del sistema ed invertire la rotta". L'altro premio Oscar Marion Cottilard, che aveva contratto il virus lo scorso maggio, aveva già ironizzato in passato sullo storico atterraggio sulla luna, dicendo che: «l’uomo ha davvero camminato sulla Luna? Ho visto non pochi film su questo e davvero me lo chiedo. In ogni caso non credo a tutto quel che mi dicono, questo è sicuro», è al momento è la testimonial dell'ultimo spot Chanel n°5, girato in un set dove danza sulla Luna. Ma non dimentichiamo tutte quelle personalità nel mondo della scienza, della medicina e della politica che sono intervenute nella pellicola per dire la loro versione "a favore" dell'ipotesi di Pierre Barnérias, tra cui: Michael Lewitt (premio Nobel per la Chimica); Luc Montagnier (premio Nobel per la Medicina, virologo); Alexandra Henrion-Caude, (genetista e direttore della ricerca presso l'INSERM nell'ospedale Necker) e moltissimi altri nomi. Va rimarcato, ancora una volta, quanto sia poderoso il coraggio dimostrato dalle molte autorità di vari settori, nel pronunciarsi a viva voce per esprimere affermazioni spesso opinabili a discapito del proprio successo professionale e della riconosciuta credibilità personale. Se la terza guerra mondiale sarà tra classi sociali? “La storia di ogni società sinora esistita è storia di lotte di classe.” Karl Marx Il timore più grande che psicologi, sociologi e ricercatori scientifici, (non solo quelli intervistati nel film francese), riguarda soprattutto la crescente guerra tra classi. Dal Lockdown, appunto, la situazione economica globale è disastrosamente peggiorata ovunque, con l’innalzamento del numero dei poveri, che difatti divengono sempre più poveri ed i ricchi enormemente ricchi. E questa non è certo una novità: la storia ci insegna che le lotte tra classi sociali, sono una delle catastrofi maggiori per l’uomo, perché dividono; e laddove vi è una divisione, se ne creano altre: tra donne, tra uomini, tra donne ed uomini, generazionali, etniche, religiose, etc. Nell'intervento della sociologa Monique Pinçon-Charlot, che successivamente ha preso le distanze dal film, perché non si è dato abbastanza spazio alle sue teorie del complotto, ha comunque ammesso che: "Per me, siamo nella terza guerra mondiale. È una guerra di classe dei più ricchi contro i più poveri del pianeta. E in questa guerra di classe, come fecero i nazisti tedeschi con la seconda [guerra mondiale], c'è un olocausto che eliminerà senza dubbio la parte più povera del pianeta, cioè 3,5 miliardi di esseri umani, di cui i ricchi non hanno più bisogno per sopravvivere sul pianeta". Si potrebbe allora dire che lo scopo più alto che si racchiude nel film, è forse quello di esortare le persone ad acquisire una maggiore consapevolezza di ciò che sta accadendo per far ritrovare la retta via all'umanità a fine di unire sinceramente tutti gli individui. Uno, nessuna e centomila verità sul covid Le controversie reali intorno al virus, creano ovviamente verità alternative e pressoché plausibili agli occhi delle persone che guardano "Hold up", ed accettano con rinnovata speranza le risposte emesse nel documentario sul Caos del Covid19. A tal proposito, il noto quotidiano francese de Le Monde, ha cercato di rispondere alle varie questioni sollevate dalla pellicola, per metterne in evidenza le varie incongruenze con la realtà contestuale, che a detta del giornale, risultano approssimative e false. Ecco in sintesi, alcuni punti salienti della discussione: Tutte le misure sanitarie sono messe in discussione: il contenimento non avrebbe ricevuto gli effetti sperati nel periodo di diffusione del virus (dai dati INSEE espressi tra il 1 Marzo e 30 Aprile) e che i numeri non sono superiori agli anni precedenti. "Le Monde" risponde nel precisare che le misure di Lockdown non sono immediate e servono parecchie settimane per arrivare al picco di "mortalità". La Svezia e la strategia parziale del "Laisser-faire": il film dimostra che l'esempio della Svezia, ad aver utilizzato una gestione sanitaria atipica (cioè non intervenendo), è conferma che il Covid non è poi così pericoloso. La replica de "Le Monde", non tarda ad arrivare, tanto che i numeri non sono poi così idilliaci come raccontati (600 morti a Novembre, con 1 milione di abitanti), ma la Svezia ha usato le raccomandazioni rispetto all'obbligatorietà di altri paesi. Campi d'internamento in Canada: il documentario conferma la costruzione di campi d'internamento, in cui il parlamentare canadese Randy Hillier apre la discussione al parlamento provinciale. Ma "Le Monde" precisa che l'intervento era una domanda e non una proposta, mentre i presunti campi sarebbero in realtà delle stanze di albergo usate in caso di emergenza per i malati Covid. Trudeau ha poi presentato una denuncia per tale campagna di disinformazione. Il presunto brevetto della malattia Covid-19, già nel 13 ottobre 2015: il Film rimarca sulla data iniziale del brevetto che riguarda l'esistenza del Coronavirus già nel 2015. Ma pur confermando il documento, "Le Monde" specifica che le aggiunte sono datate solo il 17 maggio 2020 con "la versione aggiornata"e non prima, mentre quella del 2015 è solo la data di deposito del brevetto iniziale. Il coraggio cittadino Ancora una volta, è il coraggio che spinge il punto di vista alternativo ad emergere, stimolando lo spettatore a pensare, analizzare e semmai a dubitare. E proprio questa è la forza trainante del Film che accettiamo di buon grado. Anche se non ci sono ovviamente prove conclusive sulla verità del virus, l’opinione diversa che non si allinea con il mainstream, è senza dubbio una mossa vincente; un monito ingegnoso che apre a scenari anticonformisti il cui il messaggio è: che la libertà di pensiero e di parola è viva e vegeta, e non può essere imbavagliata con la mascherina, come vuole far intendere lo stesso Pierre Barnérias con la sua opera filmata. Pertanto, nell'attesa di ulteriori teorie sulle cause del Covid, la cosiddetta verità nascosta (qualunque essa sia) è ancora troppo lontana per essere cercata, ma almeno qualcosa si sta muovendo in quella direzione. E "Hold Up" apre almeno al dibattito critico, di chi crede e di chi ci vede solo fake news. OUTSIDER POST ripone le sue aspettative più alte nel pensiero critico, e cioè nel dubitare per argomentare la propria verità che è solo un opinione riconoscendone gli errori in modo corretto. In questo NOI crediamo.
- Lussemburgo, svelato al mondo il Registro dei fondi segreti
Una super inchiesta di OpenLux, e condotta da "Le Monde", svela ben 55.000 società offshore nel cuore del piccolo Granducato di Lussemburgo, paradiso fiscale per i super ricchi del mondo. Lo scorso 8 febbraio, il quotidiano francese "Le Monde", ha pubblicato un articolo "Bomba" svelando un enorme Database dove Miliardari di tutto il mondo hanno investito in società Offshore nel piccolo stato di Lussemburgo. In tale mastodontico Database, si elencano i beneficiari di circa 124.000 società commerciali registrate in Lussemburgo, con i loro veri proprietari, insieme a 3,3 milioni di atti amministrativi e rapporti finanziari. E dove si collocano altrettanti fondi discutibili (circa 55.000) nascosti nel stesso registro. Si tratterebbe quindi di un vero registro dei "segreti", in cui al suo interno si trovano società pressoché società legali ed anche molte confutabili. Ma comprendiamo meglio come si è svolta questa indagine allargata, che include i seguenti stati: Le Monde (France); The Organized Crime and Corruption Reporting Project (OCCRP); McClatchy (USA); Süddeutsche Zeitung (Germany); Le Soir (Belgium); Woxx (Luxembourg); IrpiMedia (Italy); iStories (Russia); Arij (Middle East); Krik (Serbia); Bivol (Bulgaria); Investigace.cz (Czech Republic); Piaui (Brazil); Tempo (Indonesia); Armando Info (Venezuela); La Nacion (Argentina); Inkyfada (Tunisia). “Lussemburgo, è un vero e proprio centro offshore, a metà strada tra la City di Londra e le Isole Vergini britanniche". Le Monde L'Inchiesta, iniziata dalla società Openlux e condotta dal giornale "Le Monde", in collaborazione con altri Media Partners internazionali ed il Progetto OCCRP, (una piattaforma no-profit di reporting investigativo per una rete mondiale di centri media e giornalisti indipendenti.) ha ripreso tali dati che erano stati pubblicati recentemente nel sito web del Registro commerciale di Lussemburgo, per poterli analizzare e scoprire poi la verità sconcertante della presenza di moltissimi fondi segreti, di cui la maggior parte non hanno beneficiari rintracciabili. E' la Francia a detenere il primato con ben 17.000 società, tra cui piccoli pezzi del paese, compreso castelli, ville e vigneti (come quello di Angelina Jolie e Brad Pitt, tanto per intenderci). Le altre 156 Nazionalità presenti nel gigantesco database, (157 con La Francia) comprendono veramente di tutto: residenze di lusso, chalet, yacht, elicotteri, jet privati e grandi aerei, cataloghi musicali, diritti d'immagine, opere d'arte e moltissimo altro ancora. Un altro caso come il "Panama Papers" Ma perché si sceglie proprio Lussemburgo? "Le Monde", spiega le ragioni legate alla scelta di tale luogo, che non sono legate soltanto alla sua posizione geografica, particolarmente centrale nell'Unione europea, ma soprattutto dalla regolamentazione fiscale molto agevolata verso le imprese e dalla cosiddetta discrezionalità. Inoltre, vi è il crescente problema da parte dell'ufficio del registro commerciale, costituito da soli 59 impiegati, nel controllare e far rispettare l'obbligo legale di dichiarare i beneficiari effettivi delle oltre 100.000 società; ed altrettanti 900 impiegati per quanto riguarda la sorveglianza del controllo finanziario su tali società. Il lavoro d'inchiesta dell'Openlux insieme a "Le Monde" ed altri, viene fuori a distanza di soli 5 anni dal famoso scandalo finanziario del "Panama Papers", che come sottolinea lo stesso "Le Monde", aveva già rivelato la portata del ruolo giocato dalle società opache e dagli accordi offshore nel riciclaggio di attività criminali, tra cui la frode fiscale. Infine, è grazie alla Direttiva dell'Unione Europea del 2018, che si è potuto imporre un elevato livello di trasparenza (a seguito in realtà degli stessi Panama Papers) nella pubblicazione di registri pubblici, inerenti i veri proprietari delle società in tutti gli stati membri. Potremo dire, che la trasparenza ha trionfato (per il momento) sulla segretezza degli ormai noti "registri di Lussemburgo", i quali sono stati tenuti chiusi in un cassetto per molto tempo e che ora sono finalmente accessibili a livello pubblico attraverso il sito ufficiale. Anche se di fatto, bisogna sottolineare che il mondo dei cosiddetti "super ricchi", non cambia regole e continua a scegliere il Granducato tra le sue mete preferite per poter pagare meno tasse possibili; ed anche se non è una scelta eticamente corretta, tutto ciò rimane sempre nei limiti legali. In parallelo a questa lista, poi, si ritrovano tutti coloro che decidono di nascondere le proprie attività "discutibili" all'interno dello stesso calderone Lussemburghese, senza mai apparire con il proprio nome, oppure valendosi di prestanomi professionisti. Va quindi sottolineato che la strada è molto lunga e chiaramente in salita, se si intende arrivare alla verità, su quei fondi che restano pressoché "discutibili e sotto indagine giudiziaria". Sono molti i quotidiani che hanno trattato il tema scottante del "registro segreto di Lussemburgo", rubando la prima pagina alla pandemia in corso, anche se solo per un giorno. Ecco allora qui di seguito i principali quotidiani esteri che hanno riportato la notizia, in data 9 Febbraio 2021. Le Monde Titolo: "Un database senza precedenti analizzato da Le Monde rivela che più di 6,5 trilioni di euro sono archiviati in società offshore in Lussemburgo." Articolo: "In Lussemburgo, OpenLux mostra che il termine "centro finanziario internazionale" nasconde un grandissimo paradiso fiscale, tra i primi cinque al mondo. Quasi la metà delle 124.000 aziende registrate nel paese sono società di pure partecipazioni finanziarie senza ancoraggi nell'economia reale, semplici cassette delle lettere senza uffici o dipendenti. Queste società offshore concentrano l'85% delle attività totali delle società del Granducato, ovvero 6500 miliardi di euro. Attraverso questi ed altri strumenti viene alterata la concorrenza fiscale tra i paesi e le aziende: è incoraggiata un'offerta fiscale al ribasso tra gli stati europei riducendo, anno dopo anno, la tassazione del capitale." Curiosità: "Le Monde", affronta coraggiosamente il tema del cosiddetto Paradiso fiscale come luogo ideale per coloro che possono "evadere le tasse"e cioè i più ricchi, che così non concorrono al finanziamento di tutte quelle infrastrutture pubbliche presenti nei suddetti stati. E tutto ciò mira ovviamente al cuore del concetto di democrazia ed equità fiscale. McClatchy (USA) Titolo: "Da Magic Johnson, Tiger a Brangelina: perché i ricchi e famosi si stabiliscono in questo spicchio di Nazione". Articolo: "Molti segreti rimangono ancora in Lussemburgo. L'indagine di OpenLux ha scoperto che grazie a scappatoie ed esenzioni speciali, poco meno della metà di tutte le società nel registro delle imprese del Lussemburgo, in particolare i fondi di investimento, non elencano alcun proprietario. Questo perché il registro richiede solo la divulgazione dei proprietari effettivi che detengono una quota superiore al 25%, che è una soglia che pochi investitori raggiungono." Curiosità: In stretta collaborazione con Openlux, Le Monde, Miami Herald e molti altri Media Partners nel mondo, si andati ad analizzare i vari documenti societari di oltre 260.000 società, in un periodo tra il 1995 ed il 2020, di cui 117. 424 distinti proprietari effettivi o amministratori di società lussemburghesi, come riportato nell'indagine dell'articolo. Le Soir (Belgium) Titolo: "La trasparenza fiscale è possibile se la garantiamo al 100%". (di Béatrice Delvaux ) Articolo: "Il Granducato è il primo paese dell'Unione a mettere in linea il registro dei beneficiari effettivi. Uno strumento di trasparenza essenziale che ha ancora dei difetti. Delle entità attive con sede in Lussemburgo, solo la metà ha dichiarato il beneficiario effettivo (72.350). In altre parole, in quasi la metà dei casi non è possibile trovare quelli veri ... che non sono dichiarati affatto. Il Lussemburgo afferma che solo il 12% delle entità non era in regola al 31 dicembre 2020. Secondo i file OpenLux, invece, siamo intorno al 18% ." Curiosità: La risposta da parte del Governo Lussemburghese non si fa attendere, nei confronti della Openlux, attraverso una dichiarazione in cui afferma che: "prende atto della pubblicazione di una serie di articoli nella stampa internazionale riguardanti presunte carenze nel dispositivo anti riciclaggio del Granducato e respinge le varie accuse...Questo è confermato da diversi osservatori, tra cui l'OCSE e l'Unione europea, che non hanno al momento identificato alcun regime fiscale o pratiche fiscali dannose in Lussemburgo." Da tali parole, è ovvio che siamo solo agli inizi di questa dura battaglia a scoprire la verità sulla legalità fiscale presente nel "paradiso fiscale Europeo di Lussemburgo". The Guardian (UK) Titolo: "La Regina fece pressioni per cambiare la legge e nascondere il suo patrimonio". Articolo: "Le pressioni che la Regina ha mostrato per riuscire a modificare una certa bozza di legge, per nascondere l'entità della sua immensa ricchezza, è il tema centrale di questo articolo, che mette in luce il concetto di Democrazia. Inoltre, il velo di segretezza, che deriva da un accordo degli anni 70 e da una procedura parlamentare molto antica in cui si richiede "il consenso alla Regina", prima che una certa Legge passi al Parlamento per essere discussa, è stato messo in discussione nella commissione parlamentare per essere cambiato qualche anno fa, ma senza risultati alcuni." Curiosità: Il "The Guardian", con il suo articolo sulla segretezza della ricchezza privata della famiglia reale, è solo l'ultimo di una serie di indagini coraggiose, iniziate proprio con il paradiso fiscale di Lussemburgo, già nel 2014 con il seguente Titolo "Fascicoli fiscali lussemburghesi: come un piccolo stato ha approvato l'evasione fiscale su scala industriale", che richiama appunto ai molteplici documenti di come circa 340 aziende di tutto il mondo hanno organizzato strutture aziendali appositamente progettate con le autorità lussemburghesi. Le imprese includono società come Pepsi, Ikea, Accenture, Burberry, Procter & Gamble, Heinz, JP Morgan e FedEx. Irpimedia (Italy) Titolo: "Come la 'ndrangheta è arrivata a Lussemburgo". Articolo: "Una rete di giovani imprenditori del sidernese legati a doppio filo alla ‘ndrangheta si è stabilita nel sud del Granducato. Apre locali appoggiandosi a famiglie italiane emigrate che rischiano di finire nel mirino delle cosche"..."La ‘ndrangheta – spiega il procuratore aggiunto della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria Giuseppe Lombardo – guarda al Lussemburgo con interesse per investire e riciclare capitali proprio per la presenza, in quello Stato, di sistemi finanziari e “casseforti” discrete molto appetibili per chi ha necessità di occultare provviste illecite e fondi neri". Curiosità: Irpimedia, che è una testata investigativa no profit e partner con Openlux nell'indagine in cui sono stati gli altri Media Partners nel mondo, ha svelato nell'interessante articolo alcune attività illecite che si sono stabilizzate nel piccolo Granducato di Lussemburgo.
- Covid, si alla distanza fisica. Ma no al distanziamento "sociale".
Se il Social Distance diventa una necessità in tempi di Covid, ci sono altresì regole sociali che vanno rispettate e che sono ugualmente importanti, per la nostra salute. Come quella psicofisica. Potremo dire altresì che il cuore non conosce la distanza. Ma nel significato dell’espressione di “distanziamento sociale” si collocano alcune distinzioni di cui vale la pena approfondire, visto l’importanza che tale termine sta acquisendo negli ultimi tempi con il Covid19, con nuove connotazioni non solo sociali, ma anche di tipo psicologiche ed economiche. “Una distanza materiale non potrà mai separarci davvero dagli amici. Se anche solo desideri essere accanto a qualcuno che ami, ci sei già.” RICHARD BACH Innanzitutto, quando ci si riferisce in generale alla locuzione di “sociale”, abbiamo un immagine istantanea della comunicazione che avviene tra due o più persone tramite il contatto fisico (es. con la stretta di mano) e di altri riferimenti relazionali come: l’interscambio, legame e senso della comunità, tanto per citarne alcuni. Essere un tipo sociale, quindi, può considerarsi certamente una cosa positiva; ma quando ci si trova in mezzo ad una pandemia, la prospettiva di tale condizione "sociale" cambia drasticamente e l’altro può trasformarsi in una minaccia concreta, se ci affidiamo al modello classico della socialità. In conseguenza, ci si affida sempre più ai Social, che oltre a divenire inconsapevolmente il nostro alter ego, sembrano essere l’unico modo per poter comunicare con l’altro. Superare gli equivoci del Significato "Sociale" “Vada superato, in questo tempo di pandemia, il concetto di “distanziamento sociale” a favore del concetto di “distanziamento fisico”. (OMS) In soccorso ad una chiarificazione del famigerato “distanziamento sociale” come misura restrittiva principale, (insieme alla mascherina e di lavarsi spesso le mani) per evitare il contagio del virus, si espone addirittura l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) sostenendo che: “vada superato, in questo tempo di pandemia, il concetto di “distanziamento sociale” a favore del concetto di “distanziamento fisico”. Tale doverosa spiegazione da parte dell’OMS, non elimina purtroppo gli equivoci espressi tra distanziamento sociale e quello fisico, tanto che vi è ad oggi una conclamata: diminuzione delle relazioni sociali a vari livelli; Aumento della diffidenza verso l’altro con una crescente preoccupazione sul futuro, che frena ogni opportunità di apertura e di opportunità nella crescita individuale delle persone. Anche se l’OMS promuove il rafforzamento dei legami sociali, come un concetto basilare per una buona salute mentale, resta viva la dicotomia tra “distanza fisica e sociale”. L’influenza positiva espressa dalla socialità, acquisisce così una accezione quasi negativa, se viene associata all’uso improprio dello stesso termine “sociale” . Alcune persone, infatti potrebbero travisare il suo significato, interpretandolo più come “la fine della comunicazione” che non come un occasione di “creare e trasformare nuovi e vecchi legami sociali”. Quando l'isolamento sociale è il vero nemico da evitare “La salute mentale vale come quella fisica”. M. Van Kerhove Ecco che distanziamento sociale può divenire allora un chiaro “isolamento” sociale. Comprendere bene l’equivoco semantico tra la distanza fisica (che va considerata esclusivamente in misura di centimetri e metri ) e quella sociale, è fondamentale per l’intera umanità, perché “La salute mentale vale come quella fisica”, come sottolinea anche l’epidemiologo dell’OMS Maria Van Kerkhove durante la conferenza stampa dello scorso 20 marzo, all' inizio della pandemia globale. A tal riguardo, moltissimi studiosi si sono esposti riguardo una crescente preoccupazione degli effetti che il distanziamento sociale interviene sulle persone sul lungo periodo, con casi sempre più frequenti di ansia, stress e depressione. Le classi sociali più sfavorevoli, poi, sono ulteriormente svantaggiate dalle restrizioni derivanti per frenare tale contagio, dato che non si investe adeguatamente sia nel sociale che nell’istruzione, per poterli aiutare concretamente. L’emarginazione prende il posto all’ inclusione, favorendo un divario sempre più evidente tra ricchi e poveri. Inoltre, da un report recente emesso dell’Università di Harvard e pubblicato su Science, sulle previsioni della durata del Coronavirus, si evince che la presenza ad intermittenza del virus nei prossimi eventuali quattro anni, sarà qualcosa di cui tenere conto, in cui: “le misure di distanziamento sociale restano quindi necessarie, perché sono l’unico strumento di contenimento del virus, in mancanza di un vaccino o di una cura efficace”. Recuperare il senso della Comunità In risposta a tali conseguenze disastrose causate dal Covid19, serve allora un senso di comunità profondo, da recuperare ora per rafforzare il legame tra gli uomini e donne come principale via d’uscita da questa crisi del sistema mondo verso la nascita di un nuovo uomo consapevolmente attento a Ed ancora una volta, sono certamente i media e l’opinione pubblica che assumono un ruolo fondamentale in questo complesso scenario, affinché il messaggio di delucidazione tra “fisico e sociale” arrivi correttamente a tutte le persone. La promozione di tale importante iniziativa, e cioè nel riuscire a veicolare il messaggio attraverso un linguaggio più appropriato e costante, è necessaria e doverosa, se vogliamo diminuire la reale distanza sociale tra le persone, e per una eliminazione da ogni ambiguità semantica derivante dai due termini in questione. La responsabilità dei Social, stampa e di tutti NOI Perciò, sono le istituzioni, i Social insieme all’informazione, i principali attori di influenza al rafforzamento sia del senso di comunità, che del termine di socialità, con due diversi percorsi narrativi: con la pubblicità progresso, per esempio, attraverso l'uso costante di spot televisivi e cartacei, che dimostrino l’importanza dell’essere sociale, e dell’eventuale fraintendimento del termine, con suggerimenti del corretto utilizzo; Con i Media, attraverso la realizzazione di forum attenti alla questione della distanza (in realtà, già iniziate negli ultimi mesi) dove le relazioni a distanza sono un buon modo alternativo per comunicare il disagio attuale comune. Senza dimenticarsi che lo scopo è quello di creare una comunità più sentita, dove gli uomini stanno bene insieme, anche a distanza di un metro. Un bivio pericoloso per il nuovo Mondo Dato che la società attuale, sta fondando le sue radici proprio sul distanziamento sociale come unico criterio ai rapporti prevalentemente consumistici e cioè di scambio merci, in linea con un mercato liberistico, (e senza interessarsi mai davvero dell'uomo) potremo sostenere l'idea che il vero pericolo principale deriva soprattutto dalla crescente divaricazione tra popolo ed oligarchia, con conseguente esclusione dei primi, mentre la solitudine con la paura diventano i principali stati emozionali e di comportamento tra individui. Ecco, che allora ci troviamo ad un bivio. Un bivio pericoloso per l'umanità stessa, dato che l'assenza della società intesa soprattutto come comunità, porterebbe alla cancellazione del "fattore sociale" presente tra TUTTI gli individui, con una perdita del suo significato ed utilizzo. Un termine che potrebbe scomparire per come lo conosciamo oggi, per assumere invece un riferimento puramente teorico ed esclusivamente digitale. E' adesso, che OGNUNO di NOI, oltre ai Media, alla stampa e all'opinione pubblica, dovrà acquisire consapevolezza e responsabilità, nel pensare e sentire l'altro non più come una minaccia, ma bensì come una possibilità; per ristabilire e rafforzare quella esperienza umana vitale. OUTSIDER POST consiglia: "Social Distance: Il Riavvicinamento sociale", di Consuelo Modesti.